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Boxe in lutto: Sandro Mazzinghi ci ha lasciato. Addio all’immenso Campione del Mondo, rivale di Nino Benvenuti

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La boxe italiana è in lutto: Sandro Mazzinghi ci ha lasciati all’età di 81 anni dopo aver combattuto brevemente contro una malattia. Un’icona indiscussa del nostro sport, un vero e proprio guerriero che negli anni ’60 fu tra i migliori pesi superwelter del Pianeta. Nacque a Pontedera il 3 ottobre 1938 e venne instradato alla nobile arte dal fratello Guido (medaglia di bronzo alle Olimpiadi 1952 e Guanto d’Oro d’America). Il toscano passò professionista nel 1961 e l’anno successivo venne subito scelto come sfidante per il titolo iridato della nuova categoria superwelter, senza aver nemmeno combattuto per il titolo iridato.

Il 7 settembre 1963 è la data che gli cambia la vita: al Vigorelli sconfigge il detentore Dupas per ko tecnico alla nona ripresa e diventa così il quarto italiano capace di laurearsi Campione del Mondo tra i professionisti dopo Carnera, Loi e D’Agata. Sando Mazzinghi inizia una rivalità col grande Nino Benvenuti, che culmina con lo scontro del 18 giugno 1965 allo Stadio San Siro: vinse Benvenuti per ko al sesto round, ma il toscano non aveva ancora recuperato dall’incidente autmobilistico di qualche mese prima quando morì la moglie Vera, sposata da appena 12 giorni. La rivincita arrivò a dicembre davanti ai 15000 spettatori del PalaSport di Roma: Benvenuti si impose ai punti, ma Mazzinghi dichiarò che l’atterramento subito nel secondo round era in realtà una scivolata che gli costò due punti e la sconfitta. Mazzinghi non riuscì a riprendersi il Mondiale e non parlò più con Benvenuti fino alla riconciliazione avvenuta dopo più di 40 anni.

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La carriera del toscano si rilanciò tra il 1966 e il 1968 quando si consolò con il titolo europeo, poi ebbe di nuovo un’opportunità iridata contro il sudcoreano Ki-Soo Kim, il quale aveva scalzato Benvenuti. Sandro Mazzinghi compì un’impresa il 26 maggio 1968 quando lo sconfisse a San Siro riprendendosi il titolo iridato. La prima difesa, appena cinque mesi dopo a Roma, fu contro il temibile Freddie Little: una doppia ferita alle arcate sporacciliari fermò Mazzinghi, WBC e WBA lo privarono della corona. Oggi l’addio a uno dei più grandi pugili della storia italiana, capace di dare lustro al Paese in un’epoca in cui la boxe era seguitissima dagli italiani al pari di calcio e ciclismo.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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