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F1, presentazione GP Gran Bretagna. Una gara che ha più volte cambiato la storia del Circus

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Domenica 2 agosto si disputerà il 71° Gran Premio di Gran Bretagna valido per il Mondiale di Formula Uno, quarto atto della stagione 2020. L’evento è un’autentica istituzione del Circus, poiché non è mai mancato dal calendario iridato della massima categoria automobilistica. Ciò significa che il GP di Gran Bretagna si è disputato in ogni singolo Mondiale di Formula Uno andato in scena nella storia. Solamente il GP d’Italia può vantare il medesimo status. Peraltro non bisogna dimenticare come l’avventura del Circus cominci proprio nel Regno Unito.

Infatti la prima gara valevole per il campionato mondiale di F1 si disputa sabato 13 maggio 1950 a Silverstone. Tra gli spettatori c’è anche Re Giorgio VI. La competizione si risolve con un trionfo dell’Alfa Romeo, poiché vince Nino Farina davanti a Luigi Fagioli e Reg Parnell. Da allora la Gran Bretagna non ha mai mancato l’appuntamento con il Circus, anche se nel corso degli anni ha di tanto in tanto ospitato il suo Gran Premio in altri circuiti. A partire dal 1955 è cominciata un’alternanza tra Silverstone e Aintree, durata sino al 1962. Dopodiché, per un quarto di secolo, l’evento è stato diviso fra Silverstone, dove si correva negli anni dispari, e Brands Hatch, utilizzato invece negli anni pari. Quindi, dal 1987 in poi, Silverstone, situato nel cuore dell’Inghilterra a metà strada tra Londra e Birmingham, è tornato a essere il teatro esclusivo dell’appuntamento, come avvenuto agli albori della F1. Dunque, delle settanta edizioni del Gran Premio di Gran Bretagna valevoli per il Mondiale, ben 53 si sono disputate proprio a Silverstone, 12 a Brands Hatch e 5 ad Aintree. Per l’analisi statistica dell’evento si rimanda all’articolo dedicato. In questa sede affrontiamo invece l’aspetto storico, ricordando i GP di Gran Bretagna più significativi. Ne abbiamo scelti otto.

1951 – Gli albori del Mondiale di Formula Uno sono caratterizzati da una dittatura dell’Alfa Romeo, che vince tutte le gare a cui prende parte. Almeno sino al Gran Premio di Gran Bretagna 1951. Quel giorno, sul tracciato di Silverstone, le vetture del Biscione subiscono la prima sconfitta di sempre. A spezzare l’egemonia alfista è la Ferrari, grazie a una migliore gestione dei consumi. Infatti la Ferrari 375 si dimostra decisamente più parsimoniosa dell’Alfa Romeo 159. In questo modo José Froilan Gonzalez può permettersi di effettuare un solo rifornimento, mentre Juan Manuel Fangio e Nino Farina sono costretti a due fermate ai box. Quel 14 luglio 1951 la Formula Uno cambia per sempre. Sia perché l’Alfa si dimostra battibile, sia perché comincia l’epopea vincente della Ferrari.

1957 – Anche il 20 luglio 1957 è una data entrata nella storia del Circus. Quel giorno sulla pista di Silverstone vince la Vanwall. Stirling Moss parte dalla pole position e si pone in testa, ma rompe il motore. Viene così fatto salire sulla vettura gemella di Tony Brooks per proseguire la corsa. Quando la Maserati di Jean Behra, nel frattempo passato al comando, rompe la frizione, la Vanwall si trova nuovamente davanti a tutti, restandovi sino al traguardo. Per la prima volta una monoposto britannica vince in Formula 1, sino a quel momento dominata dai costruttori italiani e tedeschi. È l’alba di una nuova era, poiché ben presto i “garagisti” inglesi raggiungeranno il vertice della massima serie automobilistica.

1976 – Brands Hatch, 18 luglio 1976. Al via si verifica una carambola dalla quale escono nel peggiore dei modi la McLaren di James Hunt, la Ferrari di Clay Regazzoni e la Ligier di Jacques Laffitte. La pista è piena di olio e detriti, quindi durante il secondo giro viene esposta la bandiera rossa. Il regolamento dell’epoca consentiva di ripartire solamente ai piloti che avevano concluso la prima tornata. Quando lo speaker annuncia che la gara di Hunt, beniamino di casa, è già terminata, sugli spalti si scatena il pandemonio. Il pubblico reagisce inferocito e i commissari, temendo disordini, decidono di ammettere al nuovo via anche i tre piloti teoricamente già ritirati. Durante il Gran Premio si genera un duello proprio tra Hunt e Lauda, con l’inglese che ne esce vincitore. Ferrari, Tyrrell e Copersucar però non ci stanno e presentano reclamo, affermando (giustamente) che Hunt non avrebbe dovuto gareggiare. Dopo due mesi la Fia darà loro ragione, togliendo di classifica l’inglese, che effettivamente venne ammesso alla competizione solo per placare le ire della folla.
Al di là di questa vicenda, il Gran Premio di Gran Bretagna 1976 è inoltre entrato negli annali anche per un altro motivo. Si tratta dell’unico GP della storia a cui si sono iscritte due donne, ovvero l’italiana Lella Lombardi e la britannica Divina Galica. Nessuna delle due riuscì però a superare le qualificazioni.

