Formula 1
F1, Ferrari: così non va! Motore lento, aerodinamica spenta, macchina inguidabile. Come si arriva a Monza?
La pista di Spa-Francorchamps, morbidamente appoggiata sulle splendide montagne delle Ardenne, è probabilmente il circuito più affascinante di tutto il calendario del Mondiale di Formula Uno. Il Gran Premio del Belgio ha sempre un sapore particolare e anche in questo fine settimana ogni pilota era al settimo cielo per poter guidare la propria vettura tra curve iconiche come l’Eau Rouge-Raidillon, Les Combes, Stavelot o Blanchimont. Due dei protagonisti della massima categoria del motorsport, invece, hanno vissuto un weekend davvero tremendo. Stiamo parlando di Sebastian Vettel e Charles Leclerc. I due piloti della Ferrari, dopotutto, hanno concluso la loro gara rispettivamente in tredicesima e quattordicesima posizione. Un risultato pessimo, senza usare tanti giri di parole.
Già da inizio anno si era capito come il progetto tecnico della SF1000 fosse fallimentare, ma fino a questo livello no. La differenza a livello di ritmo rispetto ai primi della classe si attestava attorno ai 3 secondi. Qui si sta riscrivendo la storia, al contrario purtroppo. Passare in poche settimane dal lottare con Red Bull o McLaren per il podio, a sgomitare per entrare nella Q2 con Haas e Williams fa davvero scalpore. La pista di Spa, senza dubbio, acuisce ogni problematica della Rossa con un lay-out che mette in evidenza le criticità di una monoposto che non ha alcuna prerogativa. Nel T1 e T3, i due settori di motore, quelli da velocità pura (dove l’anno scorso la SF90 dettava legge) le immagini erano impietose. Alfa Romeo, Alpha Tauri e le altre superavano le Ferrari senza il minimo sforzo. Anzi, quando Leclerc o Vettel erano in scia ad un rivale, anche con il DRS aperto, quasi facevano fatica a non perdere terreno, anziché guadagnarlo.
Come se non bastasse, nel T2, il tratto misto (lungo oltre 40 secondi) la monoposto emiliana era quasi impossibile da tenere in strada. Il gap prestazionale con i migliori era imbarazzante. Circa un secondo nel solo settore con Rivage, Malmedy o Pouhon. Già, la celebre curva che ormai in qualifica si fa in pieno. O meglio, che le macchine ben bilanciate quasi fanno con il piede sull’acceleratore. In quel punto la Ferrari pagava, e ha pagato anche oggi, un margine di velocità in doppia cifra. Sintomo che il carico aerodinamico tanto agognato non c’è, e non ci sarà.
La SF1000 prosegue nella sua corsa (in questo caso sì) verso la classifica delle peggiori vetture uscite da Maranello. Non ha potenza a livello di motore, i cavalli in meno rispetto a Mercedes e Renault sono tanti e la differenza a livello di velocità di punta è immensa, non riesce a produrre carico aerodinamico in curva e, come si è visto nel weekend belga, prosegue nelle difficoltà a livello di gomme, dal punto di vista del portarle in temperatura. Un mix di errori a livello di progettazione che, ad ogni modo, nascono dal cambio di Power Unit imposto dalla FIA. La macchina edizione 2020 doveva sfruttare la immane potenza del propulsore evoluzione del 2019 che, a quanto pare, è stato bannato dalla Federazione. Un gatto che si morde la coda perchè, pensando che potesse essere ancora a disposizione, i progettisti emiliani erano andati alla ricerca del carico aerodinamico confidando che la Power Unit compensasse il tutto. In quest modo, invece, hanno creato un effetto “Drag” spaventoso che, sostanzialmente, fa sì che quando Vettel e Leclerc sono in rettilineo, più spingono più rallentano.
Ed ora, come se non bastasse, arriva Monza. La pista “Da” velocità per eccellenza. Come si può sperare in qualcosa di buono dopo quanto detto in precedenza? Già, i ferraristi si preparano per un fine settimana ancor più complicato di quello di Spa, con l’aggravante di essere in casa. Si rischierà l’ennesima figuraccia tra Parabolica e Variante della Roggia, con una Ferrari che non avrà modo di opporsi ai rivali. Senza potenza e senza chance di ribaltare la situazione nelle (poche) curve brianzole. Magra consolazione? Non ci sarà il pubblico nel Gran Premio d’Italia. Si eviterà di chiudere la gara più attesa rossi sì, ma di imbarazzo…
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lapresse