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F1, presentazione GP Ungheria 2020. La storia dell’evento e le edizioni entrate negli annali

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Domenica 19 luglio si disputerà il 35° Gran Premio d’Ungheria, terzo atto del Mondiale di Formula Uno 2020. In vista dell’appuntamento, andiamo a ripercorrerne la storia, rivivendo quanto accaduto nel corso degli ultimi 34 anni. La gara è stata inserita per la prima volta in calendario nel 1986 e inizialmente rappresentò un avvenimento di portata epocale.

Infatti, per la Formula 1 disputare una gara in terra magiara significò far breccia nel blocco comunista. Bernie Ecclestone cullava il sogno di portare il Circus oltrecortina sin dall’inizio degli anni ’80 e, ancora in piena Guerra Fredda, intavolò trattative per un potenziale Gran Premio dell’Unione Sovietica su un tracciato cittadino a Mosca. Il progetto si rivelò di difficile realizzazione, perciò il vulcanico uomo d’affari ripiegò sull’Ungheria, geograficamente molto vicina all’Europa Occidentale e il cui regime era di mentalità più aperta rispetto a quello sovietico. Così, si giunse a un accordo e venne edificato un autodromo a una ventina di chilometri da Budapest. Fu un successo immediato, poiché ungheresi, polacchi, cecoslovacchi e tedeschi dell’Est si riversarono in massa sull’Hungaroring, allo scopo di assistere dal vivo a un GP di Formula 1. Nella seconda metà degli anni ’80, il Gran Premio magiaro venne così benedetto da autentici bagni di folla, poiché per molti appassionati rappresentava l’unica occasione di presenziare in loco a una gara del Circus. Il crollo dell’Impero comunista e la conseguente apertura delle frontiere ha successivamente fatto venire meno il pubblico oceanico, tuttavia il Gran Premio d’Ungheria è rimasto una presenza fissa in calendario e non ha mai mancato l’appuntamento con la Formula 1. Si è sempre gareggiato all’Hungaroring, solo leggermente modificato nel corso degli anni. Il circuito, già tortuoso di per sé, ha come marchio di fabbrica una superficie molto sporca e scivolosa, che rende ancora più complicato sorpassare. Per l’analisi statistica dell’evento si rimanda all’articolo pubblicato ieri. Riguardo, invece, l’aspetto storico quali sono le edizioni più significative del Gran Premio d’Ungheria? Ne abbiamo scelte sei, diluite nel corso del tempo

1986 – L’INCREDIBILE SORPASSO DI PIQUET
La prima edizione del GP d’Ungheria vede andare in scena un intenso duello tra Ayrton Senna e Nelson Piquet. Il più giovane dei due brasiliani è al comando, braccato dal più esperto connazionale. A due terzi di distanza Piquet lancia un attacco alla prima curva, ma ritarda troppo la frenata e finisce lungo. Scampato il pericolo, dal passaggio successivo Senna inizia a impostare la piega con una traiettoria più interna del solito, proprio allo scopo di disinnescare qualsiasi assalto. Piquet allora decide di tentare una mossa apparentemente folle, ovvero il sorpasso all’esterno! Nelson tiene giù il piede sino all’ultimo istante utile, passando il paulista, quindi effettua un’incredibile doppia derapata controllata, chiudendo così la traiettoria ad Ayrton e prendendo il comando! Come ciliegina sulla torta, Piquet mostra il dito medio a Senna subito dopo aver controllato la sua Williams FW11, un mostro di oltre 540 kg spinto da un V6 biturbo, come se fosse un go-kart! Ayrton, scottato per l’accaduto, non ci sta e cerca in tutti i modi di rendere pan per focaccia al più esperto connazionale. Tuttavia, nonostante lo segua come un’ombra per quasi venti giri, non riesce mai a lanciare un attacco degno di nota.

1989 – LA CLAMOROSA RIMONTA DI MANSELL
Un’altra edizione passata alla storia è quella del 1989. La Ferrari soffre tremendamente in qualifica, ma in assetto da gara è irresistibile. Nigel Mansell parte addirittura dodicesimo, ma si rende protagonista di una delle prestazioni più belle della sua carriera. Risale la china con pazienza, aspettando sempre il momento giusto per attaccare chi lo precede e recuperando rapidamente terreno quando ha pista libera di fronte a sé. I suoi pneumatici reggono alla perfezione, mentre quelli delle McLaren si stanno distruggendo. Dopo aver sorpassato e seminato Prost, il britannico si mette alla caccia di Senna, braccandolo come un’ombra. Quando Ayrton ha una leggera esitazione nel doppiare la Onyx di Johansson, Nigel coglie l’occasione al volo e lancia il suo attacco a sorpresa, sorpassando contemporaneamente sia il brasiliano che lo svedese! Mansell chiude in trionfo, ottenendo uno dei suoi successi più emozionanti, giustificando appieno il soprannome di “Leone” coniato per lui dai tifosi ferraristi.

