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F1, GP Belgio 2020: Ferrari mai così male nel format moderno delle prove libere. I motivi di una crisi senza precedenti

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Imbarazzante. Difficile definirla in maniera diversa la prestazione della Ferrari nel corso delle prove libere 3 del GP del Belgio, settimo round del Mondiale 2020 di F1. Il tracciato di Spa-Francorchamps, l’Università del Circus delle quattro ruote, ha bocciato senza appello e in maniera perentoria il Cavallino Rampante e lo si può dire ben prima di quello che le qualifiche e la gara ci diranno. Sì perché mai nel format moderno con le prove libere le due Rosse si erano classificate così indietro: Charles Leclerc 17° e addirittura Sebastian Vettel ultimo, rispettivamente a 1″892 e a 2″165. Una situazione inaccettabile per un marchio come quello del Cavallino. Se si considera l’anno scorso, quando la Rossa era davanti a tutti su questa pista, il differenziare in negativo è di circa 1″, mentre altre monoposto quel secondo lo hanno tolto e non aggiunto rispetto a 12 mesi fa.

Perché una situazione del genere? Un mix di problematiche che partono principalmente dall’assenza di una guida forte in squadra. A Maranello c’è confusione e dopo la scomparsa di Sergio Marchionne si è aperta una crisi gestionale dove il modello orizzontale cambiato in corsa quest’anno, tornando a quello verticale, evidenzia il caos. Manca una linea comune da seguire e due progetti sbagliati negli ultimi due anni lo certificano. Il Team Principal Mattia Binotto, tra i responsabili di questo momento così critico, non è di certo l’unico colpevole. Non c’è una base solida alle spalle, in cui una linea decisionale va presa. In questo momento si respira una sorta di rassegnazione, avendo già data per persi sia questo 2020 che il 2021 per via del congelamento di componenti importanti delle monoposto.

Una resa, però, che ha il sapore della mentalità perdente perché dal punto di vista aerodinamico sulla monoposto si può intervenire, ma mentre chi è davanti continua a sviluppare (Mercedes e Red Bull ad esempio), Ferrari è ferma al loro confronto, forse danneggiata maggiormente dalla questione Covid-19? Chi può dirlo. Appare poca cosa l’accordo raggiunto per il Patto della Concordia, quando le prestazioni in pista sono così sconfortanti e una reazione non c’è.

Binotto ha parlato di potenziale di una macchina inespresso, ma la domanda è: quale potenziale ha questa SF1000? La vettura di Maranello sembra essere non solo lenta, ma anche non facile da capire da parte di chi è ai box. In sostanza, la famosa discrepanza tra dati in galleria del vento e tracciato si riscontra probabilmente in un metodo di lavoro non conforme nel quale chi lavora al simulatore ha un approccio e chi è sulla pista ne ha un altro. Ed ecco che per Leclerc e Vettel è come guidare sul ghiaccio, senza grip e in balia di una monoposto sia sottosterzante che sovrasterzante.

In un contesto del genere i piloti sono i meno colpevoli di tutti e devono fare i conti con una macchina spesso inguidabile e enigmatica. Approcciarsi così alle qualifiche di oggi è quasi umiliante, ma è da capire davvero ai vertici che cosa si voglia fare al di là del “vinceremo nel 2022″.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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