Formula 1
F1, GP Spagna 2020: Ferrari, la giusta intuizione strategica è arrivata in corsa. E senza il problema di Leclerc…
Per la Ferrari il Gran Premio di Spagna è andato in archivio con il 7° posto di Sebastian Vettel e il ritiro di Charles Leclerc. Dopo sei GP, pari a più di un terzo della stagione 2020, che dovrebbe comprendere dai 15 ai 17 appuntamenti, il Cavallino Rampante occupa la quinta posizione nel Mondiale costruttori, seppur a sole due lunghezze della Racing Point, che nonostante la penalizzazione di quindici punti è tornata in terza posizione proprio con gli ottimi risultati di domenica.
Si è già detto come la SF1000 manchi di prestazioni, essendo una vettura deficitaria sia in tema di motore che di aerodinamica. Come se non bastasse, l’attuale monoposto ha cominciato a essere anche inaffidabile, poiché tra Silverstone e Barcellona i problemi tecnici si sono sprecati, anche se Vettel ha avuto la “fortuna” di subirli tutti in prova. L’unica cosa buona di quest’auto è il fatto di essere delicata con le gomme, qualità che permette di poter completare i Gran Premi con una sosta singola anche quando in molti optano per farne due. Il settimo posto ottenuto da Seb a Montmelò è infatti figlio proprio del fatto di essersi fermato una volta sola ai box.
Per la verità, non è chiaro se l’idea fosse quella di effettuare un pit-stop unico, oppure se si sia deciso in corsa di virare su questa opzione. Poco importa, ciò che conta è essere riusciti a portare a termine il GP di Spagna con un’unica sosta. Montando gomme soft, Vettel è stato in grado di completare 36 giri, mentre Leclerc ne ha percorsi 30 con la vettura carica di carburante. Se la Ferrari avesse impostato a gara su due pit-stop, di certo non sarebbe entrata in zona punti, considerando come Seb abbia preceduto letteralmente di pochi secondi il dodicesimo. Quindi, quantomeno, per una volta gli strateghi del Cavallino Rampante ci hanno visto giusto.
Viene da chiedersi dove sarebbe potuto arrivare il monegasco senza il problema alla centralina che lo ha spedito in testacoda al trentasettesimo passaggio. Il team principal Mattia Binotto ha dichiarato che il quarto posto sarebbe stato alla portata. Francamente, la valutazione appare molto ottimista, perché le Racing Point sono apparse indiscutibilmente superiori alle Rosse. Per arrivare quarto, Leclerc avrebbe dovuto arrivare in scia a Sergio Perez (penalizzato di cinque secondi per aver ignorato le bandiere blu). Affinché questo potesse avvenire, nella seconda metà di gara Charles avrebbe dovuto recuperare terreno sul messicano. Eventualità che appare decisamente improbabile, considerando come, sino a quando è rimasto in pista, il monegasco abbia costantemente pagato dazio al messicano. Checo, infatti, era sulla stessa strategia a sosta singola. Peraltro, anche se il ventiduenne del Principiato fosse riuscito a ricucire lo strappo rispetto a Perez, avrebbe dovuto difendersi dall’arrembante Lance Stroll, che invece ha corso sui due pit-stop e sarebbe stato dotato di pneumatici più freschi (oltre che di un motore più potente).
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Insomma, quel quarto posto verosimilmente sarebbe stato un miraggio, a meno di una miracolosa crescita di rendimento nella parte finale del Gran Premio. L’obiettivo più verosimile per Leclerc sarebbe stato quello di concludere sesto, davanti a Carlos Sainz, il che avrebbe permesso alla Ferrari di ottenere un risultato in linea con le sue potenzialità della vigilia (entrambe le monoposto a punti e una nella top-six). Probabilmente, per poter puntare davvero a quel quarto posto vaticinato da Binotto, si sarebbe dovuti partire almeno in sesta posizione, mancata in qualifica dal monegasco per soli 58 millesimi. Comunque, si discute sempre del sesso degli angeli, visto che la centralina ha tradito Charles e finire le gare non è propriamente una parte trascurabile del motor sport.
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Foto: La Presse