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Vuelta a Burgos 2020: i favoriti. Antipasto di Giro d’Italia con Carapaz, Evenepoel e Simon Yates. C’è anche Aru

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Ci siamo, manca appena un giorno all’inizio dell’edizione 2020 della Vuelta a Burgos. Quest’anno, la gara spagnola, che non avrà il ruolo di corsa d’avvicinamento alla Vuelta, potrà contare su una una startlist eccelsa. Diversi, infatti, sono i grossi calibri al via. E’ davvero difficile pronosticare il vincitore. Una cosa è certa, però, c’è una squadra che ha qualcosa in più delle altre: la Ineos. L’armata britannica, infatti, si presenta al via della manifestazione che si tiene nella penisola iberica con una formazione di altissima qualità che può vantare due prime punte di rango assoluto: il vincitore del Giro d’Italia 2019 Richard Carapaz e il bi-campione in carica della stessa Vuelta a Burgos Ivan Sosa.

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Ovviamente, quando parliamo dei favoriti di questa Vuelta a Burgos non possiamo non citare Remco Evenepoel. L’enfant prodige fiammingo, prima della pandemia, aveva conquistato sia la Vuelta a San Juan che la Volta ao Algarve. L’alfiere della Deceuninck-Quick Step, però, in questo caso sarà fortemente svantaggiato dall’assenza di cronometro. La gara spagnola, inoltre, quest’anno sarà un vero e proprio antipasto di Giro d’Italia, data anche la presenza del britannico Simon Yates. Il tracciato, con le erte di Picon Blanco e Lagunas de Neila, sarebbe perfetto per il vincitore della Vuelta 2018. Inoltre, ad accompagnare il Folletto di Bury c’è una Mitchelton fortissima che schiera anche Estaban Chaves, Lucas Hamilton, Jack Haig e Mikel Nieve. Yates, però, per vincere avrà bisogno di un colpo di pedale differente da quello palesato prima del blocco delle gare, quando risultò particolarmente spuntato sia al Tour Down Under che all’Herald Sun Tour.

I nomi citati, a ogni modo, sono solo una piccola parte dei grandi interpreti delle corse a tappe che saranno al via della Vuelta a Burgos. Nella griglia dei favoriti troviamo anche il leader della Bahrain McLaren Mikel Landa, il quale potrà contare, tra l’altro, sull’appoggio di due come Pello Bilbao e Damiano Caruso. C’è, inoltre, anche la coppia Movistar formata dall’intramontabile Alejandro Valverde e da quel Marc Soler che, quest’anno, capitanerà il sodalizio spagnolo al Giro d’Italia. Non va assolutamente sottovalutato nemmeno David Gaudu, solitamente spalla di Thibaut Pinot, il quale, però, quando ha avuto modo di correre per sé si è levato grandi soddisfazioni. Una menzione, inoltre, è d’obbligo anche per Rafal Majka, corridore che vince poco, ma che in montagna è sempre al livello dei migliori. Il polacco della Bora, oltretutto, sarà affiancato anche da altri atleti che se la cavano quando la strada sale come Lennard Kamna e Felix Grossschartner.

Se questi sono i nomi da prima fila, in seconda troviamo un’altra serie di ottimi corridori che potrebbero fare una buona classifica. Citiamo Oscar Rodriguez dell’Astana, il magiaro Attila Valter della CCC, il leader dell’Euskadi Ruben Fernandez, in grande spolvero prima della pandemia, il fiammingo della Isreael Start-UP Ben Hermans, la coppia NTT composta da Ben O’Connor e Louis Meintjes, George Bennett e Sepp Kuss della Jumbo-Visma, David De La Cruz, grande protagonista a Burgos già in passato, e il suo compagno alla UAE, nonché vincitore in carica del Giro d’Italia U23, Andres Ardila.

In casa Italia la carta principale è un altro alfiere della UAE Team Emirates, vale a dire quel Fabio Aru in cerca di riscatto dopo un biennio da incubo. Ci sono, tuttavia, anche un paio di giovani veramente interessanti da seguire. Il primo è Andrea Bagioli, classe 1999 della Deceuninck-Quick Step, quest’anno già 16esimo al Giro della Provenza. L’altro, invece, è uno dei migliori grimpeur sfornati nella storia recente dal pedale azzurro: Alessandro Fancellu. Classe 2000, il giovane, proveniente da Como, corre nella Kometa di Basso e Contador. Nel 2018 fu terzo ai Mondiali juniores di Innsbruck mentre nel 2019 era stato grande protagonista delle corse a tappe del calendario dilettantistico spagnolo. Nel suo palmares spicca il successo alla Vuelta a Leon, ottenuto dopo aver staccato tutti sulla salita di Puerto de los Ancares. Prima della pandemia, peraltro, si era piazzato al terzo posto in una corsa di categoria 2.1 quale il Tour of Antalya.

 

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Lapresse

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