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Ciclismo

Vuelta a Burgos 2020: Fabio Aru sufficiente sul Picon Blanco. Segnali di ripresa, manca ancora il cambio di ritmo

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Una prestazione senza infamia e senza lode quella di Fabio Aru oggi sull’erta di Picon Blanco alla Vuelta a Burgos. Lo scalatore sardo è rimasto a lungo coi migliori, capace di resistere al ritmo infernale della Mitchelton-Scott che ha, invece, messo in difficoltà altri atleti molto quotati come Alejandro Valverde ed Enric Mas. Appena i migliori si sono mossi, però, il Cavaliere dei Quattro Mori si è visto costretto a mettersi sulla difensiva e a cercare dei limitare i danni. Alla fine, per il capitano della UAE è arrivato un ottavo posto a 1’03” dal re di giornata Remco Evenepoel.

Nei confronti degli altri rivali i distacchi sono stati più contenuti. Dall’ex compagno Mikel Landa, ad esempio, Aru ha perso trenta secondi. Dal campione in carica del Giro d’Italia, Richard Carapaz, invece, ha subito un parziale di appena dieci secondi. Va detto, ad ogni modo, che l’ecuadoriano ha pagato l’aver risposto agli attacchi dei più forti, mentre Aru è sempre salito del suo passo. Il sardo, oltretutto, è riuscito a guadagnare quasi venti secondi su un atleta come Simon Yates, il quale, però, quest’anno, già prima del blocco delle competizioni era perso decisamente poco brillante.
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Quella del sardo, in fin dei conti, è una prova in linea con le migliori sfornate nel biennio orribile passato in maglia UAE. Su salite non infinitamente lunghe e dalle pendenze abbastanza elevate, cosa che è Picon Blanco che misura 8,5 chilometri e sfiora il 9% di media, Fabio è ancora capace di prodursi in prestazioni di ottimo livello. Si pensi a quanto fatto vedere, ad esempio, alla Vuelta dell’anno scorso, quando arrivò col compagno Pogacar sul Mas de la Costa, quattro chilometri quasi tutti sopra il 10%.

Le maggiori difficoltà, da quando ha lasciato l’Astana per la UAE, il sardo le ha palesate su salite che misurano più di dieci chilometri. Inoltre, una costante è stata la difficoltà di mantenere un rendimento elevato e costante per più tappe. Viene in mente il Giro del 2018, ove il sardo crollò nella seconda settimana, dopo che aveva finito la prima in top-10.

C’è un aspetto, tuttavia, nel quale oggi ha stupito: la compostezza in sella. Storicamente Aru ha sempre fatto fatica nel mantenere una corretta posizione in bicicletta. Il suo tipico caracollare sulla sella lo ha sovente costretto a spendere più watt dei suoi avversari in salita e, di riflesso, dunque, lo ha spesso limitato. Il Cavaliere dei Quattro Mori visto oggi, invece, si muoveva decisamente meno rispetto al solito mentre pedalava. Probabilmente, durante il lockdown, potrebbe aver lavorato su questo suo difetto e i miglioramenti visti oggi potrebbero tornargli utili in futuro.

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Lapresse

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