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Ciclismo

Giro di Polonia 2020: caduta impressionante di Fabio Jakobsen, stretto da un anti-sportivo Dylan Groenewegen

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Nessuno si aspettava di assistere a gesti a dir poco scorretti nella prima tappa della prima corsa a tappe World Tour 2020. In un anno così difficile, dove la ripresa stagionale è stata linfa vitale per il mondo delle due ruote, quest’oggi abbiamo assistito ad un gesto tremendamente anti-sportivo da parte di un velocista di caratura internazionale come Dylan Groenewegen. Il fatto è avvenuto a Katowice, sede d’arrivo della tappa inaugurale del Giro di Polonia 2020. Nella volata finale, lo sprinter olandese della Jumbo-Visma ha letteralmente chiuso tra sè e le transenne il povero e innocente Fabio Jakobsen, suo connazionale e campione olandese, portacolori della Deceuninck-Quick Step, facendolo catapultare (nel vero senso della parola) al di là delle barriere, urtando anche il palo della linea d’arrivo e un fotografo. Entrambi sono stati trasportati in ospedale, le prime fonti parlando di condizioni gravi per tutti e due. Jakobsen sarebbe stato intubato e sottoposto a coma indotto.

VIDEO: LA DRAMMATICA CADUTA DI FABIO JAKOBSEN

DRAMMATICA CADUTA DI FABIO JAKOBSEN, VOLO OLTRE LE TRANSENNE IN VOLATA

COME STA FABIO JAKOBSEN? OLANDESE IN COMA FARMACOLOGICO

Per quanto riguarda Groenewegen, l’olandese ha tagliato sì per primo il traguardo, per poi cadere a sua volta, ed esser, giustamente, squalificato dalla giuria. Dietro di lui si sono aggiunti molteplici e altri capitomboli, tra cui quello dello spagnolo Eduard Prades, della Movistar, che ha subito un forte colpo alla spalla. Una vera e propria corsa al massacro. Sono già tuonate le parole del patron della Deceuninck-Quick Step Patrick Lefevere che ha affermato, sul suo profilo Twitter: “Dovrebbero chiudere questo ragazzo della Jumbo-Visma in galera – e subito dopo – Andrò in tribunale per questo tipo di azione che dovrebbe essere fuori dal ciclismo. Questo è un fatto criminale”.

Parlando brevemente della corsa, che in questo momento scende in secondo piano, la tappa è stata caratterizzata dalla fuga di quattro uomini: Kamil Malecki (CCC), Julius Van den Berg (Education First), Brand (Team Novo Nordisk) e Maciej Paterski (Polonia), con la Bora-Hansgrohe, la Jumbo-Visma e Deceuninck-Quickstep in testa al gruppo per la maggior parte del tempo.

Successivamente è arrivata la Lotto Soudal a tirare il gruppo e a mantenere un distacco non superiore ai due minuti. Arrivati nel circuito conclusivo, il distacco del plotone è sceso sotto il minuto. Intanto ecco una prima caduta in gruppo che coinvolge John Degenkolb (Lotto Soudal) e Jakob Fuglsang (Team Astana). Ma nessun problema per entrambi. I fuggitivi vengono ripresi a 15 chilometri dal traguardo, e cominciano le sgomitate tra le varie squadre per prendere le prime posizioni del gruppo.

Un’altra caduta in gruppo! I corridori si sfaldano, ma i big sono ancora tutti davanti a 5 km dalla conclusione. Arriva anche il Team Ineos a fare il forcing in testa al gruppo compatto. Un leggero strappetto a 2 chilometri dal traguardo inizia a mettere una certa dose di nervoso in corsa, mentre le squadre iniziano ad organizzarsi per la volata finale. Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step) prende in mano le redini del gruppo, lo segue Pascal Ackermann (Bora-hansgrohe), ma arriva a doppia velocità Dylan Groenewegen.

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L’olandese prende subito un certo vantaggio, alle sue spalle arriva Fabio Jakobsen, il quale prova a superarlo negli ultimissimi metri. A questo punto Groenewegen taglia la strada al rivale, allarga le braccia, si tocca con il connazionale, mandandolo contro le transenne e procurandogli un volo drammatico a 80 km/h, in cui Jakobsen salta le barriere, travolge il fotografo e sbatte violentemente contro l’arco del traguardo. A terra anche lo stesso Groenewegen, dopo aver tagliato l’arrivo in prima posizione. Alle sue spalle si susseguono tante altre cadute, ma quello che Groenewegen ha fatto al povero Jakobsen resterà negli annali delle scorrettezze più brutte della storia del ciclismo.

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Foto: Valerio Origo

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