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Giro d’Italia 2020: i corridori avvantaggiati dal gareggiare ad ottobre e chi potrebbe soffrire

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Correre il Giro a ottobre, anziché a maggio, potrebbe in qualche modo cambiare i valori in campo? Storicamente, in effetti, ci sono corridori che tendono ad andare più forte di altri in questo periodo dell’anno. E’ il caso di Vincenzo Nibali, negli ultimi anni sovente grandissimo protagonista delle classiche nostrane autunnali, o di Jakob Fuglsang, il quale vanta anche due quarti posti nella corsa principe di questo momento della stagione, il Giro di Lombardia.

Loro sono sicuramente più abituati, rispetto a chi come Simon Yates o Richard Carapaz sovente stacca la spina prima di ottobre, a trovare una buona condizione ad autunno inoltrato. C’è un problema, però: di norma si arriva a questo periodo dell’anno con almeno cinquanta/sessanta giorni di gara nelle gambe. In questa stagione, invece, con gli atleti che torneranno a correre solo in agosto, la fatica accumulata da essi sarà di gran lunga inferiore rispetto al solito e, dunque, non è detto che quanto evidenziato in condizioni normali possa considerarsi affidabile.

Anzi, il fatto che si arriverà ad ottobre molto freschi potrebbe cambiare totalmente le carte in tavola e favorire chi, come Remco Evenepoel o lo stesso Fuglsang, riesce a trovare rapidamente un buono stato di forma, a scapito di chi, invece, come lo Squalo dello Stretto, ha bisogno di un po’ più di tempo per entrare a pieno regime.

Dopodiché, oltretutto, va considerato anche il fattore meteo. Ad ottobre i corridori non troveranno il caldo di maggio e, anzi, potrebbero affrontare financo qualche giornata decisamente fredda. Tra i grandi favoriti del Giro non ci sono atleti che hanno una particolare allergia alla pioggia o alle basse temperature, ma sicuramente questi due elementi, se dovessero essere presenti con costanza, renderebbero la gara più selettiva e costringerebbero i corridori a gestire le energie in maniera diversa. A beneficiarne potrebbero essere i veterani, proprio come Vincenzo Nibali e Jakob Fuglsang, che di gare in condizioni climatiche avverse ne hanno fatte più di qualcuna e sanno perfettamente come gestire il proprio corpo in occasioni simili.

E’ difficile se non impossibile, però, dire con certezza chi sarà favorito dallo slittamento del Giro. Indubbiamente assisteremo a una gara diversa dove entreranno in gioco variabili che di solito non influiscono sull’esito finale della manifestazione. Sarà importantissimo per tutti, dunque, avere al proprio fianco una squadra capace di tutelare il suo capitano in qualsiasi momento. Ad ogni modo, come sempre del resto, la prima cosa di cui necessita un corridore per vincere questo Giro d’Italia sono le gambe.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Lapresse

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