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Giro d’Italia 2020: si allarga la rosa dei favoriti. Simon Yates nuova insidia per Nibali, Carapaz ed Evenepoel

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Dopo l’annuncio delle preselezioni della Mitchelton-Scott per Giro d’Italia e Tour è praticamente ufficiale che Simon Yates, per il terzo anno consecutivo, sarà al via della Corsa Rosa. Gli appassionati già si chiedono quale versione del Folletto di Bury vedremo quest’anno nel grande giro che si snoda lungo lo Stivale. L’atleta in grado di dominare per due settimane, salvo crollare nella terza, ammirato nel 2018 o il corridore spuntato e incapace di tenere testa ai migliori visto nel 2019?

L’anno scorso Yates arrivava al Giro come uno dei grandissimi favoriti. Nelle dichiarazioni fu quello che meno si nascose. Diceva di avere un conto in sospeso con la Corsa Rosa e che i suoi avversari avrebbero dovuto tremare di paura dato il suo stato di forma. Sulla strada, però, non fu mai realmente in grado di tenere testa a Carapaz, Nibali e Roglic. Uscì con le ossa rotte già dalla cronometro di San Marino e in montagna si trovò a correre sempre con l’obiettivo di limitare i danni. Alla fine colse un ottavo posto dal sapore a dir poco amaro.

La storia personale di Yates, per la verità, ci dice che al di fuori di quel magico 2018, in cui vinse la Vuelta, il britannico non è mai stato competitivo per il successo di un grande giro. Anzi, non è mai stato nemmeno in grado di conquistare un piazzamento tra i primi cinque. I suoi migliori risultati, nelle altre annate, infatti, sono una sesta piazza alla Vuelta 2016 e una settima al Tour 2017.

Il 2020, oltretutto, non era nemmeno iniziato nel migliore dei modi per Simon. Al Tour Down Under era stato battuto nettamente da Porte e all’Herald Sun Tour, gara dalla startlist modesta in cui era il grande favorito, è crollato su ambedue gli arrivi in quota. Al Giro, quasi sicuramente, avrà una condizione migliore di quella esibita tra gennaio e febbraio, ma il percorso della Corsa Rosa non gli strizza troppo l’occhio.

A cronometro Yates si difende meglio di altri scalatori, ma contro Evenepoel e anche Nibali, nei 60 chilometri di prove contro il tempo presenti nel tracciato del Grande Giro nostrano, dovrà pensare a limitare i danni. Le molte salite lunghe e dalle pendenze regolari che sono disseminate lungo il percorso della Corsa Rosa, inoltre, non sono particolarmente adatte a Simon. Erte come Stelvio, Agnello e Izoard non sono l’ideale per il britannico, il quale si trova maggiormente a suo agio su ascese più brevi ed esplosive, come lo Zoncolan.

In definitiva per poter realmente competere per il successo finale di questo Giro d’Italia, Yates dovrà presentarsi con una condizione simile a quella del 2018. A questa, però, dovrà aggiungere una continuità nell’arco delle tre settimane che due anni fa è mancata. E’ vero che la rosa dei favoriti è più corta rispetto alle ultime stagioni, ma corridori come Nibali e Carapaz possono fare affidamento su una solidità che al Folletto di Bury ha sempre fatto difetto.

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Foto: Lapresse

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