Formula 1
F1, l’azzardo vincente delle Haas. Magnusseen festeggia con un punticino
Kevin Magnussen porta a termine uno splendido GP d’Ungheria, terzo round del Mondiale di F1 2020. Il danese di casa Haas ha completato l’evento magiaro al decimo posto, il miglior risultato dell’anno per la squadra americana. Ricordiamo che l’ex portacolori della McLaren aveva tagliato il traguardo al nono posto. La sanzione è arrivata ad alcune ore dalla fine della corsa a causa di un’infrazione da parte della squadra durante il giro di formazione. Gli ingegneri di Haas avrebbero aiutato i propri piloti nel settaggio delle auto per la partenza, un’operazione vietata dal regolamento.
Relegata in fondo al gruppo al temine delle qualifiche di ieri, l’Haas ha azzardato una strategia alternativa per la corsa di oggi. Con la pista che si stava asciugando, Magnussen ed il compagno di box, il francese Romain Grosjean, sono stati chiamati al box nel giro di formazione, pronti ad iniziare la corsa con le gomme slick e non con le intermedie, scelta condivisa da tutti gli altri protagonisti del Circus. I quattro chilometri dell’Hungaroring si sono subito asciugati e con il passare dei giri anche gli altri piloti hanno dovuto per forza fermarsi ai box. Il figlio dell’ex pilota di F1 e campione nelle gare endurance Jan Magnussen si è trovato in pochi minuti da ultimo a terzo.
Le difficoltà di Haas si sono mostrate nel prosieguo della corsa con i due piloti che hanno dovuto stringere i denti per rimanere nella Top10. Magnussen è riuscito a resistere nella prima metà del gruppo ed a chiudere al decimo posto.
Haas ha giocato di strategia, un rischio giustificato per una squadra che non ha nulla da perdere. La scelta di mettere dal primo giro le slick era stata proposta, durante il formation lap, anche dal russo Daniil Kvyat. L’AlphaTauri non ha però ascoltato la richiesta del proprio pilota, una soluzione che avrebbe potuto portare l’ex Toro Rosso nella Top10. Ottima dunque la lettura della squadra diretta dall’italiano Günther Steiner, il team principal dell’équipe di Gené Haas. Un azzardo ‘studiato’, una scelta coraggiosa che ha pagato.
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Foto: LaPresse