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Atletica, Campionati Italiani 2020. Leonardo Fabbri la superstar di una edizione senza troppi acuti

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Doveva essere l’appuntamento clou della stagione per l’atletica italiana ma fra infortuni, protocolli Covid che hanno depennato le gare di mezzofondo, condizioni non ottimali della pista e del meteo, il vento e l’assenza di eventi internazionali di rilievo che ha costretto tanti atleti a rivedere i piani della preparazione, alla fine i Campionati Italiani di Padova che si sono svolti nello scorso week end hanno partorito tanti topolini. Tanti risultati “normali”, seppure con qualche segnale molto interessante dai più giovani e un paio di squilli, uno su tutti, il 21.99 che lancia Leonardo Fabbri nell’elite mondiale del getto del peso e il 10″10 che conferma Marc Jacobs fra i grandi interpreti della gara più veloce. Per aspirare ai podi iridati bisognerà fare ancora meglio ma non si può non essere soddisfatti per quanto visto in questi giorni ma si può dire, in questi due casi, per tutta la stagione.

CONFERME E ACUTI. Era nell’aria il grande lancio di Leonardo Fabbri che è arrivato e che sicuramente può proiettare il pesista fiorentino nell’eccellenza mondiale. Si tratta della seconda prestazione italiana di sempre alle spalle del 22,91 di Alessandro Andrei (che fu record del mondo nell’agosto di 33 anni fa), il 21,99 di Fabbri è anche la seconda prestazione mondiale dell’anno, dietro il 22,91 dello statunitense Ryan Crouser. Numeri che si commentano da soli per spiegare la crescita di un Fabbri che, di questo passo, a breve potrebbe trovarsi nell’elite planetaria di una specialità che, in questo particolare momento storico, è popolata di fenomeni assoluti per cui servirà crescere ancora per giocarsi qualcosa di importante.

Luminosa Bogliolo, dopo l’exploit di Stoccolma, dove è diventata la prima donna italiana ad aver vinto una gara di Diamond League, si è confermata su ottimi livelli, su una pista non certo ideale e con una partenza non certo ideale nella finale dei 100 ostacoli, si è lasciata ancora una volta alle spalle un’avversaria credibile e in crescita come Elisa Di Lazzaro in quello che potrebbe diventare un bellissimo duello negli anni a venire.

Gianmarco Tamberi non è riuscito a regalarsi un over 2.30 da mettere a fianco all’ennesimo titolo tricolore però non ha deluso. L’eclettico saltatore marchigiano a stravinto la sfida diretta con il rivale Sottile e si è issato fino a 2.28, misura per lui “normale” ma che, solo qualche giorno prima nell’atteso test di Ancona, non era riuscito a scavalcare. Serve di più ma per il momento ci si può accontentare anche di questo. Non si può accontentare del tutto, invece, Marcell Jacobs, che non è riuscito a sfatare il tabu degli scontri diretti con Filippo Tortu, che si è dovuto fermare per motivi precauzionali dopo la semifinale ma è riuscito comunque a eguagliare il primato personale stagionale, che è anche migliore prestazione italiana dell’anno con 10″10. Una conferma che andrà però ribadita nei prossimi impegni, a partire dal Golden Gala.

I GIOVANI. Un nome su tutti, quello di Dalia Kaddari: per la sprinter sarda delle Fiamme Oro, ancora juniores, prima maglia tricolore della carriera nei 200 con un 23″30 (-0.1) che consolida la sua seconda posizione nella lista italiana di sempre nella categoria. Battute le più esperte Irene Siragusa e Gloria Hooper. Larissa Iapichino resta a distanza siderale dal 6.80 che l’ha fatta conoscere al mondo intero ma, su una pedana non proprio amica dei saltatori, contro un vento ballerino e ingestibile, ha comunque portato a casa il titolo che non è poco, visto che è il primo in carriera, tenendo a bada con 6.32, due rivali agguerrite come Strati e Vicenzino. Molto interessante anche la martellista livornese, parente del campione del mondo dei 400 ostacoli Fabrizio, Rachele Mori che si prende il record italiano under 20 a soli diciassette anni, entrando peraltro nella top ten assoluta delle martelliste italiane, all’ottavo posto, con un exploit di oltre quattro metri rispetto al proprio limite pre-Assoluti, fino a 65,03, quarto risultato mondiale stagionale della categoria giovanile.

A VOLTE RITORNANO. E’ stato un campionato italiano anche per highlander o vincitori “di ritorno”. E’ il caso di Marco Lingua che ha conquistato il titolo nel lancio del martello alla veneranda età (non ce ne voglia) di 42 anni: bravissimo lui ma di ricambio generazionale qui, al momento, non se ne parla, come un po’ in tutto il settore lanci femminile (se si esclude una buona Sara Fantini nel martello) e anche il quello dei salti, dove si è rivista, dopo qualche segnale lanciato qua e là nei meeting della prima parte di stagione, Dariya Derkach, che è tornata sul gradino più alto del podio sopravanzando Cestonaro e Zanon. Cavallo di ritorno anche Antonio Infantino che, approfittando anche dell’assenza del febbricitante Desalu, si è aggiudicato i 200 in 20″71.

ASSENTI. Non tutti i pezzi da novanta dell’atletica azzurra sono stati protagonisti a Padova. Assente già certo della vigilia il quattrocentista numero uno Davide Re, mentre per strada si sono persi Filippo Tortu e Eseosa Desalu, entrambi vittime di qualche acciacco che li ha costretti allo stop.

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Foto: FIDAL/Colombo

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