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MotoGP, Mondiale 2020: outsider e possibili rivelazioni. Rins e Mir mine vaganti, Morbidelli e Bagnaia sotto esame

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Dopo una lunga attesa, si tornerà in sella in MotoGP. Ci sarà quest’oggi l’antipasto dei test a Jerez de la Frontera (Spagna) e poi in questo weekend in Andalusia si darà al via a un’annata serrata, formata al momento da 13 gare nelle quali non saranno ammessi sbagli. Una stagione in cui le incognite non mancheranno e gli unici riferimenti saranno quelli delle prove invernali, storia di fine febbraio.

Considerando gli outsider e le possibili rivelazioni, ad aver colpito l’attenzione degli appassionati è stata la Suzuki. Ad Hamamatsu si è lavorato piuttosto bene: la GSX-RR 2020 ha sfoggiato una percorrenza di curva in stile “Mercedes” in F1. Indubbiamente, l’introduzione della nuova gomma posteriore Michelin ha sorriso: maggior grip e carcassa più morbida. In un quadro del genere spiccano gli spagnoli Alex Rins e Joan Mir, perché la loro “creatura” è dotata di una guidabilità spiccata, che va a compensare il deficit in potenza di chi ha il “NOS” in rettilineo. Il riferimento chiaro è alla Ducati. Inoltre, Rins (quarto l’anno scorso in campionato) è pilota solido e molto veloce soprattutto in gara, mentre Mir, dopo un anno di apprendistato condizionato anche dall’incidente nei test a Brno (Repubblica Ceca), vuol dimostrare di essere all’altezza della situazione.

Un 2020 sotto esame? Lo sarà per Franco Morbidelli e Francesco “Pecco” Bagnaia. Entrambi i centauri italiani hanno nel loro palmares un titolo mondiale a testa in Moto2: il “Morbido” l’ha conquistato nel 2017 con il Team Marc VDS, mentre il pilota piemontese si è potuto fregiare dell’iride della classe intermedia con lo Sky Racing Team VR46 nel 2018.

Entrambi sono chiamati a dare delle risposte. Franco, decimo nella classifica generale dell’anno scorso, ha reso meno del compagno di squadra in Yamaha Petronas Fabio Quartararo, su cui poi la casa di Iwata ha deciso di investire viste le sue prestazioni. Il transalpino, infatti, potrà contare quest’anno su una M1 ufficiale, mentre per il pilota italiano vi sarà una versione un po’ ibrida. Non facile dunque competere partendo da questi presupposti, ma Morbidelli cercherà di far leva sulla sua voglia di imporsi e su uno stile di guida che si addice particolarmente alle caratteristiche della moto nipponica. Da questo punto di vista, avere un compagno di squadra così forte (che l’anno prossimo sarà nel Team Factory) sarà uno stimolo per far bene e dimostrare di essere degno del rinnovo di contratto per le prossime due stagioni, quando probabilmente arriverà Valentino Rossi.

In merito a Pecco, il discorso non è così diverso. Ducati ha fatto l’investimento sul team-mate Jack Miller, che dall’anno venturo sarà in sella alla D16 della squadra ufficiale. Tuttavia, quest’anno, entrambi partiranno allo stesso livello e con una moto competitiva nel Team Pramac, pertanto Bagnaia potrà mettere a frutto l’esperienza da rookie del 2019 per fare meglio quest’anno. Si sa, il mezzo di Borgo Panigale non è facilissimo da guidare e alla grande potenza associa una percorrenza non sempre ideale. Su questo aspetto ha lavorato molto il centauro nostrano, augurandosi di cadere meno nel 2020 e di approcciare al meglio in vista del round di Jerez.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com

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