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MotoGP, GP Austria 2020: la rinascita della Yamaha. Vinales in pole, Quartararo 3°: il circuito non è così sfavorevole?

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Dopo una prima giornata di prove libere abbastanza allarmante in termini di performance collettiva, la Yamaha quest’oggi ha cambiato decisamente passo specialmente sul giro secco almeno con Maverick Viñales e Fabio Quartararo, rispettivamente primo e terzo al termine delle qualifiche del Gran Premio d’Austria 2020. La casa di Iwata si presentava al Red Bull Ring di Spielberg con molti punti di domanda legati alle difficoltà incontrate a Brno e ad un lay-out sulla carta sfavorevole per le caratteristiche tecniche delle M1 nei confronti del resto della concorrenza.

Il circuito di Zeltweg, che sarà sede tra una settimana anche del GP di Stiria, presenta infatti lunghi rettilinei (punto debole delle M1) e poche curve di media-alta velocità in cui la Yamaha può fare davvero la differenza rispetto a moto estremamente rapide sul dritto come Ducati e KTM. Il venerdì aveva confermato le aspettative della vigilia, evidenziando una scarsa competitività da parte di Quartararo, Rossi e Viñales con la moto in versione 2020, mentre Morbidelli aveva ben figurato con una M1 ibrida tra quella del 2019 e quella più aggiornata di quest’anno. Da stamane si è invece notato un grandissimo passo avanti di “Top Gun” Viñales, confermatosi poi in palla anche al pomeriggio con la sua prima pole position della stagione davanti alla Ducati Pramac di Miller e alla Yamaha Petronas di Quartararo. Il francese ha salvato in extremis una prima parte di weekend non esaltante trovando come di consueto un time-attack di elevato profilo nel momento più importante, ovvero in Q2, ma resta l’incognita sul suo possibile rendimento domani in corsa.

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Per quanto riguarda il ritmo messo in mostra nelle FP4, unico turno indicativo in tal senso, sembra infatti alquanto improbabile contendere il successo di tappa alla KTM di Pol Espargarò e alla Ducati di Andrea Dovizioso. Quartararo e Viñales hanno un passo abbastanza simile anche sulla lunga durata, leggermente più competitivo rispetto a quello di Morbidelli e Rossi, ma in quella zona di classifica c’è grande equilibrio e alcuni piccoli dettagli possono cambiare notevolmente il piazzamento finale in gara di un pilota. Per tutte le Yamaha, ed in particolare per quelle dei due italiani (che partono in terza e quarta fila), sarà determinante il primo giro per poi non dover perdere troppo terreno imbottigliati nel traffico di moto più lente ma difficili da superare a causa di un deficit di potenza motoristica.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com

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