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MotoGP, GP Andalusia 2020: Marc Marquez e un coraggio poco gradito? Honda e lo spagnolo poco responsabili

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Più coraggio o irresponsabilità? Qualcuno questa domanda l’ha posta in merito al tentativo di recupero lampo di Marc Marquez. Lo spagnolo, caduto rovinosamente nel corso della prima gara del Mondiale 2020 di MotoGP a Jerez de la Frontera (Spagna), ha voluto provare a tornare in sella alla Honda nel secondo fine settimana in Andalusia nonostante l’omero del suo braccio destro fosse andato in pezzi, come dimostrato dalle dodici viti e dalla placca poste nell’intervento chirurgico che si era reso necessario.

Non se lo sarebbe mai perdonato e così Marc ha scelto la carta dell’all-in, come è solito fare quando gareggia. Stavolta il suo fisico gli ha suggerito di dire basta e di spegnere i bollenti spiriti: meglio fermarsi e recuperare in vista dell’appuntamento di Brno (Repubblica Ceca) previsto dal 7 al 9 agosto. Tanti hanno apprezzato la sua grande voglia, il suo spirito combattivo e si sono espressi in termini estremamente positivi nei suoi confronti. La parola “eroismo”, in questo discorso, non è mancata.

Tuttavia, qualche critica è arrivata anche da parte di chi fa parte del Circus delle due-ruote. Paolo Campinoti, boss del Team Ducati Pramac, non ha usato troppi giri di parole: “Sorpreso? Molto. Non siamo nell’antica Roma col gladiatore che deve morire al Colosseo, è cosa di duemila anni fa. La sicurezza è uno dei principi che guida la nostra civiltà e in questi anni nelle competizioni è diventata uno degli aspetti prioritari. Invece parliamo di una persona che due giorni fa era sotto anestesia generale per un’operazione seria e adesso mette a rischio la vita sua e quella degli altri. La cosa che mi ha sorpreso di più, e in negativo, è il comportamento della Honda, che ha permesso e si presta a questa cosa. Fa campagne sulla sicurezza auto e moto in tutto il mondo. Se succede qualcosa si prenderà le proprie responsabilità“, le parole del manager (fonte: La Gazzetta dello Sport).

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Certo, Marc non è stato il primo e non sarà l’ultimo e se si riavvolge il nastro si può pensare all’incidente di Jorge Lorenzo nel 2013 ad Assen (Olanda) e al suo ritorno in gara, 48 ore dopo un’operazione alla clavicola fratturata. Campinoti, da questo punto di vista, ha definito anche quel caso da non imitare proprio per il messaggio che i piloti devono dare in termini di sicurezza. Pertanto, l’agire di Honda e dei medici è stato poco responsabile per aver assecondato Marquez? Le opinioni sono diverse e il tema fa discutere.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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