Formula 1

F1, presentazione GP Spagna 2020: la storia dell’evento e le edizioni entrate negli annali

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Domenica 16 agosto si disputerà il 50° Gran Premio di Spagna valido per il Mondiale di Formula Uno, sesta tappa della stagione 2020. L’evento ha fatto parte del calendario del Circus per la prima volta nel 1951, ma de facto ha dovuto attendere il 1986 prima di diventare una presenza fissa. Peraltro, nel corso degli anni ha cambiato più volte sede, trovando collocazione definitiva solamente a partire dal 1991. Andiamo dunque a ripercorrere la tormentata storia dell’appuntamento.

La prima edizione si disputa sul circuito cittadino di Pedralbes, ricavato utilizzando le strade dell’omonimo quartiere di Barcellona. In questa sede si corre nel 1951 e nel 1954. Tuttavia il disastro di Le Mans del 1955 porta alla cancellazione della gara e all’innalzamento delle misure di sicurezza richieste per le corse automobilistiche. Tali disposizioni comportano che la pista di Pedralbes non possa più essere utilizzata. Il Gran Premio di Spagna sparisce dal calendario della Formula Uno e bisogna attendere la fine degli anni ’60 affinché vi faccia ritorno. Si decide di instaurare un’alternanza tra il nuovo autodromo di Jarama, costruito alle porte di Madrid, e il circuito cittadino del Montjuic, creato usando le strade all’interno dell’omonimo parco di Barcellona. Dunque, dal 1968 il Circus torna in terra iberica. Negli anni pari si corre in Castiglia, in quelli dispari in Catalogna.

L’avvicendamento dura fino al 1975, quando scoppiano enormi polemiche in merito alla sicurezza del Montjuic. La maggioranza dei piloti considera l’ipotesi di boicottare l’evento, ma gli organizzatori minacciano di far sequestrare le vetture dalla Guardia Civil, il che comporterebbe un loro blocco in Spagna per mesi. Alfine si corre, ma le preoccupazioni della vigilia si rivelano fondate. Quando l’Embassy Hill di Rolf Stommelen perde l’alettone posteriore, va a schiantarsi contro i guard rail, rimbalza nella sede stradale e colpisce le barriere sull’altro lato della pista, impennandosi e scavalcandole. Il pilota se la cava con qualche frattura, ma quattro persone (uno spettatore, due fotografi e un commissario) vengono travolte dalla monoposto e perdono la vita. È la fine del Montjuic e il GP trasloca definitivamente a Jarama, seppur per breve tempo. Infatti, dopo l’edizione 1981, l’evento viene cancellato a causa dello scarso appeal del tracciato e della ridotta risposta di pubblico.

Cionondimeno, a metà anni ’80 Pedro Pacheco Herrera, sindaco di Jerez de la Frontera e potente uomo politico, decide di investire nella costruzione di un nuovo autodromo allo scopo di promuovere il turismo e i prodotti tipici dell’Andalusia. La pista ospita la sua prima edizione nel 1986, ma ha scarsa fortuna con la Formula Uno (a differenza di quanto avviene con il motomondiale). Così, dal 1991 il Gran Premio di Spagna torna a Barcellona, stavolta nel nuovissimo e modernissimo autodromo di Montmelò, edificato grazie ai fondi sbloccati per i Giochi olimpici del 1992. La struttura catalana è un gioiello e permette al GP iberico di trovare la propria collocazione definitiva una volta per tutte. Quali sono state le edizioni più significative della corsa? Ne abbiamo scelte sei.

