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Tennis, Andrea Gaudenzi: “La ripartenza è estremamente complicata, per gli US Open decideremo entro fine luglio”
Il calcio è riuscito, non senza fatica, a ridare il via alla propria stagione post-emergenza sanitaria globale. Lo stesso è stato per la Formula Uno e dal prossimo weekend toccherà anche alla MotoGP. Lo sport che, invece, più sta trovando impedimenti alla propria ripartenza è senza dubbio il tennis. La situazione com’è ben noto risulta quanto mai complicata per diverse motivazioni, come conferma Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP. “Proviamo a rimanere ottimisti e positivi – spiega a Sky Sport – Stiamo lavorando duramente per cercare di creare un calendario accettabile per questa stagione, ma oggettivamente stiamo vivendo una situazione estremamente complessa sotto tanti punti di vista”.
In teoria il tennis dovrebbe ripartire dagli Stati Uniti, forse la nazione più in difficoltà per colpa della pandemia del COVID-19. Solamente nella giornata di ieri si sono registrati oltre 60.000 contagi al di la dell’Oceano Atlantico, per cui la situazione è davvero durissima. “Abbiamo ascoltato le parole del sindaco di New York (la città dove il 22 agosto si dovrebbe disputare il Masters 1000 di Cincinnati e, dal 31 agosto, lo US Open ndr), Bill De Blasio, ma sappiamo come sia complicato lo scenario. Stiamo seguendo la ripartenza del circuito del golf per esempio che, proprio negli States sta muovendo i primi passi. Noi dell’ATP abbiamo sviluppato un protocollo molto rigido lungo ben 70 pagine per garantire la sicurezza dei giocatori. L’abbiamo prodotto in collaborazione assieme a WTA, USTA e la Federazione francese in vista del Roland Garros”.
Secondo Gaudenzi, tuttavia, il tennis ha complicazioni differenti rispetto a tutti gli altri sport. “Anche se siamo in stretto contatto con altre realtà, noi abbiamo difficoltà esponenzialmente più grandi rispetto agli altri mondi. La NBA, per esempio, ha potuto chiudere tutte le squadre nella bolla di Orlando, noi non possiamo certo isolare i tennisti. Noi siamo internazionali e globali, con protagonisti che arrivano da ogni parte del globo. Dobbiamo valutare con grande attenzione la questione dei voli da nazione a nazione. A questi si lega la possibile quarantena che bloccherebbe un giocatore per 14 giorni in ingresso o uscita da un Paese. Con un calendario così compresso come si potrebbe fare”?
Quando si potrà ripartire, tornerà d’attualità il rischio di incappare in un giocatore contagiato. “Se decidessimo di andare avanti con gli eventi non potremmo non procedere anche se si trovasse un positivo. Dovremmo isolare il giocatore e andare avanti ma, ovviamente, se capitasse dai quarti di finale in avanti? Come si potrebbe fare? Proprio per questo motivo ribadisco che abbiamo mille difficoltà”.
Provando a guardare oltre US Open e Roland Garros, Gaudenzi prova a fare il punto della situazione sul possibile finale di stagione. “In autunno abbiamo già avuto il no di Tokyo e Shanghai, anche se su questo fronte attendiamo novità dalla Cina entro 2-3 giorni per capire se ci potrà essere, o meno, uno spiraglio. Per tutto il resto non posso che dire che siamo in alto mare. Non abbiamo idea di come procedere verso le Finals di Londra. Siamo in mano a variabili che non dipendono da noi, e il tutto è davvero frustrante”.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lapresse