Formula 1

F1, cosa può evitare che il Mondiale 2020 si trasformi in un ennesimo derby in casa Mercedes?

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Vi ricordate i test pre-stagionali del Montmelò? Nonostante sia passato tanto tempo la memoria non ci può che riportare a quei sei giorni di lavoro sul tracciato catalano. Tante monoposto vicine, distacchi minimi, la sensazione che, dopo sei anni di dominio incontrastato o quasi della Mercedes, fossimo davanti ad una nuova annata ricca di colpi di scena, equilibrio e sorpassi. Ci ha pensato la doppietta Gran Premio d’Austria-Gran Premio della Stiria a riportarci tutti alla dura realtà. La Mercedes, se ancora non era chiaro, è pronta a estendere il suo monopolio sulla massima categoria del motorsport per il settimo anno consecutivo, andando a toccare vette che nemmeno la Ferrari dell’era del Kaiser Michael Schumacher fu in grado di avvicinare.

I numeri della scuderia di Brackley sono ai limiti dell’incredibile. Nell’era dell’ibrido non c’è mai stata partita. Nel 2014 le Frecce d’argento su 19 gare hanno centrato 16 successi e 11 doppiette, nel 2015 sempre su 19 Gran Premi sono arrivate 16 vittorie e addirittura 12 doppiette, quindi nel 2016 su 21 appuntamenti le Mercedes hanno totalizzato 19 trionfi e 8 doppiette, quindi nel 2017 su 20 prove hanno centrato 12 successi con 4 doppiette, nel 2018 su 21 gare sono arrivate 11 vittorie e 4 doppiette, infine nel 2019 sempre su 21 Gran Premi i successi sono stati 15 con 9 doppiette. Quest’anno, com’è ben noto, altre 2 vittorie in altrettante uscite, con una doppietta. Nel complesso, quindi, su 125 corse le Mercedes ne hanno vinte 91, con 49 doppiette. Risultati, come detto, quasi impensabili.

Un trend che ormai non sembra avere una opposizione concreta. Da un lato la scuderia di Brackley continua a mietere successi e ad avere la stessa immutata fame di vittorie alzando sempre l’asticella anno dopo anno. La W11 prosegue nel solco delle vetture precedenti e, se possibile, è andata ulteriormente a migliorare i difetti che già si conoscevano. Anzi, l’inserimento del DAS è stata la vera ciliegina sulla torta di un pacchetto inarrivabile. Dall’altro lato, invece, troviamo le rivali che, ancora una volta, sembrano di nuovo essersi trovate di fronte alla dura realtà. Le illusioni del Montmelò sono già state messe in archivio.

La Red Bull ha iniziato la stagione a singhiozzo. La RB16 doveva essere la monoposto pronta a mettere in discussione il dominio delle Frecce nere (perchè ormai la livrea non è più argentata) ma ha messo in mostra qualche problema di affidabilità di troppo e un motore che non è ancora alla pari di quello prodotto a Stoccarda. Certo, Max Verstappen è un pilota di primissimo livello, ma senza una vettura come la W11 tutto si complica. A proposito di complicazioni e difficoltà, come non citare la Ferrari. Anche a Maranello qualche illusione si era creata ad inizio anno, ma il Red Bull Ring ha sottolineato i problemi notevoli di una SF1000 che fa acqua da tutte le parti.

Se, quindi, gli avversari più credibili non sembrano ancora pronti a primeggiare, cosa potrà fermare la Mercedes? La risposta probabilmente è “niente”. Il derby Lewis Hamilton-Valtteri Bottas per il titolo 2020 è già iniziato e la classifica è davvero laconica. Al comando c’è il finlandese con 43 punti, contro i 37 del sei volte campione del mondo. Alle loro spalle, il vuoto. Terzo Lando Norris a 26, quindi quarto Charles Leclerc a 18, con Max Verstappen sesto a 15.

Sembra davvero che anche in questa annata non ci sia nulla da fare per gli altri. Non hanno nemmeno la speranza che un duello interno (in stile Hamilton-Rosberg 2016) possa rovinare i piani, perché Toto Wolff non permetterebbe mai che accadesse. La sensazione, quindi, è che anche questo campionato si tingerà completamente di argento. La Mercedes non vuole interrompere il suo dominio ed è pronta ad andare nuovamente a riscrivere i libri dei record. Starà a Red Bull e Ferrari compiere il miracolo? Senza dubbio, ma senza una generosa mano del team di Brackley sarà davvero complicato. E, come ben sappiamo, in quella scuderia nessuno ha la minima intenzione di mollare di un millimetro.

 

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Foto: Lapresse

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