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MotoGP, analisi test di Jerez 2020. Viñales, Quarataro e Marquez vicinissimi, ma Rossi c’è. Ducati illeggibile

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Quest’oggi, sulla pista di Jerez de la Frontera, dove domenica si correrà il GP di Spagna, i piloti di MotoGP sono tornati a confrontarsi tra di loro durante due sessioni di test collettivi. Andiamo ad analizzare quanto visto sull’asfalto, letteralmente rovente soprattutto nel pomeriggio, allo scopo di capire quali potranno essere i valori in campo dopo la lunghissima pausa dovuta alla pandemia di Covid-19 (CLICCA QUI PER I RISULTATI DEL TEST DI JEREZ DEL 15 LUGLIO).

Non ci sono state sorprese nelle prime tre posizioni, occupate dai tre centauri più accreditati per la conquista del titolo. Parliamo, ovviamente, di Maverick Viñales, Fabio Quartararo e Marc Marquez. Quest’ultimo è stato il migliore in mattinata, durante la quale gli alfieri della Yamaha sono rimasti più coperti, emergendo tuttavia nel corso del pomeriggio. C’è però un dato che fa pensare ed è rappresentato dalla velocità massima di Marquez, decisamente inferiore rispetto a quella dei rivali.

Addirittura, nella prima sessione, il ventisettenne catalano ha pagato 27,5 km/h a Quartararo! Nel pomeriggio questa differenza si è assottigliata, ma Marquez ha comunque lasciato sul piatto 10,4 km/h rispetto a Viñales. Ci sarà davvero un gap del genere in tema di velocità di punta tra Honda e Yamaha? Ebbene, se si guarda attentamente la classifica della speed trap, ci si renderà conto come Alex Marquez, il più veloce tra i piloti dell’Ala Dorata, sia sfrecciato solamente 0,8 km/h in meno di Franco Morbidelli, il più rapido tra i centauri dei Tre Diapason. Insomma, una differenza minima. È anche vero che la velocità massima può essere condizionata dalle scie e dalle mappature utilizzate, ma questo sarà sicuramente un tema da verificare nel weekend. Di sicuro se Marc Marquez, nonostante una velocità massima deficitaria rispetto ai rivali annunciati per il titolo, riesce a stampare dei tempi in linea con quelli di Viñales e Quaratararo, significa che da qualche parte dovrà pur recuperare quanto perso in rettilineo.

Viene da chiedersi se questo dato sulla velocità non possa essere stato condizionato dai test effettuati sul sistema per abbassare le moto in rettilineo già sperimentato dalla Ducati sul finale della passata stagione. Se così fosse, verrebbe da pensare che quello della Yamaha funzioni meglio rispetto a quello della Honda. Comunque, questa è una mera speculazione che non può essere comprovata dai fatti.

In casa Tre Diapason ci sono segnali incoraggianti anche per Valentino Rossi. Il quarantunenne di Tavullia ha realizzato il terzo tempo della mattina (quinto nella classifica combinata) e il sedicesimo nel pomeriggio, dove però non è sembrato cercare la prestazione. Insomma, i più giovani compagni di marca appaiono sicuramente più competitivi, ma il Dottore non è off the pace, come direbbero i britannici, al contrario invece di Alex Marquez, il quale è sempre rimasto impantanato nelle retrovie.

Giornata difficile da leggere per le Ducati. Guardando la classifica dei tempi, la Casa di Borgo Panigale non appare messa granché bene. Tuttavia bisogna rimarcare come non sia stato cercato il tempo, soprattutto dai piloti ufficiali. In particolare, Andrea Dovizioso, non ancora completamente ristabilito dopo l’infortunio alla spalla, ha mirato a ritrovare buone sensazioni, concentrandosi sulla resistenza e sulla tenuta. Danilo Petrucci è invece stato vittima di un incidente che gli ha di fatto impedito di girare nel pomeriggio. Dunque Jack Miller e Francesco Bagnaia hanno fatto meglio rispetto ai piloti del team ufficiale. L’impressione ricavata dai test è che la Ducati non sia comunque all’altezza della Honda e della Yamaha (soprattutto se chi le cavalca è acciaccato), anche se il distacco potrebbe essere inferiore rispetto a quello accusato quest’oggi.

La Suzuki esce rinfrancata dalle prove odierne, perché le prestazioni velocistiche ci sono, soprattutto per quanto riguarda Alex Rins, il quale si candida al ruolo di quarta forza in campo e potrà verosimilmente recitare in più occasioni il ruolo di “guastafeste”, almeno sul GP secco. Segnali incoraggianti anche per l’Aprilia, in particolare per Aleix Espargaro. Al di là di una perdita d’olio, la moto ha dimostrato di essere una scheggia (le velocità più alte allo speed trap sono state costantemente fatte segnare dalla Casa di Noale) e ambisce a essere competitiva per piazzamenti di prestigio. La KTM, infine, continua a faticare e appare l’ultima ruota del carro.

Ricapitolando, l’impressione è che quest’oggi in tanti abbiano giocato a carte coperte. Yamaha sembrerebbe confermare il ruolo di moto più competitiva, ma Honda è vicina (almeno nella persona di Marc Marquez). La Ducati, invece, appare intellegibile e solo il weekend ci dirà il vero valore delle moto di Borgo Panigale.

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com

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