Ciclismo
Giro dell’Emilia 2020: Alexander Vlasov si consacra. Il russo non è più solo una promessa
Alexander Vlasov è il primo corridore, nella storia, a vincere il Giro dell’Emilia e il Piccolo Giro dell’Emilia, il fratellino minore della semiclassica che si conclude sul San Luca, dedicato ai corridori della categoria elite-U23. E forse il risultato odierno, che gli ha permesso di fare questo singolare record, è quello che proietta definitivamente il russo in una nuova dimensione. Non più una giovane promessa, ma un interprete di rango del ciclismo contemporaneo.
E’ vero che il russo aveva già vinto, da professionista, su salite durissime come il Kitzbüheler Horn, vetta regina del Giro d’Austria, e il Mont Ventoux. Il Giro dell’Emilia, però, ha un altro blasone. Parliamo, infatti, di una semiclassica con più di 110 anni di storia. Ora, il nome di Vlasov, si trova accanto a quelli di Costante Girardengo, Giovanni Brunero, Fausto Coppi, Gino Bartali, Gianni Motta, Eddy Merckx, Franco Bitossi, Roger De Vlaeminck, Francesco Moser, Tony Rominger, Gianni Bugno, Michele Bartoli e di tanti altri grandi che hanno fatto la storia di questo sport.
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Dopodiché, ciò che impressiona è anche il modo in cui Vlasov ha ottenuto questo trionfo. La Deceuninck-Quick Step mandando all’attacco dalla media distanza Joao Almeida e tenendo Andrea Bagioli sulle ruote dei favoriti aveva confezionato una tattica perfetta. Quando il gruppo ha imboccato il San Luca per l’ultima volta, il portoghese al comando aveva buone probabilità di farcela. D’altronde, alla fine, non l’ha ripreso nessun altro se non Vlasov.
Per andare a riacciuffarlo serviva un numero di notevole entità e il vincitore del Giro d’Italia U23 2018 ha saputo estrarre il coniglio dal cilindro. Sulle rampe più dure della micidiale erta simbolo della gara, ha portato un attacco devastante. Non si è lasciato condizionare da Bagioli che gli era piombato sulla ruota, ma ha continuato dritto per la sua strada, conscio che il giovane azzurro non potesse tenere il suo ritmo a lungo.
Una volta ripreso Almeida, inoltre, ha saputo gestire al meglio la situazione che si era venuta a creare. Non ha permesso al portoghese di prendere la sua ruota e rifiatare, dato che sapeva che il pezzo duro della salita era quasi finito e portarsi Joao in volata sarebbe stato pericoloso. Appena avvenuto il contatto, Alexander si è prodotto in un altro violento scatto, che ci dimostra anche la sua bravura nel riuscire a ripetere dei cambi di ritmo ravvicinati. Così il rivale non ha avuto scampo e l’alfiere dell’Astana ha potuto presentarsi al traguardo a braccia alzare.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Lapresse