Nuoto
Nuoto, l’addio dello storico capitano dell’Aniene Damiano Lestingi è un inno a questo sport
In settimana si è ritirato Damiano Lestingi, capitano e leader dell’Aniene campione di tutto negli ultimi dieci anni del nuoto italiano. Eccellente dorsista e ottimo stile liberista, con tre medaglie agli Europei in vasca corta a cavallo degli anni ’10 e svariati metalli nelle competizioni giovanili agli albori del nuovo millennio, il nativo di Civitavecchia lo scorso anno si era laureato in Scienze Politiche e, conseguentemente, qualche mese dopo il ritiro dal nuoto è diventato inevitabile.
Leader e guida di un gruppo da sempre ricco di talenti e campioni, Lestingi, che pur negli ultimi anni giocoforza non poteva più essere al top della condizione, ha sempre rappresentato un punto di riferimento per ogni singolo atleta del Circolo Canottieri guidato da Gianni Nagni, più che con i risultati con l’impegno e la professionalità mostrata ogni giorno in acqua.
Nella sua lettera di addio al nuoto, postata sui social, le parole sono corrette e calibrate, degne di un capitano e col profumo del condottiero che saluta la truppa di allievi che ormai è in grado di vivere senza di lui. C’è tutto ciò che di più corretto un atleta possa esprimere nei confronti del mondo che tanto gli ha chiesto e dato nel corso degli anni, con un elogio all’etica del lavoro e del sacrificio, segreto ormai smascherato che si presenta sulla strada di ogni campione.
“Oggi smetto. Dopo una vita a nuotare, oggi è arrivato l’epilogo, il mio. Mi vengono in mente mille pensieri, mille emozioni da esprimere ma niente è più semplice e totalizzante come un “grazie”. Grazie a miei genitori che hanno sacrificato molto del loro tempo; al mister De Santis, che mi ha cresciuto dall’inizio alla fine della mia carriera; al mio club, il Circolo Canottieri Aniene col dirigente Gianni Nagni, uomo di spiccata umanità ed elevata professionalità. Alla Coser Nuoto di Civitavecchia, una seconda casa. Grazie alle generazioni che ho visto natatoriamente crescere, ho conosciuto persone fantastiche.” – l’esordio del classe 1989.
“Ho avuto la fortuna di nuotare ed essere il capitano della squadra più forte mai esistita in Italia, ho nuotato con gli atleti più veloci al mondo, ma stimandoli per ciò che sono e non per quante medaglie hanno vinto. Ma non starò qui a scrivere un bilancio della mia carriera. Ho vinto questo, ho perso quest’altro. No, non mi interessa. Importa solo sapere cosa provo oggi, come e cosa sono diventato.” – prosegue, ringraziando il club che lo ha reso grande.
“A 31 anni, dopo 28 passati in piscina ho capito che non è la gara ciò che conta. Quella è solo un punto di arrivo. È essenziale il percorso. Crescere con obiettivi giornalieri, cadere, rialzarsi, soffrire, sacrificarsi, vincere, gioire, riflettere su ogni lato del proprio carattere, limarlo, capire cosa si vuole dalla vita. Queste sono le cose che interessano. Potrete vincere molto ma senza mai crescere. L’importante è una cosa, una sola: lo sport è e rimarrà sempre una parentesi importante della propria vita. Ma quando si chiuderà, è l’uomo quello che resta, non il campione. Ad maiora”. – conclude infine, con un messaggio che andrebbe scolpito in ogni scuola nuoto d’Italia.
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Foto: Lapresse