1981 – Si corre per l’ultima volta a Jarama, tracciato tortuoso e sconnesso. In qualifica brillano la Ligier di Jacques Laffitte e le due Williams di Alan Jones e Carlos Reutemann. La Ferrari invece è in grossa difficoltà a causa di una tenuta di strada pessima. Al via sono proprio le Williams a prendere il comando delle operazioni, mentre Gilles Villeneuve, settimo in griglia, è autore di una partenza clamorosa che lo issa al terzo posto. Al secondo giro, il canadese prende la scia di Reutemann e lo sorpassa. Jones va in fuga, ma alla quattordicesima tornata commette un grossolano errore e finisce nella sabbia. Villeneuve si ritrova al comando, braccato da “Lole”. L’argentino sembra giocare al gatto col topo, aspettando solo il momento migliore per effettuare il sorpasso. In realtà, ben presto Reutemann si rende conto di come sia dannatamente difficile avere ragione di Gilles. La Ferrari sarà anche meno maneggevole, ma in rettilineo può sfruttare la sua cavalleria superiore e non c’è modo di sopravanzarla, a meno che il canadese non commetta un errore. Nonostante pneumatici posteriori surriscaldati, Villeneuve da’ saggio di tutto il suo talento, controllando magistralmente una 126CK che scivola come una saponetta. Con il passare dei giri, il duo di testa viene raggiunto anche da Laffitte, Watson e De Angelis. Nel finale, il francese sorpassa Reutemann e si mette alla caccia di Gilles, senza però riuscire in alcun modo a sopravanzarlo. La Ferrari guida un trenino di cinque vetture sino al traguardo e Villeneuve compie il suo capolavoro, realizzando una gara più che perfetta per conquistare un’inaspettata, quanto meravigliosa vittoria.

1986 – La prima edizione corsa a Jerez de la Frontera è memorabile. Senna parte dalla pole position e si pone al comando, braccato dalle Williams di Piquet e Mansell. Quest’ultimo è particolarmente bellicoso e riesce a superare il compagno di squadra, mettendosi alla caccia del brasiliano della Lotus. Poco dopo metà gara, il britannico è in grado di porsi al comando, sorpassando anche Ayrton. Tuttavia, la grande aggressività costa caro all’inglese, le cui gomme sono già molto usurate, a differenza di quelle di Senna, che sta correndo in maniera decisamente più ragionata. I ruoli si invertono e Magic comincia a minacciare Nigel, che tuttavia resiste arcignamente. Quando mancano dieci giri al termine, Mansell è però costretto a rientrare ai box per montare pneumatici freschi. Il britannico torna in pista con 19 secondi di ritardo dal battistrada, ma comincia a menare un ritmo infernale, recuperando anche quattro secondi a tornata! Dopo essersi sbarazzato di Prost, Mansell arriva in scia a Senna proprio all’inizio dell’ultimo giro. Ayrton si difende con le unghie e con i denti, mentre Nigel lancia un disperato assalto proprio in uscita dalla curva conclusiva. La Lotus e la Williams imboccano il rettilineo finale appaiate, ma alla fine Senna taglia il traguardo per primo con 14 millesimi di vantaggio su Mansell, che viene quindi battuto in volata!

1991 – È l’inaugurazione del Montmelò e, come cinque anni prima a Jerez, sono Senna e Mansell a rubare la scena. È il terz’ultimo atto del Mondiale e Ayrton ha il titolo in pugno, nonostante la Williams di Nigel sia decisamente più veloce. L’immensa classe del brasiliano, unita a qualche errore di troppo del britannico e del team di Sir Frank, hanno consentito a Magic di costruire un solido vantaggio nella classifica iridata. “Il Leone” però non si da’ per vinto e vuole dare battaglia fino alla fine. A Barcellona poco prima della partenza un breve scroscio di pioggia bagna la pista. Ben presto la traiettoria si asciuga, ma il resto dell’asfalto rimane umido e scivoloso. Mansell però è obbligato a vincere e si prende un rischio enorme. Al quinto giro affianca Senna sul rettilineo del traguardo. Passano alcuni secondi che sembrano eterni, la McLaren e la Williams sono letteralmente appaiate a pochi centimetri l’una dall’altra mentre viaggiano a 280 km/h! Gli alettoni anteriori strisciano sull’asfalto e generano un mare di scintille. Per un attimo i due piloti si guardano dritti negli occhi. Nigel è all’interno e, nonostante entrambi ritardino al massimo la frenata, riesce a curvare e a passare davanti. Mansell si invola verso il successo e tiene aperto il Mondiale per un altro GP. Si tratta di un’autentica “vittoria di Pirro”, che però regala uno dei sorpassi più emozionati e iconografici nella storia della Formula Uno.

