Formula 1
Sebastian Vettel, il malinconico addio di un campione in declino. Una gara disastrosa
Sta finendo nel peggiore dei modi la storia d’amore tra Sebastian Vettel e la Ferrari. Tutto iniziò nella seconda parte di stagione 2018, quando una serie di errori del pilota teutonico, in piena corsa per il Mondiale, incrinarono un rapporto sino a quel momento idilliaco. Poi l’approdo di Charles Leclerc l’anno successivo ha ulteriormente mutato gli scenari. Il nativo di Heppenheim, come accaduto già ai tempi della Red Bull con Daniel Ricciardo, ha patito la scomoda concorrenza interna di un pilota affamato, giovane e velocissimo. Nell’arco di pochi mesi Vettel si è reso conto di non essere più una prima scelta per il Cavallino Rampante, ormai quasi completamente al servizio del puledro di razza del Principato di Monaco: il mancato rinnovo del contratto rappresenta solo una inevitabile conclusione di un percorso dalle radici lontane.
L’avvio di stagione del tedesco si è rivelato da incubo, in pratica sulla falsa riga della precedente, quando gli errori del quattro volte campione del mondo erano ormai all’ordine del giorno. Certo, la SF1000 non è una gran macchina, il gap dalla Mercedes appare gigantesco, per lunghi tratti ha pagato dazio da Red Bull, Racing Point e McLaren: tutto vero. Eppure Charles Leclerc ha chiuso secondo, plasmando le occasioni favorevoli con inusitata ferocia. Ieri Vettel aveva perso il confronto diretto in qualifica con il compagno di squadra, subendo addirittura l’onta dell’eliminazione nella Q2. Oggi ha disputato una gara completamente anonima, fino allo sconsiderato attacco a Carlos Sainz, costato un contatto con tanto di testacoda. Il teutonico, che non era così vicino allo spagnolo, ha rischiato tantissimo con una staccata rischiosissima, quasi da kamikaze. Il pilota della McLaren aveva già iniziato la curva, lo scontro, seppur lieve, si è rivelato inevitabile. Forse sarebbe stato meglio che la gara di Vettel fosse finita lì…Perché, successivamente, è rimasto diversi giri in scia a George Russell senza riuscire a sopravanzarlo. L’ala anteriore della Ferrari era in parte danneggiata, eppure è possibile che una Rossa non sia in gradi di scavalcare una Williams, per quanto migliorata? Dulcis in fundo, il duello finale per il nono posto perso con l’Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi. Un bilancio a tutti gli effetti disastroso, ormai quasi un’abitudine per un campione in declino che da ormai un paio di stagioni ha imboccato la parabola discendente.
Nonostante tutto, Vettel nel dopo gara si è di fatto giustificato, scaricando ogni responsabilità sulla monoposto: “Sono contento di essermi girato solo una volta, perché oggi era davvero difficile. Siamo arrivati molto vicini io e Sainz, lui si è spostato sull’interno e io ero proprio al limite perché volevo arrivare il più vicino possibile, ho perso il posteriore ma l’ho perso almeno un altro paio di volte oggi. Come detto sono contento di essermi girato solo una volta. La macchina era difficile da guidare oggi, io ho dato il massimo. La Safety Car ci ha aiutato un po’, il Gran Premio è stato divertente alla fine ma il risultato non è quello che volevo“, ha spiegato a Sky.
Non si è fatta attendere la piccata risposta di Mattia Binotto, team-principal della Ferrari: “Dice che la macchina era inguidabile, però in quel frangente con Sainz ha sbagliato lui. Sicuramente poteva fare meglio“.
Un rapporto ormai ai ferri corti, in cui entrambe le parti saranno costrette a sopportarsi a vicenda sino al sospirato capolinea. Di sicuro una situazione che non aiuta un team già in difficoltà ed alle prese con una difficilissima ricostruzione tecnica per provare a sopperire alle lacune strutturali e progettuali della SF1000. Servirebbe un pilota dedito alla causa e motivato al 100%. La mente di Sebastian Vettel, forse, è più protesa a trovare un ingaggio per il 2021.
federico.militello@oasport.it
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Foto: Lapresse