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MotoGP, i promossi e bocciati del GP di Andalusia: Fabio Quartararo e Valentino Rossi sugli scudi, Andrea Dovizioso in difficoltà

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Tempo di bilanci e di valutazioni dopo il GP di Andalusia, secondo round del Mondiale 2020 di MotoGP. Il tracciato di Jerez de la Frontera, teatro per la seconda volta consecutiva nel calendario iridato, ha fornito diversi spunti d’analisi e al termine della calda gara spagnola c’è chi ha espresso valori estremamente confortanti e chi invece ha deluso le aspettative. Chi sono stati dunque i promossi e i bocciati della corsa iberica della classe regina?

PROMOSSI

Fabio Quartararo – Due su due e altra vittoria in fuga. Il francesino del Team Yamaha Petronas si è regalato il secondo successo consecutivo e l’ha fatto nel modo più convincente possibile, dopo aver ottenuto anche la pole-position. Una grande dimostrazione di forza per lui e 50 punti in tasca, nel confronto con Marc Marquez, che possono pesare molto negli equilibri di questo campionato. Fabio è il primo centauro transalpino a conquistare due successi nella top-class, visto che tutti i suoi connazionali si erano fermati a uno. Ci si riferisce a Pierre Monneret, Christian Sarron e a Regis Laconi. Un riscontro importante per El Diablo che, sul circuito andaluso, ha dato una bella risposta in un contesto agonistico molto difficile per le alte temperature, gestendo come nessuno le gomme.

Valentino Rossi – Bollito e vecchietto: così era stato definito dopo il primo round di Jerez. Valentino Rossi ha risposto da campione e, anche supportato dalla fortuna, ha interrotto un digiuno di podi (terzo) che durava da 17 gare, ovvero dal 14 aprile 2019 ad Austin (Stati Uniti), dove il centauro del Bel Paese giunse secondo alle spalle dello spagnolo Alex Rins. Per Valentino si tratta del 199° podio in MotoGP ed è il 235° fra tutte le classi. A 41 anni, 5 mesi e 10 giorni il campione di Tavullia ritrova la top-3. Indubbiamente l’assenza di Marquez e i problemi tecnici di Francesco “Pecco” Bagnaia e di Franco Morbidelli hanno sorriso a Rossi. Tuttavia, la sua determinazione e la lotta con il team-mate Maverick Vinales (secondo al termine) hanno certificato una ritrovata confidenza con la sua la M1. Un messaggio, da questo punto di vista, è arrivato dalla pista alla squadra giapponese, maggiormente propensa a mettere a disposizione un set-up esclusivamente adatto a Vinales e a Quartararo.

Francesco “Pecco” Bagnaia – Se la fortuna è stata con Valentino, lo stesso non si può dire per “Pecco”. Dopo una qualifica di grande valore (terzo), il centauro piemontese si avviava a cogliere in sella alla Ducati Pramac il primo podio in MotoGP, ma poi è stato il motore della Rossa a tradirlo. Una vera disdetta per lui, che però non può cancellare la portata della prestazione che avrebbe dato alla scuderia di Borgo Panigale motivi per cui essere soddisfatta su di un tracciato mai troppo favorevole per le sue caratteristiche.

Franco Morbidelli – Un discorso simile a Bagnaia lo merita anche il “Morbido”. In piena lotta per il podio, su una M1 non ufficiale, è arrivato un ritiro sconfortante per un problema tecnico. Resta però la bontà della prova del campione del mondo della Moto2 del 2017, che avrebbe meritato di sicuro un piazzamento di prestigio al termine della gara.

Takaaki Nakagami – Un quarto posto inatteso e di rilievo per il giapponese. Il pilota del Sol Levante ha salvato l’onore della Honda priva del proprio primattore, chiudendo a un solo secondo dal podio e dando conforto al Team LCR di Lucio Cecchinello.

BOCCIATI

Maverick Vinales – No, non si è impazziti. Può sembrare ardito valutare insufficiente la prova dell’iberico, giunto secondo. Tuttavia, i presupposti erano decisamente diversi e nello stesso tempo nel confronto con Quartararo la sconfitta è chiara. Maverick ha palesato delle problematiche evidenti a livello di gestione, mettendosi nei guai un po’ da solo. La sua prestazione, valutata in ottica di velocità pura, non è stata all’altezza della situazione, considerando quanto stessero facendo le Ducati Pramac di Bagnaia e di Jack Miller.

Andrea Dovizioso – Un sesto posto a 12″554 dalla vetta non può soddisfare il forlivese, specie per quanto il Team Pramac ha fatto vedere sulla Rossa. Jerez non è mai stata la pista di Andrea e il suo stile poco si addice alle nuove gomme Michelin. Detto questo, si deve lavorare alacremente e magari prendere spunto da quanto è stato fatto altrove in termini di messa a punto.

Jack Miller – Decisamente troppo irruento l’australiano. La velocità è qualità che non fa difetto, ma quella scivolata nelle fasi concitate non depone in suo favore. Bagnaia stava facendo vedere le cose migliori e questo deve far riflettere.

Danilo Petrucci – Gara assolutamente anonima dell’umbro, finita mestamente nella ghiaia andalusa. Uno zero che fa male quello di Danilo nella sua ultima annata in Ducati.

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MENZIONE SPECIALE

Marc Marquez – Una menzione speciale la marita il campione del mondo in carica, che ha cercato di realizzare un’impresa impossibile. La frattura al braccio era troppo importante per essere in pista in maniera dignitosa. Per questo, la decisione di desistere è stata saggia, ma è chiaro che il doppio zero è una zavorra pesante per lui.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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