1996 – A Barcellona le Williams dominano le qualifiche sull’asciutto, mentre la Ferrari di Michael Schumacher si attesta in terza posizione. Tuttavia, la domenica mattina sul circuito del Montmelò si abbatte una pioggia incessante. Tutti i piloti optano per una strategia a sosta singola. L’unica eccezione è Schumacher, che pianifica due pit-stop. Quando i semafori si spengono, Michael parte male, ritrovandosi in sesta piazza. Schumi però inizia a recuperare rapidamente. La sua vettura è più leggera e quindi più maneggevole delle altre. Questo fatto, unito alla proverbiale abilità sul bagnato di chi la guida, si rivelano una combinazione micidiale. Risalito in terza piazza, il Kaiser deve mostrare i muscoli per avere ragione di un irriducibile Jean Alesi. Invece Jacques Villeneuve non prova neppure a resistere, conscio del fatto che sarebbe inutile. Al 12° dei 65 giri in programma Schumacher è in testa. Con la pista libera di fronte a sé, inizia a dare una dimostrazione di superiorità ai limiti del concepibile. Il tedesco guadagna infatti qualcosa come 4 secondi a tornata sugli avversari più vicini! Passi la vettura più leggera, ma questa performance da urlo non può essere spiegata solo con un carico di benzina inferiore. Schumacher gareggia in una dimensione diversa rispetto a tutti gli altri. I suoi tempi sono nell’ordine dell’1’47”, mentre nessun altro pilota riesce a girare sotto l’1’50”! Michael potrebbe doppiare tutti, ma la rottura di uno scarico lo obbliga alla prudenza. Ciononostante, Schumi vince con un vantaggio siderale, ottenendo la prima delle sue settantadue vittorie in Rosso.

2001 – Quinta gara della stagione, Michael Schumacher e David Coulthard sono appaiati in testa alla classifica iridata. Al contrario Mika Häkkinen, Campione del Mondo nel 1998 e 1999, nonché grande rivale del tedesco della Ferrari nel 2000, ha avuto un inizio d’annata terribile e paga 22 punti di distacco sia al teutonico che al compagno di squadra. Il finlandese viene da tre vittorie consecutive a Montmelò e ha tutta l’intenzione di dare una svolta alla sua annata proprio in Spagna. Durante il Gran Premio, Schumi e Mika ingaggiano un furioso braccio di ferro, che sembra pendere in favore di Häkkinen quando sulla Ferrari cominciano a presentarsi delle vibrazioni anomale, che costringono Schumacher a rallentare. Il finnico della McLaren ha la vittoria in pugno, poiché gode di quasi quaranta secondi di vantaggio sul tedesco. Tuttavia, all’inizio dell’ultimo giro dal retrotreno della sua MP4/16 comincia a uscire del fumo. Ben presto ci si rende conto come il motore Mercedes stia rendendo l’anima proprio nel corso della tornata finale! Mika è costretto ad alzare bandiera bianca, rinunciando a una vittoria ormai certa. Schumacher, in questo modo, ottiene un successo fortunoso, che di fatto taglia le gambe al finlandese nella corsa all’iride già in primavera, permettendo inoltre al tedesco di guadagnare decisamente terreno su Coulthard, solamente quinto.

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2012 – Quanto avviene al Montmelò tra il 12 e il 13 maggio del 2012 ha dell’incredibile. In qualifica il più rapido è Lewis Hamilton, il quale però viene squalificato quando si scopre che ha girato con meno benzina del minimo consentito. L’inglese viene retrocesso in fondo alla griglia e perde ogni chance di vittoria. Quando i semafori si spengono, è la Ferrari di Fernando Alonso a prendere il comando. Tuttavia lo spagnolo si trova a fronteggiare un avversario inatteso, ovvero Pastor Maldonado. Il venezuelano e la sua Williams appaiono letteralmente trasfigurati, poiché escono improvvisamente dalla mediocrità. Anticipando il primo pit-stop, il sudamericano riesce addirittura a porsi in testa alla gara, mantenendo la posizione anche dopo la seconda sosta. Alonso a questo punto bracca il battistrada, ma clamorosamente non riesce in alcun modo a sorpassarlo. Si concretizza così un risultato incredibile, ovvero la vittoria di Maldonado a bordo della FW34. Si tratta di una delle più grandi sorprese nella storia della Formula Uno, poiché non si gareggia in condizioni particolari, ma si tratta di un successo fair and square, come direbbero gli anglosassoni. Sino a quel momento il venezuelano non si era mai piazzato meglio di ottavo e, in quel 2012, arriverà a punti solamente altre quattro volte, senza mai più ripetersi ai medesimi livelli per il resto della sua carriera. Un exploit sensazionale e fantascientifico, che con il senno di poi costerà ad Alonso il titolo mondiale. Infatti a fine anno l’iberico si inchinerà a Sebastian Vettel per soli 3 punti…

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Foto: La Presse

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