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Formula 1
F1, GP Stiria 2020: quali aggiornamenti porterà la Ferrari e quali problemi spera di risolvere
In cerca di soluzioni. E’ con questo spirito che la Ferrari si presenta al secondo round del Mondiale 2020 di F1. Sul tracciato del Red Bull Ring si replica nel prossimo weekend (10-12 luglio) e i team avranno dei vantaggi legati all’assetto e al set-up delle proprie vetture. A Maranello, però, la situazione è critica. L’eccellente secondo posto del monegasco Charles Leclerc, frutto di circostanze fortunate (la presenza costante della Safety Car e le problematiche tecniche altrui) e dell’abilità di guida del 22enne del Principato, non nasconde le criticità di una monoposto incapace di generare carico dal proprio corpo vettura e con una power unit meno performante di quella dell’anno passato. Una situazione molto preoccupante se si vanno ad analizzare le differenze velocistiche tra 2019 e 2020 emerse nelle qualifiche dell’appuntamento austriaco.
Se infatti la vecchia SF90, monoposto che mancava di carico aerodinamico e di aderenza in curva, compensava queste deficienze con la mostruosa potenza della Power Unit, la SF1000 è carente su tutti i fronti. Di fatto, facendo un confronto di velocità tra le due monoposto citate, mediamente Leclerc l’anno scorso aveva 15 km/h di velocità in più. Un dato davvero impressionante. Questo aspetto, chiaramente, alimenta tanti dubbi sul famoso accordo tra la FIA e la Ferrari relativamente al motore 2019, che tante polemiche ha alimentato nel Circus. Tanti legano appunto a ciò, le prestazioni negative dell’unità ferrarista. Resta però un dato significativo, al di là di tutto, ovvero che per due anni di fila a Maranello hanno sbagliato l’impostazione della monoposto e correggere in corsa, con i regolamenti vigenti, non è assolutamente facile. Di fatto questa macchina sembra essere stata progettata pensando di aver a disposizione la stessa potenza dell’anno passato ed ecco che il famoso “drag” potrebbe essere maggiore di quello che realmente sia.
Rimediare non è semplice e bisogna intervenire in maniere incisiva sul design della SF1000 per cercare di minimizzare la resistenza all’avanzamento (troppa allo stato attuale) e nello stesso tempo garantire un maggior rendimento dal fondo della vettura. Qualcuno potrebbe dire: si intervenga sul motore per ripristinare la stessa potenza dell’anno scorso. Un suggerimento però che non potrà essere colto dalla Ferrari perché dalla gara di domenica scorsa è già scattato lo stop per tutto il 2020 su alcune parti essenziali della macchina (telaio, cambio e motore per fare delle menzioni). Pertanto, si potrà intervenire sul propulsore solo per modifiche legate all’affidabilità, mentre le sospensioni verranno “frizzate” dal 15 settembre.
Gli aggiornamenti da questo punto di vista potranno riguardare l’aerodinamica e, secondo quello che filtra da Maranello, lo step evolutivo previsto per Budapest (17-19 luglio) sarà anticipato in parte per il prossimo GP austriaco per cercare quantomeno di migliorare il comportamento della monoposto in curva, usando degli assetti più scarichi nello stesso tempo. Per il GP di Stiria, infatti, sono attesi ali anteriore e posteriore nuove e un fondo modificato. La Ferrari spera, con questi accorgimenti, di tagliarsi un po’ fuori dalla lotta con Racing Point, McLaren e Renault, guadagnandosi il ruolo di terza forza in pista, visto che Mercedes e anche Red Bull in questo momento sono superiori senza dubbio. E’ chiaro che a Maranello, per le limitazioni tecniche indicate, sperano che il fattore affidabilità possa essere positivo come nella prima apparizione, anche perché in un campionato così serrato la robustezza delle vetture sarà ancor più importante.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse