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F1, presentazione GP Austria 2020. La storia dell’evento e le edizioni entrate negli annali

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Domenica 5 luglio si disputerà il 33° Gran Premio d’Austria, atto primo del Mondiale di Formula Uno 2020. In vista dell’appuntamento, andiamo a ripercorrerne la storia, rivivendo quanto accaduto nel corso degli ultimi 56 anni. L’evento è infatti stato inserito per la prima volta nel calendario del Circus nel 1964 dopo due edizioni fuori campionato andate in scena nel 1961 e nel 1963.

Anche all’epoca si corse a Zeltweg, ma non sull’attuale circuito (che non esisteva ancora), bensì all’interno di un aeroporto militare! L’idea era quella di replicare in Austria quanto fatto con Silverstone in Gran Bretagna, ma ben presto il piano si rivelò impraticabile a causa della superficie estremamente sconnessa della pista. Difatti il Gran Premio del 1964 fu caratterizzato da moltissimi ritiri dovuti ai cedimenti meccanici causati dalle asperità del fondo stradale. La Formula 1 evitò di tornare su un circuito inadatto, di conseguenza a Zeltweg si decise di costruire un autodromo vero e proprio. Nacque così l’Österreichring, inaugurato nel 1969 e subito diventato iconografico grazie alla sua altimetria particolare, fatta di molti saliscendi.

Il Gran Premio d’Austria tornò in calendario nel 1970, diventando un appuntamento fisso. D’altronde l’onda lunga dei successi del compianto Jochen Rindt e le imprese di Niki Lauda tenevano alto l’interesse tra gli appassionati austriaci. Inoltre, la relativa vicinanza all’Italia garantiva un buon afflusso di spettatori anche dal Bel Paese. L’evoluzione della pista, però, non seguì quella della Formula 1 e nel corso degli anni ’80 iniziò a rivelarsi inadeguata agli standard dell’epoca. In particolare la sede stradale molto stretta era sovente fonte di incidenti, soprattutto al via. L’esposizione della bandiera rossa nel corso del primo giro a causa di collisioni alla partenza divenne una costante e dopo l’edizione 1987, caratterizzata da due carambole e tre differenti start, la Formula 1 decise di abbandonare l’Österreichring.

Il Gran Premio d’Austria dovette aspettare un decennio prima di tornare in calendario, nel 1997. Il tracciato venne ammodernato e allargato, ma al tempo stesso fu completamente snaturato, in particolare dall’amputazione dell’affascinante Dr.Tiroch Kurve, un lunghissimo tornante veloce in salita. Il GP restò in programma sino al 2003, dopodiché uscì nuovamente di scena e l’autodromo sprofondò addirittura in uno stato di abbandono. Solo l’intervento della Red Bull ha permesso al circuito di rifiorire nuovamente, rientrando nel Mondiale di Formula 1 dal 2014.

Per un’analisi statistica dell’evento, si rimanda all’articolo uscito pochi giorni orsono. Riguardo, invece, l’aspetto storico, quali sono le edizioni più significative del Gran Premio d’Austria? Ne abbiamo scelte sei, diluite nel corso di quasi mezzo secolo.

1970 – LA RESURREZIONE DELLA FERRARI
Dopo un 1969 disastroso, nel 1970 la Ferrari schiera in pista la nuova 312B, la cui competitività cresce di gara in gara. È un periodo difficile per il Cavallino Rampante, che non vince ormai da due anni. Tuttavia nell’estate 1970 si vede finalmente la luce in fondo al tunnel. In Gran Bretagna Jacky Icxk realizza la pole position, salvo ritirarsi dopo pochi giri con il motore rotto. In Germania, dopo una nuova pole, il belga ingaggia una battaglia furibonda con la Lotus di Jochen Rindt, cedendo per un soffio. I tempi per il successo sono maturi e il gran giorno arriva proprio a Zeltweg, dove Rindt corre letteralmente in casa. L’austriaco, però, è vittima di noie al propulsore, così le Ferrari hanno campo libero. Vince Jacky Ickx, mentre Clay Regazzoni conclude secondo. Il trionfo pone fine a un lunghissimo digiuno, in quanto il Cavallino Rampante torna sul gradino più alto del podio dopo ben 25 gare, spezzando così l’astinenza più lunga della sua storia sino a quel momento.

1975 – IL TRIONFO DI BRAMBILLA NEL DILUVIO
Un’altra edizione passata alla storia è quella del 1975, disputata sotto un autentico diluvio. Quel giorno, il brianzolo Vittorio Brambilla si rese protagonista di una performance eccezionale, tenendo prima il ritmo di Niki Lauda e James Hunt, per poi sorpassarli e seminarli nel momento in cui la pioggia aumentò d’intensità. La gara fu interrotta al 29° dei 54 giri in programma, quando Brambilla aveva ormai mezzo minuto di vantaggio su Hunt! Quell’affermazione rimane l’unica della carriera del pilota lombardo.
Purtroppo quel weekend fu caratterizzato anche dalla sconcertante morte del pilota statunitense Mark Donohue, uscito violentemente di pista durante il warm-up a causa dell’esplosione di uno pneumatico. La vettura investì anche due commissari di percorso. L’americano fu ricoverato per contusioni agli arti e al torace, ma dopo diverse ore cominciò a soffrire di forti mal di testa che rivelarono la presenza anche di un’emorragia cerebrale. Donohue entrò in coma e morì due giorni dopo. Anche uno steward perse la vita, rendendo ancora più tragico il bilancio dell’incidente.

1982 – LA VITTORIA ALL’ULTIMO RESPIRO DI ELIO DE ANGELIS
Il Gran Premio d’Austria del 1982 sta venendo dominato da Alain Prost, il quale ha un vantaggio di quasi quaranta secondi sul secondo in classifica. Tuttavia, a quattro giri dal termine, il francese è clamorosamente costretto al ritiro da un problema elettrico verificatosi sulla sua Renault. Così Elio De Angelis e Keke Rosberg si ritrovano improvvisamente in lotta per il successo. L’italiano ha un leggero margine, ma soffre anche di noie al motore e il finlandese è in rimonta. Il nordico raggiunge il romano proprio all’inizio dell’ultimo giro, che è da cardiopalma. De Angelis si difende con le unghie e con i denti, badando a rintuzzare tutti gli attacchi di Rosberg, il quale però lancia un ultimo disperato assalto proprio all’uscita della curva conclusiva. La Williams affianca la Lotus, ma sul traguardo l’italiano riesce a difendere cinque preziosissimi centesimi di vantaggio, conquistando così la sua prima vittoria in Formula 1, nonché la prima per la Lotus dal 1978. Sarà anche l’ultima affermazione del team con Colin Chapman ancora in vita.

1984 – “LA STANGATA” DI NIKI LAUDA
Nel 1984 la devastante McLaren MP4/2 sbaraglia la concorrenza. Alain Prost e Niki Lauda sono in piena bagarre per il titolo, ma a Zeltweg devono fare i conti con un Nelson Piquet in giornata di grazia, poiché riesce a porsi al comando e a tenere testa alle fantasmagoriche vetture di Woking. A metà gara, però, Prost va a sbattere dopo essere scivolato su una chiazza d’olio lasciata in pista dall’esplosione del motore di De Angelis. Lauda, che non ha mai vinto il suo Gran Premio di casa, inizia ad attaccare Piquet, il quale sta tenendo un ritmo folle per le potenzialità della sua Brabham e di conseguenza sta usurando all’inverosimile gli pneumatici. Alfine l’austriaco riesce a superare la feroce difesa del brasiliano, che immediatamente alza il piede per preservare ciò che resta delle sue gomme. Tempo due giri e Lauda ha un problema al cambio, poiché perde la quarta marcia. Per sua fortuna può proseguire, seppur a ritmo ridotto. Tuttavia Piquet non forza il ritmo, poiché è convinto che sulla vettura del viennese non ci sia alcun problema e i tempi più elevati derivino da una semplice gestione del vantaggio! Così, pur girando quattro secondi a tornata più lentamente di quanto potrebbe, Niki riesce a vincere per la prima volta in carriera nel Gran Premio di casa, ottenendo un successo fondamentale nell’ottica della conquista del suo terzo titolo mondiale.

2002 – LO “SCANDALO” DELL’ORDINE DI SQUADRA FERRARI
Nel 2002 la Ferrari domina in lungo e in largo, soprattutto con Michael Schumacher. In Austria, però, è Rubens Barrichello a recitare la parte del leone e a comandare le danze per quasi tutto il GP. Tuttavia, in vista del traguardo, al brasiliano viene impartito l’ordine di lasciare il successo al tedesco, decisamente meglio piazzato nel Mondiale piloti (44 punti contro 6). Apriti cielo! Nonostante gli ordini di scuderia facciano da sempre parte della Formula 1, per qualche misterioso motivo questa decisione del muretto Ferrari scatena un pandemonio mediatico, sul quale soffiano soprattutto i team rivali. Si parla di “scandalo” e “vergogna”, addirittura si propone di penalizzare il Cavallino Rampante. Alfine la Fia decide per una multa di un milione di dollari, senza intaccare il risultato sportivo. La tempesta passa, ma viene da chiedersi perché nel 2001, quando Barrichello lasciò la seconda posizione a Schumacher esattamente nello stesso modo, nessuno ebbe nulla da ridire…

2016 – IL PATATRAC SFIORATO TRA LE MERCEDES
Siamo nel 2016, uno degli anni in cui la supremazia Mercedes è più marcata. Nico Rosberg e Lewis Hamilton sono in piena bagarre per il Mondiale. In Austria il tedesco è al comando, ma soffre di noie ai freni ed è tallonato dal britannico, che anela il successo, poiché insegue il compagno di squadra anche nella classifica iridata. All’ultimo giro Hamilton lancia il suo attacco alla Remus Kurve, ma Rosberg non molla e di fatto sperona l’inglese! Lewis ha la vettura ammaccata, ma integra. Nico, al contrario, rompe l’alettone anteriore. Così Hamilton vince e Rosberg retrocede al quarto posto, superato anche da Max Verstappen e Kimi Räikkönen. Dopo la gara le polemiche in casa Mercedes fioccano, in quanto Toto Wolff è furibondo. Sono passate solo poche settimane dall’incidente del Gran Premio di Spagna, che ha eliminato entrambe le vetture, e quello sfiorato in Canada. Dunque il boss del team ordina a entrambi i suoi piloti di darsi una regolata, poiché non tollererà più autoscontri fratricidi…

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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