Formula 1

F1, Sebastian Vettel ultimo nella FP3 a Spa: umiliazione estrema per una delle Ferrari peggiori della storia

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Non bastavano l’onta di una stagione disastrosa sovente a centro gruppo o i doppiaggi in serie subiti da parte della Mercedes. Oggi, a Spa, si è materializzata l’umiliazione estrema per la Ferrari nel corso della FP3 del GP del Belgio 2020 di F1: l’ultimo posto! Sebastian Vettel ha infatti concluso la sessione come fanalino di coda con il crono di 1’45″420, distante 2″165 dal leader Lewis Hamilton. Non che a Charles Leclerc sia andata tanto meglio: il monegasco è giunto quartultimo, mettendosi alle spalle i soli George Russell (Williams), Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo) ed il compagno di squadra, accusando 1″892 dalla vetta.

Numeri impietosi, deprimenti. Una situazione frustrante, con la consapevolezza che l’incubo proseguirà senza tregua in questo sciagurato 2020, con possibile coda fino al 2021, considerando le limitazioni allo sviluppo imposte a seguito dell’emergenza sanitaria. La SF1000 è una macchina nata malissimo, sui cui è impossibile porre rimedio o mettere una pezza: non funziona davvero nulla. Se l’aerodinamica rappresenta il tallone d’Achille storico della scuderia di Maranello nell’ultimo decennio, quest’anno ciò che è mancato del tutto è il motore: non è un caso che ciò sia avvenuto a seguito dell’accordo segreto stipulato con la FIA dopo le irregolarità registrate nel 2019 e mai rese pubbliche. Era noto, dunque, che la Ferrari avrebbe faticato sulle cosiddette ‘piste di propulsore’. E, senza voler girare il dito nella piaga, a Monza sarà ancora peggio, senza dimenticare che anche la successiva gara al Mugello premierà le monoposto dotate di una power-unit all’altezza.

Se per Sebastian Vettel a fine stagione si consoliderà il tanto sospirato addio, viene da chiedersi se Charles Leclerc non sia pentito per aver sottoscritto addirittura un rinnovo quinquennale con la Ferrari fino al 2024: il rischio di bruciale un’intera carriera è concreto. Già nel 2019 la scuderia di Maranello non disponeva di una monoposto da Mondiale, ma quanto meno, sfruttando la potenza del motore (non completamente regolare, come si è compreso dal successivo accordo con la FIA), riusciva a giocarsi qualche vittoria di tappa su determinati circuiti. Nell’annata in corso un crollo verticale, in cui la squadra più vincente della storia della F1 si ritrova invischiata a lottare, almeno a Spa, con Williams ed Alfa Romeo: persino la Haas, motorizzata proprio dalla compagine italiana, appare superiore.

Qualche settimana fa il presidente John Elkann si era preoccupato di confermare in blocco lo staff attuale, a partire dal team-principal Mattina Binotto, lasciando intendere che il mirino è puntato quasi esclusivamente sul 2022, anno dell’attesa rivoluzione regolamentare che, nelle intenzioni di Liberty Media, dovrebbe livellare i valori in campo ed avvicinare gradualmente la F1 alla IndyCar. Di dimissioni o licenziamenti, all’orizzonte, neanche l’ombra: come se la Rossa nelle retrovie sia una situazione normale. In attesa di un futuro lontano e nebuloso, il n.1 del Cavallino deve prendere comunque atto di un fatto inconfutabile: la SF1000 va catalogata tra le peggiori Ferrari di tutti i tempi. Non un motivo di vanto per l’attuale dirigenza.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

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