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Formula 1
F1, Ferrari da centro gruppo. Sembra di essere tornati ai tempi di Alesi e Berger di inizio anni ’90!
Quest’oggi, nelle qualifiche del Gran Premio di Stiria, la Ferrari ha ottenuto il 10° posto con Sebastian Vettel e l’11° con Charles Leclerc, facendo anche peggio rispetto a sette giorni orsono, quando in occasione del Gran Premio d’Austria il monegasco aveva realizzato il 7° tempo e il tedesco l’11°. Volendo fare del sarcasmo, si potrebbe ringraziare la Scuderia di Maranello, perché tanti appassionati si stanno sentendo molto più giovani. Sì, perché sembra di essere tornati agli anni ’90.
Purtroppo però non alla Ferrari di Michael Schumacher ed Eddie Irvine che si giocava i Mondiali contro Mika Häkkinen, bensì a quella del 1992 e del 1993, quando i vari Jean Alesi, Ivan Capelli e Gerhard Berger si barcamenavano a centro gruppo, senza possibilità alcuna di contrastare non solo le inarrivabili Williams, ma anche le McLaren e le Benetton, trovandosi di tanto in tanto a pagare dazio pure nei confronti delle Lotus e delle Ligier.
Al di là del fatto che la pioggia possa aver acuito le magagne della SF1000, sulla quale si sta disperatamente tentando di intervenire per recuperare sia carico aerodinamico che velocità di punta, l’impressione data dalle Rosse, sia settimana scorsa che quest’oggi, è stata quella di assoluta mediocrità e impotenza. L’attuale Ferrari sta indiscutibilmente vivendo un momento di profonda crisi, perché vedere le monoposto del Cavallino Rampante a centro schieramento è un fatto anomalo, considerato il blasone del team. Eppure, questa è l’attuale realtà dei fatti, che ricorda tanto un’epoca quasi dimenticata.
Sinora la sensazione trasmessa dalle vetture di Maranello è la stessa che si poteva vivere nel biennio citato in precedenza, quando non vi era alcuna possibilità di successo e i podi nell’arco della stagione si potevano contare sulle dita di una mano. All’epoca le Williams erano delle astronavi, McLaren e Benetton tenevano a fatica la scia, mentre la Ferrari si trovava a sgomitare a fianco di Lotus e Ligier. Oggi Mercedes e Red Bull volano se comparate alla SF1000, che come se non bastasse è impegolata a lottare con McLaren, Racing Point e Renault. Addirittura nelle qualifiche del GP di Stiria un’Alpha Tauri ha fatto meglio di entrambe le Rosse!
Insomma, bisogna rassegnarsi a vedere una Ferrari comprimaria, destinata a boccheggiare a centro griglia, ben lontana dalle posizioni che dovrebbero competere al Cavallino Rampante? La risposta è “Ni”. Inutile girarci attorno, la SF1000 non vale né la Mercedes W11, né la Red Bull RB16. Probabilmente non le varrà neppure con gli aggiornamenti più sostanziosi previsti per l’Ungheria, come ha già fatto capire Charles Leclerc. Tuttavia, rispetto al 1992-1993 ci può essere qualche motivo d’ottimismo.
Innanzitutto sono cambiati i connotati della Formula 1. All’epoca l’entrata in pista della safety car era un evento rarissimo, oggi invece la vettura di sicurezza viene utilizzata con una frequenza molto maggiore. In altre parole, questo cambiamento rende più semplice l’azzeramento dei distacchi che si possono generare nel corso della gara, portando a situazioni inaspettate. Pensiamo al Gran Premio del Brasile dello scorso anno o anche a quello dell’Austria di sette giorni orsono. Nel finale è successo di tutto e valori che apparivano cristallizzati sono stati completamente stravolti. Proprio in questo modo la Rossa è stata capace di ottenere un insperato secondo posto.
Inoltre un altro motivo di ottimismo può essere rappresentato da chi è al volante. Con tutto il rispetto per Alesi, Berger e Capelli, si parla di piloti che per quanto veloci e talentuosi (come testimoniato dagli exploit realizzati nel corso della carriera) non sono mai stati in grado di lottare per il Mondiale. Non bisogna dimenticarsi del fatto che l’austriaco ha corso a fianco di Ayrton Senna, venendo ampiamente sovrastato dal brasiliano, mentre il francese comunque non sia mai riuscito a infilarsi nella lotta per l’Iride neppure quando la Ferrari è migliorata o quando si è trasferito alla Benetton. Invece la situazione attuale è ben diversa. Per quanto in declino, Sebastian Vettel resta un quattro volte Campione del Mondo, da cui è lecito attendersi quantomeno qualche sprazzo di classe prima del congedo da Maranello. Inoltre Charles Leclerc, velocità a parte, ha già dimostrato di avere un’intelligenza tattica superiore alla media, come testimoniato dai risultati raccolti da quando si è vestito di rosso.
Dunque, la Ferrari 2020 appare in formato primi anni ’90, essendo poco convincente e piena di problemi, con talmente tante lacune da sembrare un colabrodo. Tuttavia, rispetto a quel periodo storico, ci sono sicuramente più speranze di vederla di tanto in tanto protagonista, almeno nella corsa al podio. Perché l’attuale Formula 1 ha dinamiche differenti e perché il Cavallino Rampante può contare su due piloti in grado di lasciare il segno anche nei momenti più difficili.
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paone_francesco[at]yahoo.it
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Foto: La Presse