Formula 1
F1, il confronto impietoso dei tempi tra la Ferrari 2019 e la SF1000. Evidenti lacune nella progettazione
Un progetto nato decisamente male. E’ con questo dato di fatto che la Ferrari arriva al primo round del Mondiale 2020 di F1. La SF1000, che poco aveva convinto nei test a Barcellona, ha confermato gli stessi problemi in termini di velocità e di accelerazione nel confronto impietoso con la stessa versione 2019 in Austria, sede dell’esordio iridato. Se si vanno a notare infatti i riscontri tra FP2 del 2019 e FP2 sul Red Bull Ring del 2020 spicca decisamente il fatto che Charles Leclerc abbia ottenuto un riscontro migliore l’anno passato (1’05″086 vs 1’05″298). In sostanza, la nuova “creatura” del Cavallino Rampante, ideata per andare forte in curva e conservare le proprie qualità in rettilineo, ha finito per penalizzare tremendamente ciò che era un punto di forza, non avendo grossi benefici in termini di guidabilità (vettura sottosterzante).
“Non è sbagliato dire che saranno gare difficili per noi. Ci dovremo guardare non solo da chi ci sta davanti, ma anche da chi ci sta dietro e siamo consapevoli che saremo in difesa. La cosa importante sarà correggere al più presto i problemi della vettura e speriamo di portare qualcosa al più presto, magari in Ungheria, con la speranza di fare un significativo passo in avanti. Da lì in poi, capiremo qual è il nostro reale potenziale per questa stagione. Dopo i test di Barcellona ci siamo accorti che sulla nostra vettura c’era un problema, perché non si comportava come speravamo rispetto a quelli che erano i nostri dati di progetto. Quindi, ciò che abbiamo potuto fare è stato semplicemente cancellare gli sviluppi che erano già in atto, cercando di ripartire e di correggere il tutto, sapendo che correggere significa fare un passo indietro con la speranza di farne tanti in avanti. Mentre gli altri hanno continuato a sviluppare, noi abbiamo dovuto fare questo passo indietro, rimanendo chiusi per nove settimane e potendo lavorare solo per cinque. E, in cinque settimane, non si riesce a ripartire e a portare degli sviluppi, perché se ci fosse stato qualcosa di già pronto lo avremmo sicuramente portato“, sono le parole del Team Principal Mattia Binotto.
Non avendo delle basi solide, la Rossa si è trovata nell’impossibilità di preparare degli sviluppi che potessero essere già pronti prima dell’arrivo della pandemia, che ha costretto le aziende a rimanere chiuse fino al termine di maggio. Contrariamente alla Mercedes che già aveva previsto degli step, a Maranello sono stati costretti a tornare sui propri passi e quindi hanno scelto di portare un grosso aggiornamento, probabilmente di concetto, tra due settimane in Ungheria (3° GP dell’anno). La speranza per i ferraristi è che si parli di una versione B, ma siamo nel campo delle ipotesi. In sostanza, si cercherà di metterci una pezza in fretta, ma sarà sufficiente al cospetto di rivali, precisi come orologi svizzeri? A Budapest ne sapremo di più, ma a Spielberg potrebbe andare in scena un film dell’orrore per il Cavallino Rampante…
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse