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Golf, PGA Championships 2020: il percorso e le 18 buche del TPC Harding Park

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La stagione 2020 del grande golf si è ufficialmente riaccesa. A poche ore dal termine del WGC-FedEx St. Jude invitational infatti è già tempo di guardare avanti, con il primo Major della stagione che è pronto ad accendere i motori. Il PGA Championship si giocherà al TPC di Harding Park, a San Francisco, un campo disegnato nel 1925 dagli architetti Willie Watson e Sam Whiting e poi stravolto nel 2005 per adattarsi meglio al PGA Tour. Ritoccata anche la distanza, alla quale sono state aggiunte 400 yards per un totale che ha raggiunto ora dunque 7234.  Un percorso par 70 che si snoda attraverso la stupenda linea di cipressi del Lago Merced. Le caratteristiche principali di Harding Park sono bunker soffici e fairway ondulati e abbastanza complicati.

Diamo ora uno sguardo più ravvicinato a questo campo, che segna un debutto ufficiale nel terreno dei Major sia per un TPC che per la città di San Francisco:

TPC Harding Park – 102esimo PGA CHAMPIONSHIP – 6 / 9 agosto 2020:

BUCA 1, 393 yards, par 4: uno dei modi più facili inn assoluto per iniziare un Major. I pini che fiancheggiano il lato destro del fairway dovranno essere evitati, dopodiché il lavoro consisterà nel tirare un ferro corto al green (molto corto per i più potenti e coraggiosi che attaccheranno dal tee) senza bunker ad eccezione di quello che fa la guardia alla parte anteriore destra del green.

BUCA 2, 466 yard, par 4: due bunker proteggono la zona di atterraggio nel fairway il più lontano dei quali posto a 305 yard, quindi i giocatori saranno incoraggiati a giocare effetti da sinistra a destra col colpo dal tee. Il green è molto in discesa nella parte anteriore e un profondo bunker si trova alla sua destra per proteggerlo

BUCA 3, 185 yard, par 3: questo è un par 3 tutto in salita e i giocatori non saranno in grado di vedere il green dalla zona del tee, rendendo difficile misurare la distanza. Il green è protetto da bunker su entrambi i lati e presenta sottili pendenze

BUCA 4, 607 yards, par 5: la buca più lunga del percorso e sarà difficile per tutti da raggiungere in due, soprattutto se l’aria che solitamente tira a livello del mare non sarà d’aiuto. Il layout è un destra – sinistra che garantirà la classica opzione di essere più aggressivi o più saggi, attaccando a testa bassa per arrivare il più possibile vicino all’ampio green o lasciarsi un terzo colpo più lungo ma sicuro e comodo

BUCA 5, 436 yards, par 4: questa è una buca diirtta e relativamente semplice e lascerà ai giocatori un ferro corto o un comodo wedge verso il green. Il problema principale saranno gli alberi che fiancheggiano un fairway lungo e stretto, con una forte pendenza nella parte destra.

BUCA 6, 472 yards, par 4: la buca inizia con un teeshot che richiede precisione per passare attraverso uno scivolo di alberi e poi si piega da destra a sinistra. Qualsiasi errore in partenza, con la palla bloccata tra le piante, renderà difficile raggiungere il green di secondo, anche perhé esso è ben difeso dai bunker

BUCA 7, 340 iarde, par 4: questa buca può essere raggiunta con il driver dal tee per tutti quei giocatori lunghi e coraggiosi. Abbastanza inutile dunque soffermarsi sul fairway, due bunker sorvegliano l’ingresso del green e, a seconda della posizione dell’asta, ci sono diverse difficoltà che penalizzeranno coloro che hanno rischiato troppo col primo colpo

BUCA 8, 251 iarde, par 3: come se il par 3 più lungo sul percorso non fosse abbastanza una sfida di suo, il green è qui pure protetto da un profondo bunker a destra e da una ripida discesa nel rough della parte sinistra. Mancare il green con una posizione dell’asta frontale e corta renderebbe molto difficile il par.

BUCA 9, 515 iarde, par 4: un par 5 per tutti i giocatori di club, ma accorciato per aumentare la sfida ai professionisti. Un layout robusto che chiude le prime nove buche con alberi molto ravvicinati e un bunker sul lato destro del fairway. Il ferro per arrivare in green dovrà essere per forza di cose medio-lungo, evitare i bunker e la ripida boscaglia sulla destra e, solo allora, si potrà pensare di essere scappati con un ottimo par.

BUCA 10, 562 yards, par 5: questa buca dovrebbe produrre più birdie di qualsiasi altra, con un solo bunker da fairway sul lato destro da evitare per poi attaccare col secondo. Il green dovrebbe essere facilmente raggiunto e, evitati i numerosi bunker che lo circondano magari anche l’eagle diventa possibile in qualche caso.

BUCA 11, 200 iarde, par 3: i bunker proteggono entrambi i lati di questo semplice par 3, che diventa più complicato quando l’asta è lunga a destra o corta a sinistra. Da evitare l’errore di rimanere corti in ogni caso.

BUCA 12, 494 iarde, par 4: un altro par 5 convertito, con un fuori limite su tutto il lato sinistro. Un dogleg verso sinistra con bunker sia nella parte anteriore del green (soprattutto proprio a sinistra) che rendono più difficile l’attacco con un ferro medio o lungo. Da tenere d’occhio anche i cipressi sulla parte opposta.

BUCA 13, 472 iarde, paragrafo 4: un nuovo tee di partenza favorirà il volo da sinistra a destra della palla, visto che questa è la direzione della buca. Un bunker entra in gioco lungo il lato destro, insieme a cipressi sporgenti. Passando al green, la protezione principale deriva da un profondo bunker sul lato sinistro che renderà molto difficili gli attacchi all’asta quando quest’ulrima è appunto in quella zona

BUCA  14, 470 yards, par 4: la parte finale del percorso entra nella “zona” sorvegliata dal Lago Merced, offrendo una magnifica vista ai giocatori che staranno per iniziare una buca complicata. Sul lato sinistro troviamo un canalone da evitare, per poi pensare all’approccio verso un green in salita con pendenza in salita che renderà delicatissimo ogni putt da sopra la buca

BUCA 15, 401 yards, par 4: questa corta buca ricca di alberi sarà un test per il birdie. Necessario non esagerare dal tee, non è necessario il driver per attaccare il green con un ferro corto e portare a casa il miglior score possibile

BUCA 16, 336 yard, par 4: un altro corto par 4, in cui il tee potrebbe essere accorciato in uno dei round per renderlo addirittura raggiungibile. Quando si gioca a distanza regolare i bunker attorno al green e un cipresso sporgente sulla destra entrano in gioco.

BUCA 17, 171 yard, par 3: Il par 3 più corto ma anche quello più esposto al vento dal lato sinistro. Gli score potrebbero essere più alti del previsto se non si presta attenzione o non si legge la situazione. Il green è difeso nella parte anteriore su entrambi i lati.

BUCA 18, 480 iarde, par. 4: la buca di chiusura è molto panoramica, si dispiega intorno al lago (sulla sinistra) e presenta alcuni bunker da fairway dall’altro lato che dovranno essere evitati. Complicata anche la strategia, il green è complicato e sarà necessario valutare bene soprattutto domenica come approcciare questo gran finale per evitare disastri

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: LaPresse

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