Ciclismo

Strade Bianche 2020: Tadej Pogacar, una mina vagante. L’asso sloveno potrebbe stupire, ma l’obiettivo resta il Tour de France

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Negli ultimi anni, a sorpresa, una nuova nazione sta provando a scalare decisa le classifiche “non scritte”  del ciclismo internazionale, con due talenti che, uno per questione anagrafica e l’altro per una singolare scelta di vita, sono letteralmente esplosi negli ultimi due anni, infiammando numerose edizioni degli ultimi Grandi Giri: stiamo parlando della Slovenia di Primoz Roglic e Tadej Pogacar.

Proprio quest’ultimo, nell’ultima Vuelta, ha letteralmente impressionato per le sue doti da finisseur mixate con ottime caratteristiche da scalatore che gli hanno permesso di portarsi a casa tre tappe e il podio finale. Il 21enne, dall’arrivo finale della corsa a tappe spagnola, è infatti entrato di diritto nella lista degli avversari da tenere d’occhio per chiunque, tanto per i Grandi Giri quanto per le corse da un giorno, e in tale lista si presenterà anche al suo esordio stagionale in questa annata così particolare: la Strade Bianche 2020.

Il classe 1998, in realtà, è già sceso nuovamente in strada dopo la diffusione della pandemia di coronavirus, ben figurando ai Campionati Nazionali sloveni, nei quali si è arreso a Roglic nella prova in linea e lo ha clamorosamente beffato nella corsa contro il tempo di qualche giorno dopo, assodando anche le sue indiscutibili qualità da cronoman, che sono l’ennesima conferma del suo intrigante eclettismo.

Per le strade toscane, nel primo appuntamento internazionale di stagione, il nativo di Komenda dovrà dividersi i gradi di capitano della sua UAE Emirates con il sardo Fabio Aru, in un dualismo tra compagni-avversari che potrebbe segnare in maniera chiara anche le gerarchie con cui i due si presenteranno nuovamente fianco a fianco nel dichiarato obiettivo stagionale di entrambi, il Tour de France, forse il più imprevedibile della storia.

Proprio la Grande Boucle è infatti il sogno proibito di Tadej che, per caratteristiche, in un futuro quanto più prossimo potrebbe recitare anche un ruolo importante nella corsa per eccellenza. “In primo luogo sarò lì per imparare. Questo sarà il mio primo Tour de France e soltanto il mio secondo Grande Giro. Ma se avrò la possibilità di mostrare cosa posso fare, lo farò. Ricordo che lo vedevo da bambino in televisione. La folla lungo la strada era semplicemente incredibile. Il Tour de France è la gara più grande. Solo esserci è qualcosa di speciale”. Sono queste le sue dichiarazioni a VeloNews sulla corsa francese.

Se il Tour sarà l’obiettivo dichiarato, corse da un giorno come quella con arrivo a Siena faranno comunque parte del suo programma, proprio per le doti già citate da finisseur che lo rendono pericoloso su qualsiasi terreno e che anche nella classica italiana lo trasformeranno in un pessimo cliente con cui dover condividere un eventuale attacco da lontano verso Piazza del Campo.

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Non sono infatti un caso le sue ultime dichiarazioni, rilasciate nella stessa intervista, sulle classiche con cui si rapporterà quest’anno: “Mi piace molto il Belgio, è un bel Paese con gare davvero fantastiche. Spero di esserci e divertirmi! Il Fiandre è utile per l’esperienza. È uno stile di gara diverso, strade diverse, ecc. Non è sicuro al 100% che lo farò, ma è un’opportunità per fare una bella esperienza e aiutare la squadra”.

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michele.giovagnoli@oasport.it

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Foto: LaPresse

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