Formula 1
F1, GP Austria 2020: l’analisi della gara. Ferrari miracolata, Red Bull delusa e la Mercedes fa paura
Il Gran Premio d’Austria 2020 è appena passato agli archivi con la vittoria di Valtteri Bottas davanti a uno spettacolare Charles Leclerc e all’arrembante Lando Norris. Andiamo, dunque, ad analizzare squadra per squadra quanto avvenuto durante la gara.
MERCEDES – Valtteri Bottas primo e Lewis Hamilton quarto. Il bilancio è sicuramente positivo, ma non è arrivata l’annunciata doppietta. O meglio, le due Mercedes sono passate sul traguardo prima e seconda, ma la penalità affibbiata al britannico per il contatto con Alexander Albon lo ha fatto retrocedere al quarto posto finale. Bottas ha vinto con merito, restando in testa dal primo all’ultimo giro e disputando una gara molto ordinata. L’unico momento di difficoltà è arrivato prima della sosta, quando con pneumatici soft usurati ha visto il compagno di squadra avvicinarsi notevolmente, ma dopo il pit-stop la paura è passata. Bottas quindi può sorridere, mentre Hamilton è uno dei delusi di giornata. L’inglese è apparso più performante del finlandese e la vittoria era ampiamente alla sua portata, ma le due penalità collezionate tra qualifica e gara lo hanno relegato fuori dal podio. Lewis masticherà amaro e avrà una gran voglia di rifarsi domenica prossima. Di sicuro abbiamo visto che su questa pista le Mercedes non hanno assolutamente rivali.
FERRARI – Ancora non è chiaro come diavolo abbia fatto Charles Leclerc ad arrivare secondo con questa monoposto, che anche in gara pagava un secondo al giro alle Mercedes. D’accordo, c’è tanta fortuna in questo risultato, arrivato grazie a tre safety car, alle disavventure della Red Bull e alla penalità inflitta a Hamilton. Però, i sorpassi nel finale prima a Norris e poi a Perez sono figli esclusivamente della classe del monegasco, che ha disputato una gara molto accorta, affondando il colpo solo quando era necessario, mandando a segno due stoccate fantastiche. La piazza d’onore non deve illudere, perché in condizioni normali la Ferrari non sarebbe mai salita sul podio, ma è un meritatissimo premio per Leclerc, che ha corso con grande intelligenza e ha saputo attaccare quando più contava. Riguardo Vettel c’è poco da dire, una prova da dimenticare. È vero, la prima safety car ha annullato qualsiasi potenziale vantaggio potesse derivare dall’effettuare uno stint iniziale più lungo, però il contatto con Sainz è tutta farina del suo sacco. Un affondo quantomeno molto ottimista, quello tentato sullo spagnolo, che alfine ha danneggiato solo il tedesco, il quale può ritenersi fortunato di aver racimolato un punto, visto come si erano messe le cose. In generale, Seb quest’oggi è stato annichilito dal compagno di squadra nella gestione del GP e ha perso un’occasione per portare a casa un piazzamento di prestigio.
RED BULL – È la grande delusa del Gran Premio d’Austria. La Red Bull si è dimostrata indiscutibilmente la seconda forza in campo, ma alla fine esce dalla gara “di casa” con un pugno di mosche. Verstappen è uscito di scena dopo pochi giri a causa di problema alla sua monoposto, mentre Albon si è trovato in posizione di forza quando il team ha deciso di farlo rientrare ai box per montare gomme morbide durante la seconda safety car. Il contatto con Hamilton ha rovinato tutto, ma nel finale il thailandese di Londra si è fermato a sua volta a causa di un guasto. Per quanto si è visto tra sabato e domenica, la Red Bull è l’unica in grado di impensierire la Mercedes, anche perché le scelte strategiche sono sempre state brillanti, sia in qualifica che in gara. Tuttavia, al di là dei contatti, se viene meno l’affidabilità si può davvero fare poco. Se la Ferrari è la squadra che ha raccolto di più in relazione al potenziale messo in mostra, il team di Milton Keynes vive indubbiamente la situazione opposta, ovvero è stata la scuderia che ha ottenuto meno in rapporto ai propri mezzi.