1997 – L’IRREALE SFORTUNATA CAVALCATA DI HILL
Gran Premio d’Ungheria 1997. Infuria la lotta per il titolo iridato tra la Ferrari di Michael Schumacher e la Williams di Jacques Villeneuve, che infatti sono rispettivamente primo e secondo in griglia di partenza. In qualifica, tra la sorpresa generale, il terzo tempo viene fatto segnare da Damon Hill, sulla mediocre Arrows-Yamaha. Quest’ultima però monta gomme Bridgestone, a differenza di tutti i top team che usano pneumatici Goodyear. Sull’Hungaroring le coperture giapponesi si dimostrano infinitamente superiori a quelle americane e in gara Hill non solo prende il comando, ma riesce addirittura a conquistare un vantaggio siderale sulla concorrenza. Sembra finalmente arrivato il gran giorno dell’Arrows, mai riuscita a vincere un Gran Premio in venti stagioni di permanenza in Formula 1. Invece, nei giri conclusivi la vettura di Hill inizia a soffrire di un problema idraulico. Il britannico è costretto a rallentare e viene sorpassato da Jacques Villeneuve proprio in extremis, vedendo così sfumare un meritatissimo successo a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi, ma riuscendo quantomeno a portare la monoposto al traguardo in seconda posizione.

1998 – IL CAPOLAVORO STRATEGICO DELLA FERRARI
Nel 1998 la battaglia per il titolo mondiale coinvolge la McLaren di Mika Häkkinen e la Ferrari di Michael Schumacher. Il finlandese ha vinto sia in Austria che in Germania, mentre il tedesco si è dovuto accontentare di un terzo e di un quinto posto, scivolando a 16 punti dal rivale. Il GP d’Ungheria sa di ultima spiaggia per le speranze ferrariste. In gara le Frecce d’Argento occupano la prima e la seconda posizione, mentre Schumi è bloccato in terza piazza. Al muretto Ferrari Ross Brawn decide di rischiare il tutto per tutto. Si cambia strategia, passando da due a tre soste. Dopo il secondo pit-stop Schumacher inizia a girare con un ritmo terrificante, mentre Häkkinen e Coulthard non hanno modo di replicare allo scatenato teutonico. Dopo la terza sosta, Michael torna in pista primo. L’azzardo del Cavallino Rampante riesce e il Mondiale viene riaperto, anche perché nel finale Mika arranca sino al sesto posto a causa di noie al cambio..

2006 – IL TRIONFO DI BUTTON NEL CAOS
Nel 2006, per la prima volta in vent’anni, si gareggia sotto la pioggia. Il grande protagonista della gara è Jenson Button, scattato a centro gruppo a causa di una penalizzazione per aver sostituito il motore. Il britannico della Honda impiega solo sette giri per issarsi dal quattordicesimo posto di partenza al quarto! Button sale poi al secondo posto quando Kimi Räikkönen si ritira a causa di un incidente con Vitantonio Liuzzi in fase di doppiaggio e, contemporaneamente, l’altra McLaren di Pedro De La Rosa effettua un pit-stop. C’è solo Fernando Alonso davanti all’inglese che, dopo la sua sosta, inizia a rimontare furiosamente sul battistrada. Lo spagnolo si ferma ai box per cambiare gomme, ma l’iberico perde la posteriore sinistra subito dopo essere ripartito e deve ritirarsi! Button non ha più rivali e, oltre a ottenere il primo successo della carriera, riporta la Honda sul gradino più alto per la prima volta dall’affermazione di John Surtees nel GP d’Italia 1967.

2017 – VETTEL VINCE CON LO STERZO FUORI ASSE!
La battaglia per l’Iride coinvolge la Mercedes di Lewis Hamilton e la Ferrari di Sebastian Vettel. L’Hungaroring è un tracciato decisamente favorevole alle “Rosse”, che infatti monopolizzano la prima fila e si apprestano a dominare la gara. Tuttavia, Vettel inizia ben presto a soffrire di un problema allo sterzo, che finisce fuori asse. Per andare dritto in rettilineo, il tedesco deve piegare il volante verso sinistra! Ciò significa avere forte sottosterzo nelle pieghe verso destra e viceversa grande sovrasterzo in quelle verso sinistra, nonostante l’handicap, Seb resiste al comando sino alla bandiera a scacchi, conquistando una delle vittorie più belle e sofferte della sua carriera da ferrarista.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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