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F1, la SF1000 è una delle peggiori Ferrari di sempre? Le antenate e la classifica degli orrori

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Settima forza in campo. Questo il valore della Ferrari SF1000 sulla pista di Spa-Francorchamps. Al di là di proclami, lavori in corso, evoluzioni presunte o reali, i fatti parlano chiaro. Il 2020 è una stagione di assoluta sofferenza per la Scuderia di Maranello, che nelle qualifiche del Gran Premio del Belgio ha toccato il punto più basso della sua annata agonistica, almeno sino a questo momento. Un disastro con pochi precedenti nella gloriosa storia del Cavallino Rampante.

D’accordo, sicuramente la SF1000 non è la Rossa peggiore di sempre, triste ruolo che con ogni probabilità sarà perennemente ricoperto dalla 312T5 del 1980. Durante quella stagione, il Cavallino Rampante conobbe persino l’umiliazione di una mancata qualificazione in occasione del Gran Premio del Canada. Infatti, quarant’anni fa spesso e volentieri la Scuderia di Maranello si qualificò nelle retrovie. Inoltre in gara i migliori risultati furono tre miseri quinti posti. Non a caso, il 1980 è l’unico anno in cui la Ferrari non ha chiuso il Mondiale costruttori nelle prime sei posizioni, piazzandosi decima. Inoltre, esiste anche un’altra monoposto indiscutibilmente peggiore di quella attuale. Parliamo della famigerata 312B3 del 1973, inizialmente soprannominata “Spazzaneve” per la particolare forma del muso, che però non fu mai utilizzato in gara. Successivamente modificata, fu schierata in dieci GP, raccogliendo un quinto posto come risultato più prestigioso prima di essere accantonata e ripensata completamente.

Dunque la SF1000, che di riffa o di raffa è già forte di due podi, non potrà fare peggio di queste due “progenitrici”. Bisogna tuttavia sforzarsi per ricordare altre Ferrari meno competitive. Sicuramente può essere citata la F92A del 1992, che per inciso ha diverse disgrazie in comune con la vettura di questo 2020, ovvero essere dotata di un motore asfittico e avere un comportamento in curva imprevedibile. Infatti anche quell’anno capitava di vedere la Rossa passare dal sottosterzo al sovrasterzo in un battibaleno, proprio come osservato in questi giorni a Spa-Francorchamps. Come se non bastasse, la F92A si rompeva di continuo e concluse sul podio solamente due volte in sedici presenze, occupando in entrambi i casi la terza piazza.

Altre Rosse indiscutibilmente peggiori della SF1000 non ce ne sono, perché la F14T del 2014 avrà anche concluso la carriera agonistica con un grigio bilancio di due podi (attualmente già eguagliato dalla Ferrari di quest’anno), ma per quanto mediocre era comunque affidabile e riusciva a garantire piazzamenti nelle prime sei posizioni con una certa regolarità. La F93A del 1993 cominciò in maniera anche più deficitaria rispetto alla già citata F92A dell’anno precedente. Cionondimeno, nella seconda metà di stagione salì di colpi, tramutandosi in una monoposto quantomeno dignitosa, tanto da strappare qualifiche in seconda fila, condurre per diversi giri un Gran Premio e raccogliere complessivamente tre podi, compreso un secondo posto. A proposito di inizi di annata deficitari, la F60 del 2009 partì in maniera disastrosa, tanto da candidarsi al ruolo di terza Ferrari peggiore di sempre, ma durante l’estate fu in grado di alzare la testa, raccogliendo diversi podi e persino una vittoria.

C’è però un fatto estremamente inquietante. Due dei progetti citati (la 312B3 e la F92A) erano molto ambiziosi e utilizzavano soluzioni aerodinamiche che si prefiggevano di essere rivoluzionarie, ma si rivelarono controproducenti. Altre tre monoposto avevano qualcosa di completamente nuovo, in quanto la F14T e la F60 sono state partorite dopo stravolgimenti regolamentari che avevano interessato l’intera Formula Uno, mentre la F93A è stata l’unica Ferrari a sospensioni attive. Infine la 312T5 era una vettura che seguiva concetti resi obsoleti nel giro di pochi mesi dalla comparsa delle wing car. Al contrario la SF1000 non ha nulla di rivoluzionario e, al contempo, la Formula Uno non è stata interessata da nessuna riforma regolamentare o tecnica…

Insomma, l’augurio è che anche l’attuale monoposto possa seguire lo stesso percorso della F93A e della F60, crescendo di rendimento nel corso del tempo. Come si suole dire, la speranza è l’ultima a morire, ma al riguardo non bisogna neppure dimenticare la massima del Sergente Lo Russo, interpretato da Diego Abatantuono, nel film “Mediterraneo” di Gabriele Salvadores, ovvero “chi vive sperando, muore c…”

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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