Formula 1

F1, analisi GP Belgio: Mercedes perfetta, Renault non è un bluff, Ferrari umiliata

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Il Gran Premio del Belgio di Formula Uno 2020 si è appena concluso. Ha vinto Lewis Hamilton, il quale ha preceduto Valtteri Bottas e Max Verstappen. In casa Ferrari, alle disastrose qualifiche ha fatto seguito una gara anche peggiore, in quanto le Rosse si sono rese protagoniste di una performance disastrosa. Andiamo, dunque, ad analizzare quanto accaduto quest’oggi sulla pista di Spa-Francorchamps.

MERCEDES – Alla luce delle potenzialità della vettura, qualsiasi risultato peggiore dell’accoppiata primo-terzo posto può essere considerato deludente. Oggi è arrivata invece la doppietta. Incredibile pensare che sia “solamente” la seconda stagionale! Lewis Hamilton ha veleggiato imperiosamente in testa dal primo all’ultimo giro, mentre Valtteri Bottas non ha avuto alcun problema a contenere Max Verstappen. Alla fine la Casa di Stoccarda ha archiviato un trionfo che sottolinea viepiù la sua superiorità assoluta sul resto del mondo in questo 2020.

FERRARI – Le qualifiche non lasciavano intendere nulla di buono, visto che sul giro secco le Rosse si sono rivelate settima forza in campo. In gara la situazione è anche peggiorata, nel senso che la Ferrari si è dimostrata meno competitiva persino dell’Alfa Romeo. Il rettilineo del Kemmel è stato un autentico supplizio sia per Charles Leclerc che per Sebastian Vettel, infilzati come spiedini da vetture che dovrebbero poter prendere solamente la targa dei piloti di Maranello. Invece, oggi il monegasco e il tedesco, in quel tratto di pista sono stati letteralmente umiliati dalle Alpha Tauri e dall’Alfa Romeo. Drammatico, considerando che tra una settimana si corre a Monza.

RED BULL – Si sapeva che per Max Verstappen sarebbe stato molto complicato infastidire le Mercedes. L’olandese ci ha provato, ma non ha proprio avuto modo di contrastare le due “Frecce Nere” e il terzo posto odierno era il massimo risultato ottenibile. Sinceramente, Alexander Albon continua a lasciare qualche perplessità. Vero che con l’anglothailandese si usano spesso strategie alternative con gli pneumatici, ma quest’oggi non ha proprio lasciato il segno e chiudere sesto con questa vettura è davvero il minimo sindacale.

RENAULT – La splendida qualifica aveva fatto sorgere il dubbio che la Règie avesse utilizzato una “party mode” parecchio spinta proprio alla vigilia della sua abolizione, guadagnandosi indiscutibilmente il ruolo di terza forza sul giro secco. La gara ha invece dimostrato come quello del sabato non fosse un bluff. La RS20 a Spa-Francorchamps stata inferiore solo alle Mercedes e alle Red Bull. Il risultato odierno ha quindi un peso specifico ben maggiore rispetto a quello di Silverstone. Daniel Ricciardo ha ricordato al mondo di essere un gran pilota, vincendo la gara “degli altri”, ovvero quella corsa da chi non ha una W11 per le mani o non si chiama Max Verstappen, realizzando peraltro il giro più veloce. Bella prova anche di Esteban Ocon, che ha lottato fino alla fine, ottenendo il miglior piazzamento del suo 2020.

RACING POINT – L’opaca performance del sabato non è certo stata riscattata la domenica. Oltre a una competitività inferiori alle abitudini, ci si è messo l’errore strategico di tenere in pista Sergio Perez, dotato di gomma morbida, durante la safety car. In questo modo il messicano ha dovuto effettuare il pit-stop pochi giri dopo la fine della caution, sprofondando in coda alla classifica. La sua rimonta ha movimentato un Gran Premio piuttosto monotono, ma di sicuro alla vigilia del weekend la “Mercedes rosa” si aspettava molto di più di un nono e decimo posto.

MC LAREN – Per il team di Woking l’obiettivo di portare entrambe le vetture in zona punti, provando magari a inserirne una nella top-six sfuma prima ancora della partenza, in quanto Carlos Sainz è costretto a rinunciare alla gara a causa della rottura di uno scarico! Lando Norris è rimasto solo a tenere alto l’onore della McLaren e si è reso protagonista di una gran bella gara, chiudendo settimo davanti a entrambe le Racing Point e in scia alla Red Bull di Albon. Di più era impossibile fare.

ALPHA TAURI – L’ambizione della vigilia era di marcare qualche punto, come avvenuto in cinque dei sei Gran Premi disputati sinora. Missione compiuta, ancora una volta con Pierre Gasly, autore di una gara gagliarda. La decisione di partire con gli pneumatici duri lo “costringe” a restare in pista quando fa la sua comparsa la safety car. Cionondimeno, dopo essere scivolato in fondo alla classifica in seguito al suo pit-stop, rimonta furiosamente sino all’ottavo posto. Sembra un altro pilota rispetto a quello malmenato da Verstappen in Red Bull lo scorso anno. Molti sono convinti che oggi farebbe meglio di Albon, ma la controprova non l’avremo mai. Daniil Kvyat invece non ha brillato granché. Certo, alla fine si alla fine si è piazzato appena al di fuori della top-ten, ma ancora una volta è stato sovrastato dal compagno di squadra e la sua permanenza in Formula Uno per il prossimo anno diventa sempre più difficile.

HAAS – Un weekend cominciato malissimo con i problemi sulle power unit nella giornata di venerdì e proseguito con la difficile qualifica del sabato, durante la quale entrambe le vetture americane sono state eliminate in Q1, si è concluso con una gara del tutto anonima. Romain Grosjean e Kevin Magnussen hanno concluso terz’ultimo e ultimo, senza mai farsi notare (sempre che ne avessero la possibilità).

ALFA ROMEO – Le speranze generate dalle prove libere sono state brutalmente frustrate in qualifica. In gara la situazione è migliorata, perché le vetture del Biscione sono tornate a essere più competitive delle Ferrari. Kimi Räikkönen è persino riuscito a lottare per un punticino, prima di arrendersi a vetture più competitive. Il finlandese si è comunque tolto la soddisfazione di arrivare davanti a entrambe le Ferrari. Riguardo Antonio Giovinazzi non c’è molto da dire, il suo è stato un brutto errore, che purtroppo a Spa fa il paio con quello dell’anno scorso.

WILLIAMS – Peccato per George Russell, perché stava facendo una buona gara restando in scia alle Alfa Romeo e tenendosi alle spalle entrambe le Haas. Purtroppo per lui è stato incolpevolmente coinvolto nel botto di Antonio Giovinazzi, vedendosi costretto al ritiro. Dal canto suo, Nicolas Latifi ha fatto da comparsa, restando perennemente in coda alla classifica, salvo il guizzo finale che gli ha permesso di sopravanzare Kevin Magnussen. Alla fine una giornata piuttosto opaca, ma era difficile fare meglio.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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