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F1, GP Austria 2020: Ferrari impreparata a Spielberg, solo Charles Leclerc con il coltello tra i denti

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Più che un cavallino, un mulo. Non si vuol mancare di rispetto alla Ferrari, ma il paragone nel mondo animale è perfettamente calzante. Se si riavvolge il nastro del GP d’Austria, primo round del Mondiale 2020 di F1, la Rossa ha puntato le sue uniche fiches sull’affidabilità, piuttosto che sulla prestazione, perché chi aveva quel qualcosa in più era il pilota. Il riferimento è al monegasco Charles Leclec.

I paragoni si stanno sprecando e forse si sta anche esagerato, tuttavia la qualità della guida di Charles rimane, perché è caratteristica tipica dei campioni quella di riuscire a monetizzare al 100% tutto quelle viene. Lui l’ha fatto, inserendoci un pizzico di genialità che non guasta e il risultato è stato un fantastico secondo posto alle spalle della Mercedes di Valtteri Bottas. Ovviamente la fortuna è stata dalla sua, con la Safety Car che più volte ha annullato il distacco dai primi e i problemi tecnici dei motorizzati Mercedes e di Red Bull. In sostanza, la dea bendata ha aiutato gli audaci e mai come nel caso della corsa di ieri il detto è in tema.

Decisamente rivedibile, per usare un eufemismo, è stato tutto quello che ha riguardato l’avvicinamento all’esordio iridato della Rossa nel complesso. Il Team Principal Mattia Binotto si era detto sorpreso del lavoro fatto dagli altri per il periodo di lockdown. Dichiarazioni che, forse peccando di dietrologia, avrebbero alimentato il malumore di altre dirigenze passate. Accettare che gli altri abbiano fatto meglio, facendo poco per rimediare agli errori commessi e dando quasi per perse queste due gare, lascia decisamente perplessi.

Sembra quasi che il solo Leclerc si sia presentato con gli occhi della tigre, mentre il resto della truppa aveva già alzato bandiera bianca per le prove austriache. Cercare di recuperare in poco tempo, con una macchina priva di velocità, è molto difficile. Probabilmente qualche aggiornamento ci sarà, ma pensare di recuperare 1″ con tale facilità è al di là del significato della parola “ottimismo”. Vedremo se la pista smentirà questa sensazione, in attesa che a Budapest (Ungheria) si veda una versione diversa della Rossa, crocevia della stagione 2020.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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