Formula 1

F1, Ferrari: non funziona niente. Tutte le lacune della SF1000. 10 km/h più lenta della Mercedes in rettilineo

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Sin dai test effettuati a Barcellona nel mese di febbraio sono sorti grossi dubbi attorno alla SF1000. Dopo cinque mesi di teorie e speculazioni, è finalmente arrivata l’incontrovertibile prova della pista. Chi, dopo le prove invernali, aveva indicato la monoposto del Cavallino Rampante come la quinta forza in campo, ci aveva visto giusto. Infatti non solo la Mercedes è di un altro pianeta e la Red Bull si è dimostrata indiscutibilmente superiore, ma anche McLaren e Racing Point appaiono più competitive della Scuderia di Maranello. Viene quindi spontaneo chiedersi quale sia il problema principale della Ferrari. In realtà, di lacune questa monoposto sembra averne parecchie.

Innanzitutto, la madre di tutte le magagne della SF1000 appare essere la mancanza di velocità di punta. Banalmente, la Ferrari è lenta. I rilevamenti nelle qualifiche del GP d’Austria sono impietosi. Allo speed trap Vettel è terz’ultimo e Leclerc ultimo! Un anno fa il monegasco era stato il più veloce in assoluto, realizzando la pole position. Oggi, invece, ha accusato 10 km/h di velocità massima alle Mercedes. Però, il dato paradossale è rappresentato dal fatto che i piloti Ferrari sono risultati di 8 km/h più lenti rispetto a quelli dell’Alfa Romeo, dotata della stessa power unit. Certo, le vetture del Biscione hanno deciso di puntare su un assetto estremamente scarico, trovando quindi grande velocità, ma pagando pesantemente dazio su tutto il resto del circuito. Al di là dell’assetto scelto, 8 km/h a parità di motore sono tanti. Anzi, troppi, anche perché la situazione si è verificata anche a Barcellona, quindi su un tracciato differente rispetto a Zeltweg.

Se una vettura è troppo lenta in rettilineo, i casi sono due. O il motore è poco potente, o la monoposto ha una resistenza all’avanzamento troppo elevata. Infatti questo secondo problema si è evidenziato istantaneamente sulla SF1000 sin dai test invernali. Il punto è che la nuova Ferrari è nata con l’obiettivo di sopperire alle mancanze della SF90, un autentico missile in rettilineo, ma priva di carico aerodinamico in curva. Peccato che, per risolvere un problema, se ne sia creato uno di matrice opposta e ancora più grande. Perché, in gara, non avere velocità di punta significa essere infilzati dagli avversari come puntaspilli sui rettilinei, faticando invece a sorpassare anche con il DRS aperto. Però il guaio della Ferrari 2020 non è rappresentato esclusivamente dal cosiddetto “drag”, perché al tempo stesso la vettura non è migliorata sensibilmente nei tempi di percorrenza in curva. Come è possibile?

Secondo alcuni osservatori, la SF1000 avrebbe anche un altro problema, ovvero soffrirebbe di mancanza di carico aerodinamico sul fondo. Per farla breve, secondo questa teoria la Ferrari avrebbe deciso di copiare la Red Bull, ma lo ha fatto male. O meglio, le monoposto progettate da Adrian Newey sfruttano da tempo il concetto di “Rake”. In pratica, riescono a generare una sorta di condotto Venturi dal T-Tray fino all’estrattore, creando così una sorta di effetto suolo in quella zona dell’auto. A Milton Keynes ci sono voluti anni per affinare questo sistema, mentre a Maranello ci sarebbe ancora tanto da imparare in materia. Chiaramente, se il concetto non funziona, la monoposto non ha carico. Ecco perché nonostante il tentativo di recuperarlo, il carico, questo non sia stato trovato in alcun modo.

È evidente come la “Versione B” della SF1000 attesa per l’Ungheria potrebbe aiutare a migliorare. Di fatto, l’aerodinamica della monoposto va completamente ripensata, poiché ora come ora è assolutamente inefficiente, poiché rappresenta un handicap sia in rettilineo che in curva. Insomma, la Ferrari attuale va piano sia sul dritto che nelle pieghe. C’è qualcosa di buono in questa SF1000? Forse sì. Potrebbe essere affidabile, ma questo lo scopriremo solo domani…

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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