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Tennis, Thiago Monteiro: “Da giovane nessuno credeva in me. Devo tutto alla donna che mi ha cresciuto”

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Thiago Monteiro, numero 82 del ranking Atp, si è raccontato in un lunga intervista a Behind the Racquet nella quale ha parlato di quanto è stato difficile il suo inizio di carriera. Partire da un piccolo paesino del Brasile con il sogno di diventare un tennista professionista, passando tra avversità ed infortuni, fino a far diventare la sua grande passione un lavoro.

Sono stato adottato. Quando sono nato, mia madre adottiva si stava riprendendo dal cancro al seno. Devo tutto a lei. Non ho mai voluto incontrare i miei genitori biologici perché non penso sia necessario. Mia madre mi ha cresciuto e nulla può cambiarlo. Sono uno dei primi giocatori di alto livello del Nord Brasile. Vengo da una famiglia umile. Sono cresciuto con mia madre, mio ​​fratello e tre sorelle. Non ho mai incontrato mio padre, i miei genitori sono separati e non abbiamo alcun contatto con lui. ⁣⁣⁣Crescendo, ho giocato a tennis e calcio. All’età di 14 anni, lasciai casa per allenarmi in un’accademia, a tre ore e mezza di volo dalla mia città natale, nel sud del Brasile. Ho vissuto lì per cinque anni mentre il tennis passava dal mio hobby a una professione. Nessuno nella mia città credeva che avrei potuto raggiungere la vetta, ma mio fratello maggiore mi ha sempre sostenuto. Ha guidato anche per 10 ore consecutive per farmi disputare i tornei junior“.

Uno dei passaggi fondamentali della carriera di Monteiro è stato l’infortunio ai legamenti crociati anteriori che è riuscito a superare brillantemente: “Nel 2015, in un partita in Slovacchia, ero in vantaggio per 9-8 nel tiebreak del terzo set ed ero ad un punto dal qualificarmi al tabellone principale. Corsi per una palla e sentii una crepa. L’arbitro interruppe la partita e chiamò un’ambulanza. Non potevo muovermi. Sono andato in ospedale e il giorno dopo, sono dovuto tornare in Brasile da solo, dove mi è stato detto che avevo completamente rotto il mio legamento crociato anteriore. I dottori fuori dal Brasile mi dissero che non avevo bisogno di un intervento chirurgico, ma i dottori a casa volevano operarmi perché potevano guadagnare più soldi. Se avessi subito un intervento chirurgico, c’era la possibilità che non avrei mai più giocato a tennis. ⁣⁣Per quattro mesi, non ho giocato e mi sono ripreso. Mi mancava il tennis. Non sapevo fare altro. Per la prima volta, non ero sicuro di cosa mi sarebbe successo”.

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salvatore.serio@oasport.it

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Foto: Shutterstock

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