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MotoGP, Ducati nascosta. Dovizioso e Petrucci indietro, ma Zarco racconta un’altra storia…

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Le prove libere del Gran Premio di Andalucia 2020 sono andate in archivio con un risultato davvero inusuale per la Ducati. Le moto ufficiali e quelle del team Pramac hanno vissuto una giornata piuttosto anonima, senza mai lasciare davvero il segno. L’unico lampo è rappresentato dal secondo tempo di Johann Zarco, peraltro con la GP19, nella seconda sessione di prove libere. Quindi, quali conclusioni si possono trarre da questa anomala situazione?

Innanzitutto va detto che il francese è stato uno dei pochi a tentare davvero il time attack in FP2, di conseguenza è comprensibile trovarlo così in alto nella classifica dei tempi. Al di là di questo, l’impressione generale è che si sia deciso di provare soluzioni differenti per contenere i danni rispetto alla Yamaha. Andrea Dovizioso non è andato oltre il decimo tempo in mattinata e il dodicesimo nel pomeriggio, ma a quanto pare ha lavorato parecchio sul bilanciamento della moto, allo scopo di ritrovare quelle buone sensazioni – soprattutto relative alla gomma anteriore – che gli sono mancate settimana scorsa. Contemporaneamente, si è cercato di migliorare il rendimento del pneumatico posteriore, altra difficoltà riscontrata nel GP di Spagna. Di conseguenza, con tante novità da provare, normale che le prestazioni possano essere sottotraccia.

Va comunque rimarcato che, zitto zitto, Jack Miller ha fatto meglio del Dovi in entrambe le sessioni, risultando peraltro più convincente anche sul passo. Sotto tale aspetto anche “Pecco” Bagnaia non è dispiaciuto, mentre Danilo Petrucci è apparso un oggetto misterioso, restando al di sotto di tutti i compagni di marca dotati di una GP20. Al contrario Zarco, con il modello dello scorso anno, ha saputo tirare una zampata in FP2. Questo risultato lascia il tempo che trova, proprio perché – come già detto – il transalpino ha cercato il tempo. Non si può dire lo stesso per i tre italiani e l’australiano. Proprio per questa ragione viene da pensare che in Ducati ci possa essere parecchio margine da limare nel momento in cui gli esperimenti verranno messi da parte e si utilizzerà un set-up ortodosso.

Perché, effettivamente, a sentire le parole di Dovizioso, le sue sensazioni sono decisamente migliori rispetto a sette giorni or sono. Dunque, possibile che la situazione sia così deficitaria sul fronte dei tempi, soprattutto in tema di passo? Davvero la Ducati è la moto che è in assoluto progredita meno rispetto al Gran Premio di Spagna? Sinceramente sembra improbabile che questo scenario pessimistico possa corrispondere al vero. Yamaha è superiore e non ci piove, si vedrà quali sono le condizioni di Marquez, ma sarebbe sorprendente non trovare quantomeno Dovizioso e Miller in bagarre per un piazzamento di prestigio. La vittoria è probabilmente fuori portata, ma d’altronde la Casa di Borgo Panigale sovente si è trovata a correre in difesa in quel di Jerez de la Frontera. Quindi, nessuna novità sotto questo punto di vista.

La FP3 sarà la sessione della verità, dove si vedrà il vero potenziale delle Ducati. Intendiamoci, difficilmente sarà possibile lottare ad armi pari con le Yamaha, in particolare quelle di Viñales e Quartararo. Cionondimeno al momento l’obiettivo podio appare fattibile, soprattutto se le circostanze dovessero aiutare (come avvenuto domenica scorsa). Quello che sarà interessante capire è se il lavoro di oggi è stato proficuo oppure no. I test effettuati sul bilanciamento hanno permesso di fare un passo in avanti? È questa la grande domanda da porsi.

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Dunque ci sarà grande attesa per il turno che andrà in scena domattina, perché da quel momento si correrà a carte scoperte. L’impressione è che oggi Ducati sia volutamente rimasta in ombra, allo scopo di sperimentare soluzioni alternative a quelle utilizzate lo scorso weekend. Tuttavia, per quanto sia costretta a correre in difesa, i segnali sono incoraggianti ed è lecito aspettarsi un deciso passo in avanti nella giornata di sabato rispetto a quella di venerdì.

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Foto: La Presse

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