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Formula 1
F1, il Circus in formato Mercedes piace poco: gli sviluppi quasi azzerati contrari allo spirito della competizione
Non vi sono dubbi che la Mercedes, in questa era dei motori ibridi, abbia dominato in lungo e in largo in F1. Dall’introduzione di questi propulsori dal 2014, la Stella a tre punte ha raccolto il 73% delle vittorie nei singoli GP, oltre che sei titoli piloti e sei titoli costruttori.
Considerando il presente e il futuro prossimo, questi numeri sono destinati a essere ulteriormente aggiornati, visto il vantaggio enorme che le attuali Frecce Nere hanno nei confronti della concorrenza e con il “Re Nero” Lewis Hamilton in versione “Cannibale”. E’ vero, se si va a valutare quanto accaduto storicamente, ci sono stati domini come quello della Ferrari di Michael Schumacher o la Red Bull di Sebastian Vettel, ma di queste proporzioni per durata non ve ne sono.
La Mercedes ha la concreta possibilità di diventare il team più vincente della storia della F1 e di rafforzare questo primato. I meriti della scuderia di Brackley sono chiari, ma anche dal punto di vista politico c’è una certa predominanza. Di fatto, il nuovo regolamento deciso per le stagioni 2020-2021 va in antitesi con il senso stesso di competere in F1: sviluppi quasi azzerati e conservazione dello status quo. Norme, c’è da dire, avallate anche dalla Ferrari.
I motivi sono legati alle conseguenze che il Covid-19 ha avuto e sta avendo dal punto di vista economico, però è altrettanto evidente che in queste condizioni la competizione ne risulta un po’ falsata: il recupero è quasi impossibile e le Frecce Nere, forti delle loro sicurezze progettuali e di una vettura strepitosa a livello basilare, possono essere assai confidenti sul centrare i propri obiettivi.
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Ecco che, soprattutto da parte dei tifosi e degli appassionati, questa Formula Mercedes piace poco e sicuramente non alimenta l’interesse che tanti, in primis Liberty Media, avrebbero sperato. C’è da capire se grandi marchi come Renault e Honda, presenti nel Circus, siano ancora disposti a prendere “schiaffoni” dalla Stella a tre punte. A questo punto, tutte le attenzioni vanno a concentrarsi sul 2022, l’anno della rivoluzione. Tuttavia, forse, alcune riflessioni andrebbero fatte in merito all’assenza di test come in “era Schumacheriana” e ai regolamenti cervellotici in fatto di sanzioni sugli interventi legati alle vetture nel corso del fine settimana.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse