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Basket
Basket, Claudio Toti: “Sullo sponsor sto discutendo con chi vuole acquistare la Virtus Roma. Il Palazzetto non era disastrato quando ce l’han tolto”
La Virtus Roma ha formalizzato, come noto, l’iscrizione alla Serie A 2020-2021 e sta iniziando a sondare il mercato, da mettere insieme con una certa velocità dato l’inizio della stagione non lontano e la presenza a roster del solo Tommaso Baldasso, oltre che di coach Piero Bucchi sulla panchina (per la settima volta, dopo gli anni dal 2002 all’inizio del 2005 e dal 2018, entrando in corsa, fino a pochi mesi fa). Claudio Toti, da vent’anni al timone del club, ha raccontato ad Andrea Barocci (Corriere dello Sport) alcune questioni legate al futuro del club, che per il momento in campo potrebbe iniziare a essere rappresentato da Luca Campogrande, nome più caldo tra quelli finora indicati da radio mercato.
Sulle trattative con i futuri acquirenti: “Procedono. Non ci sono aggiornamenti significativi, ma rimangono aperte e valide tutte e due le piste che stiamo seguendo“.
Su come hanno reagito i tifosi: “Positivamente. Molti mi hanno dimostrato la loro gratitudine; allo stesso tempo in tanti, pur dispiaciuti, avevano capito le motivazioni della decisione che avrei voluto prendere (la non iscrizione, N.d.R.)”.
Sulla questione sponsor mancante lo scorso anno: “Non so danni una risposta. Noi abbiamo provato a fare di tutto per averlo. E non è stato mai un problema di richieste economiche troppo alte o di condizioni non accettate. All’inizio dell’anno avevamo avuto un paio di trattative con ENI (con Enjoy, N.d.R.), ma poi si è tutto arenato. Non mi hanno dato una vera spiegazione“. E sul prossimo anno: “La settimana prossima presenteremo all’Acea una richiesta ufficiale di sponsorizzazione. Attenderemo la risposta. Ma come secondo sponsor perché credo che sul primo dovremo puntare più in alto: ne sto discutendo con le persone interessate all’acquisto della Virtus…”
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Sul lato fondamentale di creare Casa Virtus: “Il fatto di non aver più avuto un settore giovanile (attualmente c’è una collaborazione con la Smit in questo senso, pur nell’intenzione di ricrearlo in proprio, N.d.R.) è dipeso dalla mancanza di uno spazio sul quale avevamo puntato per anni, il Palazzetto dello Sport. Quando ce lo hanno tolto, non era assolutamente in condizioni disastrate, come sostiene qualcuno. Lo e diventato dopo, quando non era più sotto la nostra gestione“.
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Credit: Ciamillo