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MotoGP, Andrea Dovizioso: “Ho vinto, ma non ho ancora le sensazioni ideali. Le penalità per violazione dei track limits sono troppo blande”

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Andrea Dovizioso è letteralmente l’uomo del momento in MotoGP. Nella giornata di Ferragosto, il centauro forlivese ha annunciato la sua decisione di separarsi dalla Ducati dopo otto anni di proficua collaborazione. Dopodiché, solo ventiquattro ore dopo, è tornato al successo dopo un digiuno di dodici mesi, imponendosi nel Gran Premio d’Austria. Nei prossimi giorni si gareggia nuovamente sulla stessa pista, con la quale Dovi ha un rapporto idilliaco, avendovi vinto per tre volte su cinque partecipazioni, senza peraltro mai scendere dal podio. Andiamo dunque a vedere quali sono le sensazioni del veterano italiano alla vigilia del Gran Premio di Stiria.

“Domenica scorsa è stato molto strano, soprattutto dopo la gara. Non tanto per la situazione creatasi con Ducati, ma principalmente perché non c’erano i tifosi e i miei amici. È davvero difficile adattarsi alle porte chiuse! Riguardo al mio futuro, ora come ora non è un argomento di discussione, nel senso che mi sto concentrando esclusivamente su questa stagione. Cosa mi aspetto da questo weekend? Proveremo qualcosa di diverso rispetto al passato fine settimana, ma credo che lo faranno i tanti. Da parte nostra, abbiamo mostrato un ottimo passo in gara, tuttavia ammetto di non aver ancora avuto le sensazioni ideali a centro curva e nell’uscita dalla curva. Quindi dobbiamo cercare comunque di migliorare, soprattutto perché potremmo portare su altre piste le conoscenze accumulate qui. Complessivamente, mi aspetto un GP di Stiria diverso da quello d’Austria. Innanzitutto perché credo che diversi avversari saranno più forti questo weekend, in quanto settimana scorsa non hanno ottenuto il risultato che si aspettavano. Quindi saranno più affamati e avranno imparato dai loro errori. Inoltre, stando alle previsioni, nei prossimi giorni farà molto caldo, soprattutto venerdì e sabato. Quindi anche questa sarà una situazione nuova”.

Dopodiché è stato chiesto a Dovizioso cosa ne pensa del fatto che domenica festeggerà il suo 220° Gran Premio in MotoGP. “È un numero impressionante ed è un po’ strano sentirlo dire, ma se guardo a quante gare ho fatto, penso che non mi sarei mai aspettato di passare tutti questi anni in MotoGP ed essere ancora oggi in grado di vincere”.

È stata posta una domanda in merito alla pista, ovvero se la ritiene troppo pericolosa e, a suo modo di vedere, vada modificato. “Se guardiamo alla curva 1 e alla curva 3, è normale che siano più pericolose rispetto alla normalità, perché se succede qualcosa lì, allora è facile investire qualcuno. Però non è semplice rendere perfetta ogni pista a livello di sicurezza. Guidare su questo tracciato è molto bello, cionondimeno manca sicuramente qualcosa a livello di sicurezza. Tuttavia, abbiamo visto che si sta lavorando per migliorare la situazione e già questo weekend ci saranno più precauzioni rispetto a domenica scorsa”.

Ci sono state tante lamentele per come la direzione gara e i commissari si sono comportati, soprattutto in tema di uniformità di giudizi in tema alle sanzioni inflitte per gli incidenti durante la gara. Cosa ne pensa Dovizioso? “Penso che fare il lavoro del commissario sia molto difficile. Ogni volta che in commissione di sicurezza due team parlano di qualcosa che è accaduto, ci sono sempre opinioni diverse. Dunque è complicatissimo gestire le varie situazioni che si generano tra i piloti. Da parte nostra, cerchiamo sempre di dare le nostre indicazioni. Un punto su cui si può sicuramente migliorare è nel modo in cui vengono comminate le penalità in merito ai track limits. Per ora si sta facendo un buon lavoro, ma è molto difficile gestire queste dinamiche. Però è un dato di fatto che tutti stiano spingendo di più, soprattutto perché ci sono sempre più vie di fuga in asfalto. Tutti staccano fortissime e, se possono prendersi un rischio, lo fanno, andando oltre il limite perché sanno che c’è l’asfalto. In tal senso, le penalità sono troppo morbide, bisognerebbe renderle più dure in maniera tale che chi viola i track limits venga effettivamente penalizzato e non valga più la pena di prendersi il rischio”.

Nelle ultime gare abbiamo viste tantissimi incidenti in MotoGP. Qual è la ragione, secondo Andrea? “Come ho già detto prima, credo che tutti si stiano prendendo più rischi proprio perché si sono moltiplicate le vie di fuga in asfalto. Se ci fosse sempre la ghiaia, ci sarebbe un freno inibitore in più in staccata, quindi verrebbero presi meno rischi. Credo che questo fatto delle vie di fuga in asfalto influenzi notevolmente il modo in cui i piloti stanno approcciando le gare”.

Secondo Dovizioso, qual è la ragione principale della vittoria di domenica scorsa? Un suo miglioramento, oppure le caratteristiche della pista? “Penso entrambe le cose. Quando siamo arrivati a Spielberg, siamo riusciti a mettere in atto quello che pensavamo e tutto ha funzionato immediatamente. Certo, la pista aiuta, perché sia le caratteristiche della mia moto che del mio stile si addicono al circuito. Di sicuro, a Jerez e a Brno perdevo troppo in frenata rispetto alle altre Ducati. Invece, settimana scorsa, in frenata ero il migliore tra i piloti Ducati. Quindi significa che abbiamo fatto un passo avanti, anche se non credo sia ancora sufficiente per vincere ovunque. Su questa pista possiamo lottare per la vittoria, ma dovremo essere pronti anche per Misano. Quindi dovremo migliorare in tema di percorrenza in curva”.

Eppure, Dovizioso ha vinto nonostante abbia perso un’aletta nelle fasi iniziali della gara. Come è successo ed è stato un problema? “È successo con Mir, perché eravamo in lotta all’inizio della gara. Ero dietro di lui, gli ero troppo vicino e l’ho toccato. Mi sono rapidamente reso conto di aver perso l’aletta di destra. Sinceramente non ho sentito nulla! Per fortuna c’è stata la bandiera rossa e abbiamo riparato il danno, ma nei giri percorsi senza aletta non ho notato alcun cambiamento nella moto”.

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Infine, ad Andrea è stata posta una domanda sulla Ktm. Ecco le sue impressioni sulla moto austriaca: “Premetto che posso parlare solo da osservatore esterno. Mi sembra una moto un po’ strana, ha delle caratteristiche molto particolari. Soprattutto noto che non hanno una grande accelerazione, però è difficile capirla. Curiosamente Binder la guida come se fosse una Moto2 ed è molto efficace. Pol Espargarò invece guida in maniera molto aggressiva. A volte è incredibilmente veloce, mentre altre volte le sue prestazioni decadono rapidamente. Oliveira è spesso veloce anche guidando in maniera diverso. Dall’esterno è difficile capire punti di forza e debolezza, ma di sicuro sono migliorati tantissimo”.

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Foto: La Presse

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