Formula 1
F1, perché il motore della SF1000 non è performante? Il secondo flussometro può essere una risposta
Siamo in fase di analisi e ci si sta chiedendo per quale motivo la Ferrari abbia perso così tanto in termini di potenza. Fare un confronto tra le velocità raggiunte in Austria, nel primo round del Mondiale 2020 di F1, con quelle dell’anno scorso fa mettere i brividi, dal momento che la Rossa del 2019 raggiungeva velocità di circa 15 km/h migliori. Un differenziale notevolissimo frutto di che cosa?
Tanti in queste ultime ore alludono all’accordo tra FIA e Ferrari, relativo proprio al propulsore della Rossa 2019 che tanto ha fatto discutere. La situazione è che la Federazione non ha avuto modo di dimostrare le irregolarità della Rossa, ma per chiudere il contenzioso ha deciso di collaborare con il Cavallino Rampante per le valutazioni sui propulsori. Una forma poco gradita dai rivali, che avrebbero preferito vederci chiaro, anche per capire che cosa avesse fatto la scuderia di Maranello per rendere più performante il motore rispetto alla concorrenza.
Le controprestazioni di quest’anno sono legate quindi all’applicazione ferrea di norme che hanno abbattuto una filosofia molto incentrata sulla potenza del motore in Ferrari? Probabilmente è così perché, al di là dei problemi aerodinamici evidenti, è la power unit l’oggetto di discussione. Secondo l’opinione di alcuni tecnici, l’ultima direttiva (secondo flussometro) avrebbe danneggiato oltremodo le mire del Cavallino Rampante. In che modo? La norma impedisce una erogazione eccessiva a bassi regimi di accelerazione, vietando al sistema di immagazzinare carburante tra il serbatoio e gli iniettori successivamente bruciato in camera di combustione, eludendo i limiti di regolamento e aumentando le prestazione del propulsore. Questo come? Il flusso di carburante non può oltrepassare la soglia dei 10kg/ora al di sotto dei i 50 kW di potenza.
Ciò potrebbe spiegare per quale motivo la SF1000 spinta da un motore “modificato” faccia così tanta fatica, se non accompagnata da telaio e soluzioni aerodinamiche adeguate. In sostanza il pacchetto non funziona e l’assenza di carico generato dal fondo associata alle deficienze del propulsore portano a una Ferrari che rischia di accumulare nella prossima corsa in Austria più di un secondo al giro nei confronti della Mercedes.
[sc name=”banner-article”]
CLICCA QUI PER TUTTE LE NOTIZIE DELLA F1
giandomenico.tiseo@oasport.it
Clicca qui per seguire OA Sport su Instagram
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Foto: LaPresse