MCLAREN – Alla fine, si fa festa. Alla vigilia, a Woking avrebbero firmato con il sangue per ottenere un terzo e un quinto posto, peraltro conditi dal giro più veloce in gara. Va detto che, come per la Ferrari, il risultato odierno è migliore della potenzialità mostrata dal team. Però poco importa, a differenza di altre monoposto la McLaren si è dimostrata affidabile e piuttosto competitiva, venendo sovrastata nelle prestazioni solo da Mercedes e Red Bull. Il fatto più interessante della gara odierna è rappresentato da Lando Norris, il quale ha disputato un Gran Premio da paura. Il giovanissimo britannico ha dimostrato cattiveria e determinazione nel sorpasso a Perez, una notevole dose di personalità nel resistere al compagno di squadra quando questo lo ha attaccato, e una grande classe nel trovare il giro più veloce in gara proprio quando più contava. Insomma, a Woking possono stare tranquilli in ottica futura, perché il buon Norris ha dei numeri fuori dal comune. Sainz sarà l’unico deluso in seno al team diretto da Zak Brown. Il quinto posto di per sé è un buon risultato, ma l’iberico è stato messo in ombra dal suo compagno di squadra, che per di più può festeggiare sul podio.
RACING POINT – Il sesto posto di Sergio Perez è un brodino se rapportato alle aspettative della vigilia. La Racing Point sognava il podio, ed effettivamente il messicano è stato a lungo in lizza per ottenerlo. L’azzardo di tentare la sequenze soft-medie con gli pneumatici si è rivelato perdente e alla fine, con il senno di poi, si può parlare di occasione persa. D’altronde vedere Leclerc al secondo posto, nonostante sia stato costantemente sovrastato per tutto il Gran Premio, farà sicuramente masticare amaro alla squadra di base a Silverstone. Il potenziale c’è, però bisogna sapere metterlo a frutto. Inoltre le preoccupazioni relative all’affidabilità si sono rivelate giustificate, poiché Stroll ha dovuto alzare bandiera bianca.
RENAULT – La Renault se ne esce dal Gran Premio d’Austria grattandosi il capo. L’ottavo posto di Esteban Ocon è poca roba e, a conti fatti, il team francese si è rivelato la sesta forza in campo. Forse Daniel Ricciardo avrebbe potuto fare qualcosa di più, se non fosse stato fermato da un problema tecnico, ma difficilmente sarebbe andato oltre una quinta/sesta piazza. Insomma, la Règie è nella seconda metà di classifica e, visto che non sono previsti aggiornamenti alla power unit, sembrerebbe preannunciarsi un 2020 di sofferenza.
ALPHA TAURI – La “Red Bull di riserva” si prende la soddisfazione di marcare più punti della casa madre. Anzi, Pierre Gasly è l’unico pilota della galassia dei “bibitari” ad aver visto la bandiera a scacchi. L’Alpha Tauri ha disputato la gara che ci si aspettava facesse, restando sempre in agguato e lontano dai guai per approfittare delle disgrazie altrui. È esattamente quello che è successo, così è arrivato un settimo posto più che discreto. Peccato per la foratura di Kvyat, altrimenti anche il russo avrebbe potuto racimolare qualche punticino.
ALFA ROMEO – In gara meglio che in qualifica. Le vetture del Biscione saranno anche in coda al gruppo, ma hanno saputo difendersi nella parte bassa della classifica. Alfine l’intera squadra e Antonio Giovinazzi possono festeggiare due punti arpionati con le unghie e con i denti. Alla luce delle premesse della vigilia, smuovere subito la graduatoria iridata era tutt’altro che scontato. Al di là del ritiro di Räikkönen, ci può essere soddisfazione per aver raccolto qualche punticino. Probabilmente questa sarà la prospettiva massima per l’intera stagione, quindi si può mandare in archivio il GP d’Austria con un sorriso.
HAAS – Una performance inquietante. Le Haas si sono fatte notare solo per le uscite di pista dei due piloti e, se è vero che entrambi hanno avuto problemi ai freni, questi si sono presentati davvero molto presto. Insomma, una giornata da dimenticare, nella speranza che possano arrivare domeniche migliori di quella da incubo vissuta oggi.
WILLIAMS – Progressi nelle prestazioni confermati rispetto allo scorso anno. Russell, anziché fare da fanalino di coda perenne, ha lottato con gli altri “piccoli”, vedendo poi la sua gara interrompersi a causa di un problema alla power unit. Bisognerà aspettare l’occasione propizia per marcare punti, ma sicuramente ci saranno più possibilità rispetto al 2019. Latifi invece è stato impalpabile, ma quantomeno ha portato a termine il primo Gran Premio della carriera. Un fatto non banale, considerando come siano arrivate al traguardo solo undici monoposto.
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Foto: La Presse