Formula 1
F1, Ferrari alla deriva. Si procede a tentativi, senza una strada da seguire
Per la Ferrari il Gran Premio di Ungheria era cominciato con piccoli segnali di risveglio, quali il miglior tempo di Sebastian Vettel nella sessione bagnata di prove libere. La crescita è stata confermata dalle qualifiche, dove le Rosse hanno monopolizzato la terza fila, miglior risultato stagionale. In gara, però, la situazione è improvvisamente peggiorata, poiché la Scuderia di Maranello si è vista sovrastata nettamente dalla Red Bull, battuta nettamente il sabato, vedendosi peraltro seminata dalla Racing Point di Lance Stroll.
Il sesto posto di Sebastian Vettel è un risultato che va ascritto esclusivamente all’intuizione del tedesco di montare gomme medie, anziché le soft come deciso dal team, al primo pit-stop. Infatti, se Seb non avesse chiesto di sua spontanea volontà di usare le gialle, sarebbe naufragato come Charles Leclerc. Dunque il teutonico ha saputo massimizzare il potenziale della vettura, evitando l’onta di arrivare al traguardo con entrambe le monoposto fuori dalla zona punti. In condizioni normali, ovvero in una gara senza ripetuti ingressi della safety car che possono scompigliare le carte, l’attuale Ferrari vale un piazzamento tra il sesto e il decimo posto.
D’accordo, non è la prima crisi che il Cavallino Rampante si trova ad affrontare nel corso della sua storia, tuttavia l’attuale periodo difficile ha connotati davvero inquietanti perché non solo la vettura non è competitiva, ma al tempo stesso sembra che non si riesca ancora a trovare il bandolo della matassa.
Le dichiarazioni di Charles Leclerc dopo il Gran Premio di Ungheria sono emblematiche. “Non sappiamo perché la macchina oggi non aveva equilibrio. Sabato andava bene, domenica no. Eppure non abbiamo modificato granché l’assetto”. Leggendo tra le righe, il monegasco ha fatto capire che a Maranello non si sa che pesci pigliare. Se la monoposto è incomprensibile persino per chi la deve sviluppare, piloti e ingegneri, vuol dire che la situazione è drammatica. Le ultime notizie affermano che a Silverstone potrebbe essere presentato un nuovo muso, da associare al nuovo fondo già installato nel GP di Stiria. Insomma, il progetto SF1000 sta venendo modificato radicalmente, ma viene da chiedersi se vi sia un criterio dietro a tutto ciò. Il punto è che questa monoposto sembra fare acqua da tutte le parti. Non appena si mette una pezza in un punto, subito compare un’altra falla da tappare. In questo modo è veramente difficile risalire la china. Intendiamoci, la Ferrari sta provando a migliorare, ma senza dare l’impressione di avere un’idea chiara su come agire, probabilmente perché la vettura è talmente lacunosa da obbligare a procedere per tentativi, la cui bontà può essere suffragata solo dalla pista.
D’altronde non si può fare altrimenti, perché a sentire le parole di Leclerc si evince come sia sufficiente una minuscola modifica per mandare in crisi l’assetto dell’attuale Ferrari. Sembra di essere tornati davvero al disgraziato 1992 e alla F92A, che aveva un motore asfittico e un’aerodinamica pessima. Capitava, infatti, che quella monoposto soffrisse di sottosterzo con il pieno di carburante e di sovrasterzo a serbatoi vuoti. Oppure, addirittura, che il sovrasterzo si presentasse nelle curve lente e il sottosterzo in quelle veloci. Insomma, un disastro. Al momento la SF1000 ricorda tanto quella situazione, perché è completamente priva di equilibrio e il progetto appare talmente lacunoso da obbligare a procedere in maniera empirica.
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paone_francesco[at]yahoo.it
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Foto: La Presse