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Editoriali

Un quarto di secolo con Valentino Rossi. Un uomo speciale che accarezza l’infinito

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Esistono uomini speciali, in grado di fermare il tempo e plasmarlo secondo la propria volontà. Gli anni passano, noi invecchiamo, ma lui è sempre lì. Il mito che travalica le generazioni, la leggenda che come nessun altro ha impresso un marchio sul motociclismo. Dopo un lunghissimo, atroce digiuno di 17 GP, Valentino Rossi è tornato sul podio della classe MotoGP. Lo ha fatto con una gara esaltante, gagliarda, a tratti persino commovente. Nei giri conclusivi gli pneumatici erano completamente usurati, quasi non riusciva più a piegare la M1. Eppure ha combattuto con il coltello tra i denti, perché in quel momento era in atto una vera e propria sfida personale. Il Dottore sapeva di non essere finito, lo ha sempre saputo. Eppure, dopo un’astinenza così prolungata, qualche dubbio si insinua anche nelle convinzioni più radicate. Voleva dimostrare a se stesso e al mondo di essere ancora un Campione con la c maiuscola. Un vero fuoriclasse, perché tale va definito chi ottiene questi risultati ad un’età in cui la stragrande maggioranza dei centauri si sta godendo la pensione da tempo. Ha frenato al limite, rischiando il tutto per tutto, a costo di cadere. Le staccate profonde nel duello con Maverick Vinales hanno ricordato quelle dei tempi d’oro.

Valentino Rossi è ancora qui perché nel suo animo da uomo adulto e maturo è rimasto intatto un amore sincero, totalizzante e tipico di un ragazzino alle prese con la prima cotta. Vive per la moto, per correre e confrontarsi con gli avversari. E’ una sfida continua che travalica i confini del tempo. Anni ’90, ’00, ’10 e ’20: in quattro decenni differenti ha agguantato almeno un podio del Motomondiale. Una longevità senza eguali nella storia di questo sport e dei motori in generale. E’ nato per competere, per fissare nuovi traguardi e superare nuovi limiti.

Ha ragione Valentino quando afferma che “il podio di oggi vale una vittoria“. Il Dottore ha avuto la meglio nella sfida più difficile della vita. Non saliva sul podio da 1 anno, 3 mesi e 14 giorni, per la precisione dal 14 aprile 2019. Il team ufficiale della Yamaha lo ha di fatto declassato, confermando Maverick Vinales ed ingaggiando per il 2021 il nuovo fenomeno Fabio Quartararo. In generale, da troppo tempo il marchigiano veleggiava a distanza siderale dalle prime posizioni, alle prese con una Yamaha che proprio non riusciva più a comprendere ed a guidare secondo il proprio stile.

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Oggi Rossi si è tolto un sassolino dalla scarpa: “Quartararo e Vinales sono giovani, io no. Yamaha pensa a far andare forte loro, a me dice ‘impara’ a guidare così. Il problema è che queste moto sono fatte per risparmiare le gomme, io non guido così“. Qualcosa però è cambiato dopo la scorsa domenica da incubo. In cinque giorni il mondo si è ribaltato, perché sin dalle prime prove libere del GP di Andalucia si è rivisto un Valentino Rossi ritrovato. La Yamaha, per stessa ammissione del team director Massimo Meregalli, ha completamente rivoluzionato la moto, anche con l’inserimento del cosiddetto pivot, rendendola finalmente più adatta al modo di guidare del nove volte campione del mondo. Dopo oltre un anno, non appena ha avuto a disposizione un mezzo che ne assecondava lo stile, il classe 1979 è salito sul podio: non è un caso, per niente. Probabilmente non sarà più un pilota da Mondiale, con l’ultimo treno sfumato nel 2015 a causa del fantomatico ‘biscotto’ in salsa spagnola. Però Valentino Rossi è un centauro altamente competitivo, in grado di ambire al podio in ogni Gran Premio con la moto giusta a disposizione, ovvero che gli consente di far emergere appieno un potenziale ancora elevato.

Il futuro a questo punto diventa intrigante, con diversi altri primati all’orizzonte. Al fenomeno di Tavullia manca un solo podio per toccare la quota record di 200 nella classe 500/MotoGP. Sono diventate 25 le annate nel Motomondiale in cui ha conquistato almeno un piazzamento tra i migliori tre: un quarto di secolo. E chissà che il passaggio nel team Yamaha Petronas, dove attualmente Fabio Quartararo sta facendo faville, non possa rivelarsi un vantaggio inatteso nel 2021. Pur in una scuderia satellite, il Dottore avrà a disposizione una moto che nulla avrà da invidiare a quella ufficiale. E, soprattutto, tornerà ad essere l’ape regina della squadra, il leader unico che i tecnici cercheranno di assecondare in ogni modo. Nuovi orizzonti nella storia di un uomo speciale che accarezza l’infinito.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

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