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MotoGP, Test Jerez 2020: Valentino Rossi e Yamaha osservati speciali, Marc Marquez e Andrea Dovizioso con punti interrogativi

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Signore e signori, si alzi il sipario. Usiamo questo attacco scenico, ma non cambia la sostanza di un periodo molto complicato perché la pandemia c’è ancora e niente potrà essere lasciato al caso. Il Motomondiale, dunque, torna a farsi sentire in una giornata di test a Jerez de la Frontera (Spagna): MotoE, Moto3, Moto2 e MotoGP tutti assieme appassionatamente. Già, il sapore della benzina e il gusto dell’asfalto saranno mancati tremendamente ai piloti che, tra una gara virtuale e l’altra, hanno cercato di passare il tempo, ma essere in sella è tutta un’altra storia. Il via sarà alle 8.30 con le moto elettriche e la chiosa spetterà sempre ai centauri di questa categoria alle ore 17.00.

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Inutile negare che le attenzioni siano in larga parte concentrate sulla classe regina perché di argomenti ve ne sono un po’ da dire. Partiamo da Valentino Rossi. In avvicinamento a questa giornata di prove, preludio alla vera stagione che prenderà il via nel weekend del 17-19 luglio proprio in Andalusia, il “Dottore” è pronto a confrontarsi per la sua stagione numero 25. Un quarto di secolo e non sentirlo caro Valentino, anche perché tutto porta a credere che la storia andrà avanti l’anno prossimo e forse anche oltre. La Gazzetta dello Sport alcuni giorni fa ha anticipato che l’accordo è stato raggiunto tra il 46 e la Yamaha Petronas: un contratto 1+1, con il 2022 opzionale, insieme all’amico Franco Morbidelli, confermato per due annate. Valentino, dunque, sembra deciso a mettere da parte le controindicazioni dell’età, essendo un classe ’79. Lui, che per passione ha fatto un patto con il diavolo, non vuol proprio smettere di tenere il gas aperto e si godrà il suo ultimo anno in Yamaha Factory.

Domanda: ma che cosa testerà? Gli alfieri di Iwata, prima di tutto, vorranno capire se le indicazioni dei test pre-stagionali saranno le stesse. A Losail (Qatar), la M1 aveva impressionato. L’introduzione della nuova gomma posteriore Michelin aveva sorriso: maggior grip e carcassa più morbida. Un toccasana per lo stile di guida dello spagnolo Maverick Vinales e del francese Fabio Quartararo, ma buone notizie anche per Valentino, confortato da una Yamaha meno enigmatica. Certo, alcune problematiche restano in termini di accelerazione, ma su un tracciato dove conta tanto la ciclistica la moto giapponese potrebbe dare delle conferme. Riscontri positivi se li aspettano anche ad Hamamatsu, fronte Suzuki. La GSX-RR, come la cugina nipponica, ha fatto divertire a Losail la coppia iberica formata dagli spagnoli Alex Rins e Joan Mir. La moto, infatti, è dotata di una guidabilità spiccata, che va a compensare il deficit in potenza sul dritto. Sul circuito iberico, pertanto, sarà da osservare con attenzione.

Veniamo a chi è da considerarsi “rimandato” dopo le prove invernali. Sono Ducati e Honda, in questo caso, a essere chiamate in causa. Sul fronte ducatista, il lavoro è stato particolarmente intenso nella sede qatariana: l’Holeshot 2.0 e alcune soluzioni aerodinamiche lo dimostrano. La Rossa è tornata ad essere, senza se e senza ma, la moto più veloce sul dritto, ma denuncia ancora delle criticità nella percorrenza di curva. Il famoso “turning” è sempre il tallone d’Achille della Desmosedici. Per questo, su un tracciato come quello di Jerez, i problemi di percorrenza potrebbero rappresentare un bella bega. E poi c’è il fattore piloti: Andrea Dovizioso non sarà al top della forma per via dell’incidente in Motocross e c’è una frattura alla clavicola a ricordarlo, Danilo Petrucci correrà da “separato in casa”, visto che il suo destino nel 2021 coinciderà con la KTM (Tech3). Futuro, tra l’altro, tutto da definire anche per il “Dovi”, visto che una firma sul contratto ancora non c’è. Pertanto, non si arriva in maniera troppo serena a questo appuntamento nella scuderia di Borgo Panigale.

E poi Honda. Le prove in Qatar sono state all’insegna del caos e forse la quadra è stata un po’ trovata, adottando delle soluzioni della moto 2019 sulla RC213V del 2020. L’aspetto positivo è che il campione del mondo in carica Marc Marquez sta bene fisicamente e ha superato i problemi fisici dell’inverno, mentre in tema di caos desta un po’ sensazione quanto deciso in fatto di centauri: nel 2021 in HRC ci sarà l’iberico Pol Espargaró, attuale alfiere della KTM, mentre in LCR Honda ci andrà Alex Marquez, già “degradato” prima di competere. Una decisione strana che ha quasi il sapore del ripensamento e sarà quindi interessante capire come Alex reagirà. Venendo poi alla citata KTM e all’Aprilia, le due aziende hanno fatto degli investimenti importanti e le loro moto appaiono assai evolute rispetto al passato. Da capire fin dove potranno spingersi.

Sicuramente, tutti non potranno spingersi oltre in termini di distanziamento sociale. Dorna, FIM e IRTA hanno studiato, infatti, un protocollo sanitario ad hoc per ridurre il rischio di nuovi contagi. Ad aver spiegato nel dettaglio le norme sanitarie è stato nelle settimane precedenti il dottor Angel Charte, direttore medico del Motomondiale che ha elencato uno per uno i punti previsti nel protocollo ai quali dovranno attenersi tutti i componenti del paddock:

  • Tamponi e test sierologici  tre giorni prima dell’evento.
  • Autoisolamento fino all’inizio dell’evento.
  • Test campione al circuito.
  • Uso obbligatorio dei dispositivi di protezione individuale nel viaggio verso il circuito e all’interno del circuito.
  • Utilizzo obbligatorio di maschere facciali in ogni momento e, quando possibile, lavaggio delle mani.
  • Ogni pilota avrà il suo team predefinito e questi non potranno mischiarsi con altre persone (nemmeno con piloti e tecnici della stessa squadra).
  • Seguire le linee guida del distanziamento sociale.
  • Utilizzo di un’applicazione dove verranno inseriti giornalmente i risultati dei controlli quotidiani e che monitora chi è in contatto con chi.
  • Visite mediche quotidiane per tutti.
  • Nel caso in cui ci sia il sospetto che una persona possa aver contratto il virus questa sarà inviata in un’area ristretta del centro medico per essere sottoposto ad ulteriori esami.
  • Qualora vi sia il sospetto che il Covid-19 si sia diffuso tra diversi membri del paddock, tutti i sospettati saranno inviati direttamente in un ospedale locale dove verranno sottoposti ad ulteriori test di funzionalità polmonare, di anticorpi e al tampone: se il risultato dei test sarà negativo la persona potrà tornare nel circuito e curata eventualmente dal personale del centro medico, qualora invece il risultato dei test sarà positivo al coronavirus la persona in questione sarà isolata in ospedale o in un hotel e posta sotto il controllo della direzione medica del Motomondiale.

Giova precisare che Charte, in un’intervista rilasciata a MotoGP.com, ha tenuto a sottolineare che il protocollo previsto è molto severo, ma che anche se ci dovessero essere uno o due contagi il campionato non sarà fermato.

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com

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