Formula 1

F1, il responsabile power unit Ferrari presenta il weekend di Spa: “Pista severa per il motore, con oltre un minuto al giro in pieno”

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Dopo aver vinto nel 2018 con Sebastian Vettel e nel 2019 con Charles Leclerc, la Ferrari si presenta nuovamente a Spa per il Gran Premio del Belgio 2020 con la consapevolezza di non avere le armi a disposizione per poter centrare il tris nelle Ardenne. La scuderia di Maranello sta vivendo una stagione estremamente negativa in cui è costantemente in lotta con Racing Point, McLaren e Renault per il ruolo di terza forza in campo alle spalle di Mercedes e Red Bull. Per il momento, dopo sei gare, i tifosi della Rossa si sono dovuti accontentare di un paio di podi conquistati in maniera rocambolesca da Leclerc in Austria (2°) e Gran Bretagna (3°).

Enrico Gualtieri, responsabile power unit della Ferrari, ha presentato così il fine settimana belga: “Il circuito di Spa-Francorchamps è senza dubbio uno dei più affascinanti e impegnativi di tutto il calendario iridato, non soltanto per i piloti ma anche per noi ingegneri. Trovare il bilanciamento perfetto della monoposto, per tutti e sette i chilometri di lunghezza del tracciato, è particolarmente difficile. Sotto il profilo della gestione Power Unit il circuito è piuttosto severo, con oltre un minuto al giro percorso in pieno, ed è importante avere non soltanto una potenza adeguata, ma anche una buona guidabilità, in particolare in corrispondenza della prima e dell’ultima curva. All’importanza della pura potenza motore si affianca quella del recupero di energia attraverso la MGU-H: quindi a fare la differenza è l’efficienza della Power Unit nel suo complesso“.

Su questa pista anche nell’era pre-DRS i sorpassi sono sempre stati relativamente possibili ma la chiave di tutto è la scelta del carico aerodinamico – spiega il capo dei motoristi di Maranello – Con una vettura molto scarica si arriva in fondo al rettilineo del Kemmel con un’ottima velocità di punta ma poi, nel secondo settore, si corre il rischio di andare davvero in crisi. Se invece si punta su un livello di carico medio-alto allora magari si può fare una buona prestazione in qualifica ma in gara si corre il rischio di essere sorpassati e, soprattutto, di far fatica a superare pur utilizzando il DRS. A tutto ciò si aggiunge il fatto che il meteo può essere decisamente variabile e si possono avere condizioni molto diverse da un estremo all’altro della pista. Per questo fine settimana, poi, le previsioni sembrano fatte apposta per complicare ulteriormente la situazione: sabato dovrebbe essere prevalentemente asciutto mentre per domenica è prevista pioggia, con temperature non superiori ai 16 gradi, tutt’altro che estive.

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“In questa prima parte della stagione abbiamo visto un campionato praticamente diviso in due: da una parte ci sono tre piloti che sembrano avere un margine di vantaggio molto consistente, dall’altra ce ne sono almeno dieci che sono racchiusi in pochissimi decimi – prosegue Gualtieri sul sito ufficiale del team emiliano – A Barcellona abbiamo pagato a caro prezzo non soltanto la mancanza di affidabilità, ma anche non aver massimizzato la prestazione in qualifica, il che ci ha messo in condizioni difficili per la gara. Consapevoli delle attuali difficoltà, dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro e sulla preparazione del week-end; l’obiettivo principale sarà quello di mettere i piloti nella condizione di tirare fuori tutto il potenziale possibile dalla SF1000: ottimizzare il pacchetto vettura-PU, lavorare bene come squadra in pista, studiare la strategia migliore ed essere efficaci nell’adattarla in fretta al cambiare delle condizioni. Ogni millesimo di secondo conta, ogni scelta può fare la differenza”.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Lapresse

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