Formula 1
F1, GP Belgio 2020: Ferrari ai minimi termini. Il motore non va, guidabilità pessima: tra Spa e Monza sarà sofferenza totale
Per la Ferrari la prima giornata di prove libere del Gran Premio del Belgio si è rivelata un autentico incubo. Le Rosse si sono trovate in grossissima difficoltà, tanto da restare perennemente nella seconda parte delle classifiche. Nella FP1 Charles Leclerc e Sebastian Vettel hanno realizzato rispettivamente il 14° e 15° tempo. La situazione è addirittura peggiorata nel pomeriggio, quando il monegasco e il tedesco hanno siglato il 15° e il 17° crono. Un tracollo in piena regola, soprattutto perché, a parità di motore, la Scuderia di Maranello ha preso la paga persino dall’Alfa Romeo!
Eh sì, perché nella FP2 Antonio Giovinazzi e Kimi Räikkönen hanno rifilato più di mezzo secondo a Leclerc, lasciando addirittura a otto decimi Vettel. Una bocciatura in piena regola per la SF1000, i cui mali sono ormai risaputi. È ormai conclamato che la power unit non sia quella del 2019, in quanto sono venuti meno parecchi cavalli. Tuttavia un disastro del genere non si spiega solamente con il regresso in termini di potenza, in particolar modo se una monoposto dotata dello stesso motore è in grado di prendere a bastonate le Rosse. Infatti, nell’analizzare gli intertempi, si nota come la Ferrari paghi profondamente dazio nel secondo settore, quello più guidato.
L’impressione è che sul banco degli imputati vada messo l’assetto. Il Cavallino Rampante ha optato per una soluzione a basso carico, allo scopo di ridurre il più possibile il deficit prestazionale in termini di potenza rispetto agli avversari. La mossa ha ricordato molto quella effettuata a Silverstone dove, almeno per Leclerc, si era rivelata efficace. Infatti tra il Gran Premio di Gran Bretagna e quello del 70° Anniversario, il monegasco ha raccolto un terzo e un quarto posto. Comprensibile, quindi, che si sia seguita la stessa strada.
Cionondimeno, sul tracciato di Spa-Francorchamps la scelta ha dato esiti disastrosi. Scaricando gli alettoni, soprattutto al posteriore, dove la Ferrari ha presentato la soluzione più aggressiva in assoluto dell’intero paddock, la Scuderia di Maranello ha contenuto i danni nel primo e nel terzo settore del giro, ma ha sofferto le pene dell’inferno in quello centrale. A ben guardare, tre quarti del distacco vengono accumulati proprio nel T2. La SF1000 non è reattiva a sufficienza nei ripetuti cambi di direzione del tracciato belga e, come se non bastasse, fatica enormemente nell’ingresso in curva, altro particolare decisivo da queste parti.
Insomma, torniamo al discorso già fatto più volte quest’anno. La coperta è cortissima e, se la si tira tutta da una parte, l’altra rimane inevitabilmente alla mercé delle intemperie. A proposito di intemperie, la pioggia è un’eventualità concreta sia per la giornata di sabato che per quella di domenica. Se si dovesse davvero correre sul bagnato, la situazione peggiorerebbe ulteriormente per le Rosse, visto che sotto l’acqua un assetto scarico risulterebbe viepiù penalizzante. Ricapitolando, se si scaricano le ali si recupera qualcosa in termini di velocità di punta, ma la guidabilità diventa pessima (oggi Leclerc e Vettel faticavano letteralmente a tenere la monoposto in pista). Però, se si sceglie di aumentare il carico, la vettura non va avanti in rettilineo.
Si vedrà cosa decideranno di fare gli ingegneri del Cavallino Rampante tra stasera e domattina. Si proseguirà su questa strada, perché è comunque “la meno peggio”, oppure – alla luce di quanto emerso oggi – si cambierà filosofia e si punterà su un assetto meno estremo? Lo scopriremo domani, quando la Ferrari sarà chiamata a evitare quella che, per quanto visto oggi, potrebbe rivelarsi una debacle clamorosa in qualifica.
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paone_francesco[at]yahoo.it
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Foto: La Presse