Ciclismo

‘Le Tour du directeur’: Viviani, Cofidis è la scelta giusta? La Francia cerca di favorire Alaphilippe

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ELIA VIVIANI ALLA COFIDIS: LA SCELTA GIUSTA?

Per il momento no. Il veronese non ha ancora ottenuto nemmeno un successo in questo 2020, né prima né dopo il lockdown. Va detto che l’annata era iniziata nel peggiore dei modi a gennaio con una caduta al Tour Down Under che aveva condizionato in negativo il rendimento del campione olimpico di Rio 2016 nell’omnium anche per le settimane successive. Il ritorno alle gare si è rivelato poi particolarmente complicato per l’azzurro: da segnalare solo un podio sin qui, il secondo posto nella prima tappa della Route d’Occitanie. Già alla Milano-Sanremo si era intravisto un Viviani molto lontano dalla forma migliore, sensazione poi suffragata dal ritiro ai Campionati Italiani. Il Tour è iniziato con il sesto posto nella frazione inaugurale, oggi il veneto non ha neppure preso parte alla volata. Viviani è passato da uno dei migliori team in circolazione, la Deceuninck-Quick Step, ad uno oggettivamente di seconda fascia nella graduatoria World Tour, la Cofidis. Peraltro la compagine transalpina vanta tra le proprie fila un corridore che non nasconde velleità di classifica: si tratta di Guillaume Martin, terzo di recente al Giro del Delfinato. Viviani può contare sul fido Simone Consonni, ma è troppo poco, di sicuro non paragonabile al treno di cui poteva disporre alla Deceuninck-Quick Step.

I FRANCESI HANNO CERCATO DI FAVORITE ALAPHILIPPE IN OGNI MODO

Non vincono la Grande Boucle dal 1985, è normale che le provino tutte pur di riuscirci. Da qualche anno hanno drasticamente ridotto i chilometri a cronometro (andate a rivedere quanto misuravano le prove contro il tempo di 25-30 anni fa…) per favorire gli scalatori Thibaut Pinot e Romain Bardet: senza successo. Ora la stella incontrastata del firmamento transalpino è Julian Alaphilippe. Uno dei migliori interpreti al mondo delle classiche, che tuttavia lo scorso anno aveva sognato a lungo addirittura la vittoria finale del Tour, salvo chiudere in quinta posizione. Questa volta il capitano della Deceuninck-Quick Step potrebbe riprovarci. Le salite lunghe non mancheranno, ma gli organizzatori gli hanno regalato svariate frazioni “da classica”, con ascese non così impegnative e dove potrà fare la differenza con la propria esplosività, mettendo da parte secondi preziosi (compresi gli abbuoni). Le prossime tre tappe potrebbero sorridere al francese. Il suo obiettivo è mettere in cassaforte secondi su secondi, fino ad incassare un bel tesoretto da gestire: basterà quando inizieranno le vere montagne?

CALEB EWAN, UNA RIMONTA PERFETTA

Tatticamente non ha sbagliato nulla. Con un fortissimo vento contrario, ha saggiamente deciso di attendere gli ultimi 100 metri per scattare, quando gli avversari iniziavano a piantarsi. E’, insieme a Bennett, il miglior velocista di questo Tour. Ma il livello generale degli sprinter appare oggettivamente più basso rispetto al passato recente.

GIACOMO NIZZOLO, UNA GARANZIA

Non è al meglio dopo la caduta nella prima tappa, ma chiude terzo. Con il passare dei giorni potrebbe ritrovare lo smalto della scorsa settimana e andare a prendersi quel successo parziale che darebbe ulteriore lustro alla sua stagione memorabile.

EGAN BERNAL CORRE DA PADRONE

Sempre nelle prime posizioni per evitare rischi. Non deve essere andata giù al colombiano perdere qualche metro dal gruppo in discesa nel corso della prima frazione: da allora non ha sbagliato più nulla. Oggi ai 3500 metri dal traguardo era in seconda posizione, pilotato da un compagno di squadra: il modo migliore per scongiurare il pericolo di cadute. Ieri ha persino affermato di essersi divertito, segnale di una condizione importante.

DOMANI PRIMO ASSAGGIO DI ALPI

160 km da Sisteron a Orcieres-Merlette. Primo arrivo in salita in una tappa che presenterà 5 GPM, ma nulla di trascendentale. L’ascesa finale misura 7,1 km, con una pendenza media del 6,7% e punta dell’8,2%: decisamente pedalabile, da passisti-scalatori come Tom Dumoulin o Primoz Roglic. E proprio sullo sloveno saranno puntati molti riflettori dopo la prova non proprio convincente della seconda tappa. Il finale, come detto, sembra disegnato per consentire ad Alaphilippe una nuova zampata in uno sprint ristretto. Non è affatto escluso, tuttavia, che vada in porto una fuga: molto dipenderà dalla volontà della Deceuninck-Quick Step di conservare o meno la maglia gialla, comunque un dispendio di energie non da poco per la squadra. Potrebbero trovare spazio uomini già distanti in classifica. Ad ogni modo, assisteremo al primo corpo a corpo tra i favoriti ed inizieremo a capire chi non potrà vincere questo Tour. I distacchi saranno comunque molto contenuti.

LE TOUR DU DIRECTEUR

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Foto: Lapresse

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