1979 – Sono passate solo due settimane dall’epico duello tra Gilles Villeneuve e René Arnoux a Digione, ma i valori in campo a Silverstone sono completamente diversi. In particolare chi ruba l’occhio è la Williams FW07 a effetto suolo, sulla quale sono appena state apportate delle modifiche aerodinamiche da Patrick Head e Frank Dernie. Il risultato è sensazionale, perché la monoposto ritoccata si rivela velocissima. L’australiano Alan Jones realizza la pole position, ma in gara è l’esperienza di Clay Regazzoni a fare la differenza. L’ormai quarantenne elvetico conquista quella che sarà la sua ultima vittoria, ma soprattutto quel successo è il primo di sempre per la Williams, la cui epopea vincente comincia proprio nel Gran Premio di Gran Bretagna. Il team fondato da Sir Frank diventerà uno dei più blasonati di sempre nella storia della Formula 1, restando al vertice del Circus per un quarto di secolo e conquistando ben 113 successi dopo quello del 14 luglio 1979.

1981 – A Silverstone, il 18 luglio 1981, le Renault sono indiscutibilmente le vetture più performanti. In prova monopolizzano la prima fila, staccando di un secondo tutti gli avversari. In gara Alain Prost si pone immediatamente in testa, ma a un terzo della distanza il suo motore si rompe. Così è René Arnoux a ereditare il comando. Il francese sembra avere il successo in pugno, ma nella fase finale della competizione anche il suo propulsore inizia a balbettare. Chi ne approfitta è John Watson, che riesce a sorpassare il transalpino quando mancano pochi giri alla bandiera a scacchi. In questo modo la McLaren torna a vincere un Gran Premio per la prima volta dall’ottobre del 1977, riuscendoci con la MP4/1 progettata da John Barnard, ovvero la prima monoposto di sempre costruita in fibra di carbonio. È una rivoluzione copernicana, poiché ben presto tutte le vetture di Formula 1 saranno prodotte usando questo materiale, utilizzato ancora oggi, a quasi quarant’anni di distanza dalla sua introduzione.

1987 – In questa stagione le Williams sono le vetture da battere. A Silverstone, poi, sono più dominanti che mai. Dunque in Gran Bretagna la lotta per il successo riguarda Nelson Piquet e Nigel Mansell. Il brasiliano, partito dalla pole position, mantiene la leadership con autorità, seguito dal rivale. Rendendosi conto di non poterlo superare in condizioni normali, il britannico decide di cambiare strategia. Anziché effettuare una corsa non-stop, rientra ai box e monta pneumatici nuovi. Nigel si trova a 29 secondi da Nelson quando mancano 28 giri, ma non si da’ per vinto e si lancia in una rimonta clamorosa, durante la quale realizza il giro più veloce in gara ben undici volte! La sua generosità sconfina nell’incoscienza, poiché Mansell nel finale decide di usare la sovralimentazione del motore in modalità qualifica, allo scopo di avere 100 cavalli in più, rischiando così di restare senza benzina. Alfine il britannico riesce a coronare il suo forsennato inseguimento, sorpassando Piquet e vincendo la gara. È il delirio collettivo, migliaia di spettatori invadono la pista per portare in trionfo Nigel, rimasto privo di carburante nel suo giro d’onore. Esplode così la cosiddetta “Mansell-mania”, che caratterizzerà gli appassionati britannici per molti anni a venire.

2003 – Questo Gran Premio di Gran Bretagna viene ricordato per una delle scene più surreali mai viste nella storia della Formula 1. Nel corso dell’undicesimo giro, le telecamere mostrano un uomo in kilt correre in senso opposto alle vetture sull’Hangar straight, sventolando un cartello con messaggi di carattere religioso, causando l’ingresso della safety car. Il mondo fa così la conoscenza dello squinternato Neil Horan, il quale farà parlare di sé anche negli anni a venire (per esempio durante la maratona dei Giochi Olimpici di Atene 2004). Sul piano sportivo, quella gara viene ricordata come una delle migliori della carriera di Rubens Barrichello, che per una volta sovrasta Michael Schumacher sotto ogni aspetto. Il brasiliano realizza addirittura un hat-trick, rimediando alla goffa partenza (unico passaggio a vuoto del suo weekend) grazie a una serie di spettacolari sorpassi, andandosi a prendere un meritatissimo successo.

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2008 – È l’anno della prima vittoria di Lewis Hamilton nel Gran Premio di casa. Il britannico, all’epoca ventitreenne, ottiene un successo in grande stile, realizzando una prestazione superlativa. Si gareggia su pista bagnata e la pioggia, inizialmente leggera, aumenta progressivamente con il passare delle tornate, sino a diventare un autentico diluvio. In queste condizioni difficilissime, Hamilton emerge prepotentemente, disputando letteralmente un GP a parte. L’inglese gira a un ritmo insostenibile per chiunque altro, guadagnando un vantaggio siderale sulla concorrenza. I piloti Ferrari, in piena bagarre con Lewis per il titolo, vengono umiliati. Alfine l’inglese trionfa doppiando tutti gli avversari a eccezione di Nick Heidfeld e Rubens Barrichello, che risultano però staccati di oltre un minuto!

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Foto: La Presse

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