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Superbike, Mondiale 2020: il regolamento sanitario e cosa succede se un pilota è positivo al Covid-19

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Dopo esattamente cinque mesi di pausa sta per ricominciare anche il Mondiale Superbike 2020. Il campionato iridato riservato alle moto derivate dalla produzione di serie aveva aperto le danze tra fine febbraio e inizio marzo a Philipp Island, in Australia, dovendosi però immediatamente fermare a causa della pandemia di Covid-19. Superata l’emergenza, ci si appresta a ripartire con un nuovo calendario e, ovviamente, un protocollo sanitario studiato appositamente per l’attuale situazione.

Si è deciso di adottare una serie di misure restrittive che sono ormai comuni in ogni ambiente lavorativo. Innanzitutto verrà misurata la temperatura corporea a tutti coloro che dovranno lavorare nel circuito, se questa dovesse superare i 37,5°C, allora l’ingresso sarà negato. Ovviamente, sarà obbligatorio l’utilizzo delle mascherine per tutto il personale impegnato nel paddock. Inoltre all’entrata di ogni singolo locale saranno installati dispenser per l’igiene delle mani e i locali saranno sanificati a ritmo serrato. Infine è stato posto l’accento sul distanziamento sociale, ritenuto fondamentale allo scopo di prevenire le infezioni e contenere l’eventuale contagio in caso una positività. Questo significa che ogni pilota sarà sempre seguito dalle stesse persone, allo scopo di creare una “bolla”. Proprio per favorire l’utilizzo degli spazi aperti, molte squadre hanno deciso di abbandonare le hospitality moderne, per tornare a delle tende decisamente più vintage.

A differenza del Motomondiale, dove tutti gli addetti ai lavori vengono regolarmente sottoposti a tampone, nella Superbike questa procedura non verrà effettuata, ma ci si limiterà a richiedere un’autocertificazione a ognuno. Cionondimeno, diversi team hanno deciso di propria iniziativa di effettuare i tamponi tra i loro dipendenti. Inoltre, un’altra difformità rispetto alla MotoGP è rappresentata dal fatto che sarà concessa la presenza in loco ad alcuni giornalisti, seppur in numero limitato.

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Chiaramente, la domanda che tutti si pongono è “Cosa succederebbe se si dovesse sospettare che un pilota ha contratto il Covid-19?” Nel qual caso, il suddetto centauro verrà immediatamente portato al centro medico, dove sarà sottoposto a esami più approfonditi. Se questi dovessero confermare il sospetto, allora il pilota sarà trasferito all’ospedale più vicino, dove gli verrà effettuato un tampone. Se l’esito dovesse essere positivo, allora il centauro verrebbe immediatamente isolato (in ospedale se la situazione dovesse grave, in un hotel se i sintomi dovessero essere lievi). Inoltre ognuna delle persone appartenenti alla sua “bolla” sarebbe sottoposta a sua volta a tampone. Tutti gli eventuali positivi sarebbero isolati. Se il numero di contagi dovesse essere ridotto, allora si procederà a sostituzione degli infetti e il Mondiale proseguirà. Altrimenti, nell’eventualità di contagio diffuso, non è esclusa la possibilità di fermare tutto.

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Foto: Valerio Origo

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