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MotoGP
MotoGP, Joan Mir e la grande beffa. Vittoria ad un passo, poi la bandiera rossa ha condannato la Suzuki
“Con i se e con i ma non si fa la storia“. Bisogna partire da questo per argomentare sul GP di Stiria di MotoGP, quinto round del Mondiale 2020. Successo Ktm nella prova di casa con il lusitano Miguel Oliveira e lo spagnolo Pol Espargaró terzo. Una grande prova di squadra per la casa austriaca. Questo è quanto ha detto il riscontro finale, ma non si può ignorare lo sviluppo di una corsa che, un po’ come accaduto la settimana scorsa sul Red Bull Ring, è stata condizionata da un incidente.
Lo spagnolo della Yamaha Maverick Vinales, infatti, ha dovuto fare i conti con una M1 senza freni e a circa 210-220 km/h si è lanciato sull’asfalto per non andare dritto contro le protezioni di curva-1 e avere conseguenze serie. Riflessi e capacità di analisi non hanno fatto difetto a Maverick, bravissimo in pochissimo tempo a capire la gravità della situazione. Gli effetti del crash sono stati pesanti sulla moto, andata addirittura a fuoco, e l’esposizione della bandiera rossa è stata obbligata. Risultato? Tutto da rifare e gara sprint di 12 giri. Ma cosa era successo prima? Si era assistito al dominio dello spagnolo Joan Mir.
L’iberico della Suzuki aveva impostato un ritmo inavvicinabile per tutti e a suon di 1’24″4/5 si avviava a trionfare per la prima volta nella top-class. L’incidente di Vinales ha vanificato questo sogno e nella ripartenza è arrivato un quarto posto perché, a differenza di altri, il team non aveva a disposizione un set di gomme nuove. Un aspetto che ha fatto tutta la differenza di questo mondo, da associare poi all’epilogo discutibile dell’ultimo giro, con Espargaró abbondantemente oltre il limiti della pista ma non sanzionato, con Mir che avrebbe ritenuto giusto un podio.
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Al di là del rammarico resta il fatto che Mir sia stato protagonista di una prestazione sopra le righe e potrebbe essere nelle prossime gare un duro rivale per tutti, visto il feeling con la moto nipponica. A Misano (13 settembre) ne sapremo sicuramente di più.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse